100 giorni con OnePlus 6T: c'è ancora qualcosa che non mi convince
Ho potuto sfruttare il OnePlus 6T come dispositivo principale insieme ad alcuni dei miei colleghi per diverso tempo e, come sempre, trattandosi di uno smartphone di tutto rispetto, abbiamo deciso di svolgere la nostra consueta recensione a lungo termine. Ecco com’è andata la nostra esperienza con l’ultimo flagship del marchio cinese dopo 100 giorni di test.
Una delle misure chiave di qualsiasi smartphone di punta è scoprire come si comporta nel lungo periodo. OnePlus è nota per riuscire a realizzare dispositivi di punta che si comportano in tal modo anche dopo diverso tempo. Tuttavia, dopo circa tre mesi e nonostante i vari aggiornamenti e patch di sicurezza, c’è sempre qualcosa che non mi convince di questo smartphone.
A tal proposito è doveroso fare una premessa: chi ha avuto piacere (o dispiacere, a seconda dei punti di vista) di leggere le mie recensioni in passato sa bene che cerco sempre di trovare a tutti i costi gli aspetti peggiori dei dispositivi. Dunque, mettetevi comodi e aspettatevi di rimanere delusi o di trovarvi in disaccordo con me da un momento all'altro. Vi invito, tuttavia, ad aiutarmi a cambiare idea riguardo gli aspetti che mi convincono meno del OnePlus 6T nei commenti a fine articolo.
Uno dei migliori smartphone mai avuti tra le mie mani
OnePlus è nota per prendere decisioni che gli altri marchi in genere evitano. Queste, tuttavia, vengono prese in considerazione dopo aver ricevuto un riscontro dalla sua community, un aspetto molto importante che ha portato il marchio ad un ottimo livello sul mercato in pochissimo tempo. Anche la realizzazione del 6T ha seguito questo genere di prassi, tuttavia ci sono alcune decisioni che sicuramente OnePlus ha preso autonomamente, com'è giusto che sia.
Il design di OnePlus 6T è sicuramente molto particolare e ben curato in ogni dettaglio. La curvatura posteriore è utile per una migliore ergonomia e il vetro lucido utilizzato riesce a creare giochi di luce davvero ammirevoli. Non c’è dubbio: ancora oggi, ogni volta che prendo in mano questo dispositivo riesco sempre a sentire una sensazione premium.
Una delle mosse più importanti dell’azienda è stata quella di eliminare il jack audio e di implementare per la prima volta un sensore di impronte digitali sotto il display. La linea che il marchio cinese intende seguire è dunque abbastanza chiara: stare al passo coi tempi e non farsi superare mai dalla concorrenza, soprattutto per quanto riguarda la progettazione.
L'uso a lungo termine non ha causato problemi e, anzi, mi ha permesso di apprezzare l’ergonomia di questo smartphone ogni giorno di più, soprattutto perché in moltissimi casi sono riuscito ad utilizzarlo con una mano. Anche i materiali si sono dimostrati molto validi e resistenti all'usura e, dopo tre mesi di utilizzo, lo smartphone sembra essere appena uscito dalla scatola.
Il sensore di impronte più snervante di sempre
Come ho detto poco prima, il sensore di impronte digitali è stato spostato sotto il display e, insieme ad un migliorato sblocco facciale, è il metodo principale per lo sblocco del dispositivo. Nonostante la nuova soluzione dovrebbe offrire un approccio più pratico e intuitivo allo sblocco, purtroppo così non è: lo sblocco tramite il volto è decisamente più veloce e, nella maggior parte dei casi, è stato chiamato in causa almeno 6 volte su 10 dopo che il sensore di impronte ha fallito miseramente nel riconoscere il mio dito.
Sinceramente sono rimasto parecchio deluso da questo aspetto, soprattutto perché l’azienda ha sbandierato il fatto che il suo sensore è così intelligente da riuscire ad imparare le varie zone dell’impronta durante l’utilizzo a lungo termine, cosa che nel mio caso non si è mai concretizzata nella pratica. Si tratta della solita “genialata” di marketing oppure il mio pollice è difettoso?
Un display perfetto in ogni occasione
Spostiamoci su un altro argomento degno della nostra considerazione: il display. OnePlus afferma che si tratta del pannello più efficiente dal punto di vista del consumo energetico. Sì, ma… in base a cosa? In confronto a chi? È forse così efficiente perché utilizza la tecnologia AMOLED e supporta una risoluzione massima di 2340x1080 pixel (Full HD+)? Sì, questa pare l’unica spiegazione possibile, ma non è di certo un segreto.
