Il root su Android Q non è semplice, ma sta facendo progressi
L'autore di Magisk, John Wus, è considerato uno dei massimi esponenti del modding sugli smartphone, il quale ha reso possibile a tantissimi utenti di ottenere il pieno controllo del loro dispositivo Android attraverso il root. Android Q si è presentato come una grande sfida e, dopo alcuni dubbi iniziali, ha ceduto agli "attacchi" di Wus: Magisk è ora disponibile per dispositivi Pixel 1 e 2, mentre il Pixel 3 è ancora in forse.
Come su iOS, anche i dispositivi Android hanno dei lati software protetti in cui Google non vuole che ficchiate il naso. Molte aree della memoria vengono infatti nascoste agli utenti, oppure alcune applicazioni non possono essere cancellate, impedendo agli utenti di ottenere il pieno controllo del loro dispositivo. Per questo, una minoranza insiste ancora per ottenere i privilegi di root e il loro leader sembrerebbe essere ancora una volta John Wu.
Il suo software, Magisk, è ora considerato la migliore arma per eseguire il root su Android, soprattutto perché non apporta alcuna modifica alla partizione di sistema, offrendo un effetto positivo sugli aggiornamenti software, semplificando non poco la vita degli utenti.
Tuttavia, ogni nuova versione di Android rappresenta sempre una sfida per John Wu, in quanto i nuovi meccanismi di sicurezza impediscono le modifiche che si era in grado di attuare precedentemente. Pertanto, poco dopo il rilascio della beta ufficiale di Android Q, Wu si è dimostrato scettico sulla possibilità di riuscire a "rootare" i dispositivi dotati della nuova versione del robottino verde.
Bad news: Android Q root won't come anytime soon. Android Q has switched to logical partitions for the system block, which means there is no easy way to mount the block by any means. I'm currently thinking of what tricks can I do other than implement everything from scratch....
— John Wu (@topjohnwu) March 13, 2019
Questa paura è stata poi smentita in due casi su tre. Infatti. per quanto riguarda le prime due generazioni di dispositivi Google Pixel, è ora già possibile accedere al root di Android Q utilizzando la versione Canary del suo Magisk. Il Pixel 3, invece, ha causato diversi mal di testa all'hacker, ma tuttavia è sicuro di sé:
After digging through init source code and linker source code, my hack turns out to work just fine!! I'm sooooo excited!!!!
— John Wu (@topjohnwu) March 17, 2019
Magisk for Pixel 3 Android Q is coming!! pic.twitter.com/M5J5Vi4rVb
Root sì, ma addio alle recovery personalizzate
Da diversi anni a questa parte, Wu continua a preoccuparsi per il nuovo sistema di partizionamento di Android. Egli teme infatti che sia le recovery che le ROM personalizzate possano morire. Attualmente, non abbiamo una risposta certa, ma il team di TWRP non sarebbe ancora al lavoro su Android Q.
Mounting the bloody partitions is already a huge nightmare, which is why I claimed it to be extremely problematic for Magisk. Unable to rw could potentially be VERY problematic for a lot of other things, such as TWRP, custom ROMs and such.
— John Wu (@topjohnwu) March 17, 2019
Tuttavia, ci sarebbe una via alternativa. Invece di installare una ROM o una modifica di sistema tramite una recovery personalizzata, in futuro si potrebbero effettuare tali installazioni direttamente nell'app Magisk. La gestione dei moduli del software di Wu potrebbe infatti teoricamente essere utilizzata anche per l'installazione di intere ROM personalizzate, grazie anche al partizionamento A/B sempre più frequentemente utilizzato.
Nonostante tutte le avversità, il modding su Android potrebbe diventare migliore che mai. Attendiamo con ansia altre notizie come questa da parte di John Wu.
Anche voi vi divertite ancora a moddare il vostro dispositivo?
Via: Android Police
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