Fidatevi, Facebook non garantirà mai la sicurezza dei vostri dati
Altro giorno, altra notizia in cui si scopre che Facebook non è riuscita a proteggere le informazioni personali dei suoi utenti. Siete presenti anche voi all'interno dell’elenco dei 50 milioni di account completamente esposti da più di un anno? No? Tranquilli, toccherà anche a voi prima o poi. Facebook non riuscirà mai a garantire la totale sicurezza dei propri utenti, fidatevi di me.
Facebook ha dimostrato più volte di dare la priorità ai propri prodotti piuttosto che alla sicurezza e alla privacy dei propri utenti. E anche se così non fosse, non mi sembra affatto che il team del social network stia dimostrando il contrario, soprattutto a seguito di tutte le violazioni di dati che ho potuto constatare in quest'ultimo periodo.
C’è da dire che ormai il web è diventato talmente grande che è praticamente impossibile da proteggere completamente. E quando si tratta del gigante blu, le cose si fanno ancora più difficili. Il 2018 ha dato sicuramente dimostrazione di quanto sto dicendo: più volte abbiamo assistito ad accuse pesanti nei confronti di Facebook in materia di protezione dei dati, tanto che il CEO, Mark Zuckerberg, è dovuto obbligatoriamente comparire davanti al Congresso del Stati Uniti per spiegare i problemi della sua piattaforma e scusarsi pubblicamente. Anche per spiegare ai senatori americani come funzionano le basi di Internet, ma questo è un altro discorso...
L'ennesimo data breach
Dopo l’enorme scandalo di Cambridge Analytica che ha coinvolto milioni di elettori americani, di sicuro uno dei più gravi avvenuti successivamente è il cosiddetto “data breach” in cui sono rimasti coinvolti ben 50 milioni di utenti, di cui 5 milioni appartenenti all'Unione Europea. L’attacco hacker che ha compromesso la sicurezza degli account è stato reso possibile tramite lo sfruttamento di tre vulnerabilità scoperte all'interno di alcune funzionalità spesso utilizzate dagli utenti.
Ovviamente, l’azienda ha prontamente provveduto a rimediare all'errore, ma ormai la frittata era fatta. Soprattutto in Europa poi, c’è poco da scherzare con la sicurezza dei dati degli utenti, specie dopo l’arrivo della nuova normativa sulla GDPR. Proprio per questo, se si accertasse una sua violazione, potrebbe scattare una sanzione pari al 4% del fatturato annuale globale di Facebook. La cifra varia in base ad alcuni parametri, come la gravità della violazione e la risposta dell’azienda coinvolta, che ha l’obbligo di informare le autorità competenti entro 72 ore dal rilevamento dell’intrusione. Facebook avrebbe agito con la tempestività richiesta ma, secondo la Data Protection Commission di Dublino, il report inviato dall'azienda manca di alcuni dettagli.
Com'è possibile che possa accadere un fenomeno così grave? Semplice, ve lo ripeto: Facebook è così grande e complicato che persino i migliori ingegneri al mondo (tra l’altro molti dei quali lavorano proprio al suo interno) non potrebbero ragionevolmente progettare e codificare così bene il software da evitare conseguenze impreviste come i bug che si sono presentati. Facebook ha troppe cose per le mani ed è incredibilmente difficile riuscire a gestirle tutte insieme in modo infallibile.
Facebook: il bersaglio perfetto
Dopotutto, è anche normale che venga costantemente preso di mira dagli hacker. Questo fenomeno è giustificato dal fatto che il social network di Zuckerberg è senza dubbio la più grande e preziosa raccolta di dati personali della storia, il che lo rende un bersaglio per natura, non solo da parte degli hacker, ma anche delle grandi aziende e multinazionali, le quali hanno sempre più bisogno di dati per targetizzare al meglio i propri “lead”, ovvero i potenziali clienti.
Giusto per capire quanto sia complicata la situazione, stando alle dichiarazioni di Facebook, persino l’azienda stessa avrebbe fatto fatica a scoprire i bug all'interno della sua piattaforma, il che significa che gli hacker che sono riusciti a sfruttarli erano sicuramente degli esperti. Posso solo immaginare quanto si saranno arricchiti con la vendita di tutti i dati raccolti. Sono davvero troppi gli utenti che prendono poco sul serio la sicurezza dei propri dati, non rendendosi conto che basterebbe anche un piccolo errore o una combinazione specifica di piccoli difetti nel codice per compromettere irrimediabilmente la loro privacy.
Tuttavia, ancor prima di quest’ultimo data breach, sappiamo che c’era ben poco da mettersi ad hackerare Facebook, dato che tantissimi dati erano accessibili a chiunque volesse sfruttando le regole del social stesso: lo scandalo di Cambridge Analytica è solo una delle centinaia di operazioni che ci ha insegnato come i dati sensibili si possano “raschiare” con il permesso implicito di Facebook. L’azienda aveva il compito di mantenere quei dati sicuri e invece li ha consegnati nelle mani di chiunque li richiedesse, tra l’altro senza nemmeno preoccuparsi dell’utilizzo che ne sarebbe stato fatto.
No, Facebook non vi proteggerà
Dunque, se pensate che Facebook possa riuscire a proteggervi, avete miseramente fallito. Non può proteggere la vostra privacy, come non può proteggervi dallo spam, i bot, l'odio, le fake news, il razzismo, il bullismo virtuale e tutto il resto che adesso neanche mi viene in mente. Facebook avrà anche messo in piedi un team di moderazione composto da ben 20000 persone ma, al giorno d’oggi, si è dimostrato completamente inadeguato allo scopo sotto molti frangenti. Dopotutto, come ho già detto, non si tratta di una rete nazionale come i primi anni in cui è nato, ma di una rete globale impossibile da proteggere completamente.
È anche vero che molte volte non è esattamente colpa di Facebook, ma degli utenti stessi che ne abusano. Probabilmente, questo genere di persone sono il vero cancro della piattaforma, ma difficilmente Facebook potrà salvarvi da loro.
Allora cosa potete fare per mettervi al riparo? Niente, la questione è fuori dalla vostra portata. Anche se in questo momento doveste allontanarvi da Facebook, i vostri dati personali rimarrebbero comunque al suo interno, o magari potrebbero essere già trapelati. Se ciò non fosse successo, è probabilmente solo una questione di tempo. Prima ce ne rendiamo conto e prima potremo metterci sul serio al lavoro per garantire la nostra sicurezza.
Utilizzate Facebook frequentemente? Come vi proteggete in materia di sicurezza dei dati personali?
Non sono un grande utilizzatore di Facebook, spesso lo trovo noioso e sinceramente non mi importa granchè di cosa mangia e di dove va in vacanza la gente. Insomma, quando vi accedo, non credo di passarci più di due-tre minuti d'orologio. Ed in ogni caso, le parole "Facebook" e "privacy" non possono proprio stare nella stessa frase. Credo sia palese.
Ringrazino che ho usato il mio account facebook per fare l' abbonamento a Spotify, sennò mi sarei già bello che cancellato.
Ecchissenefrega, tanto io non ho nulla da nascondere! [cit.]