A parte questo piccolo particolare, devo dire che il display del 6T risulta davvero confortevole da utilizzare e, grazie al notch a goccia, l’azienda è stata in grado di raggiungere un rapporto schermo/corpo dell’86%. Durante il test, il display è risultato sempre nitido e luminoso, in grado di rendere la visibilità eccellente anche sotto la luce diretta del sole (per quanto io abbia visto il sole qui a Berlino negli ultimi tempi).
Per quanto riguarda il notch, ho davvero poco da dire: la sua presenza dà veramente poco fastidio nell’uso quotidiano. Questa tacca a forma di goccia non poi così grande come possa sembrare, ma è abbastanza grande da poter contenere la fotocamera anteriore, ma non la capsula auricolare, la quale è stata spostata in una piccola fessura sopra lo schermo che, a mio modo di vedere, non permette assolutamente di ottenere un ascolto convincente. Il volume, seppur impostato al massimo, è davvero troppo basso. Soprattutto in ambienti molto rumorosi si fa fatica ad ascoltare la persona dall'altra parte della telefonata, cosa che mi ha fatto ricorrere diverse volte alle auricolari.
La vogliamo smettere di vantare questa fotocamera?
Passiamo poi alla tanto amata fotocamera, amata più che mai dai fan del marchio cinese. L'hardware posteriore è composto da una combinazione di due sensori da 16 megapixel e 20 megapixel dotati di stabilizzazione ottica ed elettronica dell'immagine. Nella parte frontale, invece, la fotocamera monta un sensore da 16 megapixel.
OnePlus 6T ha riferito di aver migliorato l’esperienza fotografica del precedente modello con alcune ottimizzazioni software e funzionalità aggiuntive. La nuova funzione Nightscape, ad esempio, è l’esempio perfetto. Proprio come la modalità notte di Huawei o la Night Sight di Google, vi farà piacere catturare ambienti urbani a bassa luminosità con maggiore chiarezza, meno rumore e una riproduzione dei colori più accurata. Tutto molto bello a dirsi, ma non a farsi! Forse sarete in grado di ottenere i risultati sopradescritti con un treppiede, ma scordatevi di effettuare lo scatto notturno perfetto a mano libera.
Non mi soffermerò a parlare degli scatti in buone condizioni di luce, in quanto questi sono perfettamente in linea con la concorrenza di fascia alta anche dopo tre mesi di utilizzo. Il problema che ho notato a lungo termine è l’inadempienza dell’azienda cinese nel migliorare un aspetto importante come la modalità notturna, esattamente dove gli altri produttori non hanno esitato a fare del loro meglio.
Come sempre, vi diamo la possibilità di scaricare i file originali per valutare voi stessi le differenze, anche se stavolta presumo non sia assolutamente necessario.
OnePlus Camera Stock: Download - Google Camera: Download
La cosa sorprendente è che i sensori della fotocamera di OnePlus 6T sono perfetti per fare questo genere di lavoro. Il tallone d’Achille, infatti, è l’app fotocamera stock. Ci vuole davvero poco a capire di cosa sto parlando: basta installare la Google Camera ed eseguire qualche scatto di prova con la modalità Night Sight per rendersi conto del fatto che OnePlus ha lavorato troppo poco sul software del suo comparto fotografico. E sapete qual è l’aspetto peggiore di questo? Che nessuno degli aggiornamenti software ricevuti in questi tre mesi è stato in grado di migliorare ciò che ho appena descritto.
La potenza non si esaurisce mai
Veniamo, dunque, a parlare delle prestazioni del OnePlus 6T. No, tranquilli, sotto questo aspetto non ho davvero niente da criticare, lo giuro. Dopotutto, se questo smartphone non fosse stato uno dei più veloci in circolazione anche a lungo termine, OnePlus avrebbe fallito la sua gigantesca campagna di posizionamento del suo brand. L’azienda cinese, infatti, ha sempre utilizzato la parola “Speed” in ognuno dei suoi slogan: Unlock The Speed per OnePlus 6T e Salute To Speed per la McLaren Edition dello stesso dispositivo (quella che ho avuto modo provare maggiormente).
Il segreto di OnePlus non è certo la potenza di elaborazione dell’hardware contenuto nel suo dispositivo, ma il suo lavoro di ottimizzazione tra hardware e software. Alimentato dal SoC Qualcomm Snapdragon 845, supportato fino a 8GB di RAM (ben 10GB nella versione McLaren), OnePlus 6T garantisce sempre performance premium ad altissimo livello. Lo smartphone è incredibilmente veloce, riuscendo a garantire un multitasking fluido anche con 20 app in background.
Una delle funzionalità che aiuta il flagship di OnePlus ad essere sempre così reattivo è la Smart Boost: questa migliora la velocità di avvio a freddo delle app fino al 20% memorizzando i dati di quelle utilizzate più frequentemente all’interno della RAM. Tuttavia, essendo questo un test a lungo termine, è necessario stabilire come si sia comportato dopo questi tre mesi. Il risultato è: promosso a pieni voti. La velocità di OnePlus 6T è rimasta la stessa fin dal primo giorno e non ha mai segnato alcun deterioramento delle prestazioni.
La chiave è il software
Tornando a parlare di ottimizzazione software, OxygenOS è l'eroe in questione quando si parla di velocità. Grazie alle oltre 500 ottimizzazioni che rendono il telefono più fluido rispetto a molti dispositivi della concorrenza, uno dei vantaggi di questo sistema operativo è la sua pulizia dai fastidiosi bloatware. Inoltre, le varie personalizzazioni all’interno di OxygenOS aggiungono un valore immenso ad Android. Morale della favola, dopo tre mesi non mi sono assolutamente stancato di questo sistema operativo, ma anzi, me ne sono praticamente innamorato.
Ti prego, scaricati! No, scherzo...
L’ultimo argomento di cui discutere in via obbligatoria è la batteria da 3700 mAh. Secondo OnePlus, questo modulo permette di ottenere ben il 20% di autonomia in più rispetto al precedente modello. Ora, non potendomi basare sulla durata della batteria di OnePlus 6, in quanto non ho mai avuto il piacere di provarlo, sono rimasto particolarmente stupito e soddisfatto dai risultati ottenuti con l’ultimo nato del marchio cinese.
Chi mi conosce bene sa che metto parecchio sotto stress la batteria degli smartphone, grazie soprattutto alla sincronizzazione di 5 account Google (più tutti quelli relativi ad altri servizi), la messaggistica istantanea, i social, la navigazione web, la musica in streaming e così via. Tuttavia, con una sola ricarica, riesco sempre ad arrivare a sera con un sensazionale 45% di carica residua. Il primo periodo non volevo crederci, pensavo fosse uno scherzo, ma invece si è rivelato realtà.
Anche dopo tre mesi, posso ricaricare la batteria del OnePlus 6T con una frequenza nettamente minore rispetto agli smartphone in commercio. Ma la sorpresa più bella è arrivata quando ho potuto mettere le mani sulla McLaren Edition. Questa, infatti, supporta la nuova tecnologia Warp Charge 30W di OnePlus, rendendo la ricarica ancora più veloce. Non siamo sicuramente ai livelli della ricarica Super VOOC di OPPO, ma devo dire che il rapporto velocità di ricarica/autonomia qui è nettamente superiore a tutta la media dei dispositivi che ho potuto testare negli ultimi mesi.
Promosso, ma non a pieni voti
Siamo arrivati al verdetto finale: dopo tre mesi è ancora il caso di prendere in considerazione il OnePlus 6T? A mio modo di vedere sì. Non vi è alcun dubbio sul fatto che questo smartphone rappresenta esattamente ciò per cui l’azienda lo ha costruito: la velocità. Se avete bisogno di un dispositivo rapido, scattante e che non si impunta mai, quello è proprio il OnePlus 6T.
Dalla sua parte vi è anche l’ottima batteria che vi permetterà di arrivare a sera in ogni situazione e un software altamente ottimizzato e personalizzato al punto giusto grazie anche ai consigli della community. Per quanto riguarda la fotocamera e gli scatti in notturna, c’è ancora da lavorare molto e spero che OnePlus faccia qualcosa in merito. L’azienda è famosa per le sue ottimizzazioni software, dunque perché cadere così in basso quando è facile dimostrare le potenzialità dei sensori a bordo tramite app di terze parti come la Google Camera?
Gli smartphone Oneplus hanno spesso livelli SAR elevati, audio scarso e, quest' anno, hanno anche sacrificato il jack delle cuffie per aggiungere della (inutile) batteria extra. L' unica cosa buona che hanno secondo me è la Dash Charge perchè ricarica rapidamente senza rovinare la batteria e, avendo necessità di cavi spessi, garantisce anche un' alto standard qualitativo minimo per gli stessi.
Emissioni sar non le guardava nessuno fino a un anno fa e adesso x sminuire xiaomi è oneplus si sono attaccati a questo, quest'anno sarà ricordato x il flop di Samsung con s10 e già il flop di Apple con i nuovi iPhone, Huawei, xiaomi e oneplus saranno i nuovi brand da tenere d occhio, e basta Con sti telefoni laggosi dopo aver installato gli applicativi. La continua cavalcata dei prezzi sarà la rovina di vari arcinoti brand in un era che ormai è satura di proposte, e zero vere innovazioni.