Facebook di nuovo nei pasticci: controllare la piattaforma è ancora possibile?
Facebook è ancora una volta sotto i riflettori: una falla del social network ha permesso a dei malintenzionati di rubare informazioni personali da quasi 50 milioni di account. Un altro problema per il gigante americano, e cominciamo davvero a chiederci se sia davvero in grado di gestire il mostro che ha creato.
50 milioni di account interessati
Solo pochi giorni fa Mark Zuckerberg ha dichiarato che Facebook è, ora, meglio preparato per gestire le elezioni: gli account falsi sarebbero stati identificati e rimossi dalla piattaforma prima del lancio di campagne di disinformazione. Facebook vuole dimostrare che sta lavorando sui (numerosi) problemi della rete social e convincere il mondo che la sua creazione è una piattaforma sotto controllo, sotto tutti gli aspetti.
Purtroppo l'attacco hacker che ha sfruttato una falla della piattaforma ha rovinato i suoi piani e messo a repentaglio la sua capacità di proteggere se stessa ed i suoi utenti. I malintenzionati hanno approfittato di un difetto della funzione Vedi come. Questa vulnerabilità ha permesso di vedere il profilo di alcuni utenti ed ottenere varie informazioni personali. Facebook ha risolto il problema lo stesso giorno, ma il danno era già stato fatto. Sono stati colpiti 50 milioni di account, compresi quelli di Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg.
Secondo Facebook nessuna password può essere stata rubata poiché la vulnerabilità della piattaforma è avvenuta utilizzando i token (uno strumento che permette di rimanere connessi). Facebook avrebbe deciso di disconnettere molti altri account per motivi di sicurezza. In totale 90 milioni di conti sono stati scollegati. Un numeri rilevante anche per Facebook che ospita quasi 2 miliardi di account. È tanto più interessante perché Facebook non sa chi ha commesso l'attacco avvenuto "su larga scala. Un'indagine dell'FBI è al momento in corso.
Le reazioni non si sono fatte attendere a lungo
Negli Stati Uniti, il senatore Mark Warner considera questa falla "profondamente preoccupante" e ha chiesto che un'indagine sia aperta e resa pubblica. È importante notare che Facebook e i politici si sono già incontrati faccia a faccia in un'atmosfera poco piacevole. Questo nuovo caso non promette nulla di buono.
This is another sobering indicator that Congress needs to step up and take action to protect the privacy and security of social media users. As I’ve said before – the era of the Wild West in social media is over. https://t.co/UFBZLMkFgi
— Mark Warner (@MarkWarner) 28 settembre 2018
In Francia, il segretario di Stato per la tecnologia digitale Mounir Mahjoubi "raccomanda a tutti i francesi, su tutte le piattaforme, di rivedere tutti i dati personali e di cancellare tutto ciò che non vogliono sia di dominio pubblico".
Anche la Borsa di New York ha subito il colpo: le azioni sono diminuite del 2,6%. L'analista di Bloomberg Jitendra Waral spiega che questo caso potrebbe danneggiare la crescita di Facebook e ridurre i suoi profitti nei prossimi mesi. Il futuro ci dirà se tutto questo è vero, ma per ora possiamo porci alcune domande.
L'Unione Europea potrebbe imporre una multa di 1,63 miliardi di dollari.
Facebook è in grado di fare quello che dovrebbe fare?
Come PayPal, Apple e Google, la sede centrale europea di Facebook si trova a Dublino. L'Irlanda è popolare tra le grandi aziende perché non è troppo onerosa dal punto di vista fiscale (l'Unione Europea lo è molto di più). Sebbene guadagni in tutti i Paesi attraverso il suo sistema pubblicitario, riesce a risparmiare parecchio a Dublino.
Con così tante risorse possiamo quindi porci alcune domande. La prima che mi viene in mente è: "Perché c'è una violazione della sicurezza", o più precisamente "perché si è ripresentata una violazione della sicurezza", perché questo problema riecheggia quello evidenziato nel caso Cambridge Analytica. Naturalmente, l'IT è un campo complicato in cui è difficile pensare a tutto, ma quando si è nel mirino di tante persone e istituzioni (soprattutto politiche), si dovrebbe cercare di tenere la testa bassa.
Nonostante il suo enorme budget e tutte le sue risorse, Facebook è stato messo alla gogna (e giustamente) per diversi problemi. La sua incompetenza tecnica nel furto di dati, la natura del modello business, lo sfruttamento dei dati, la mancanza di trasparenza... Il management di Facebook ha riconosciuto la sua responsabilità e ha dichiarato di essere impegnato per rispondere meglio alle aspettative. Oggi sembra aver imparato la lezione perché effettivamente, a differenza dell'ultima volta, ha reagito molto rapidamente.
Sembra aver imparato la lezione anche dal punto di vista della trasparenza, infatti stavolta ha comunicato prontamente con la stampa affermando tra le altre cose che "dobbiamo fare di più per evitare che queste situazioni si verifichino". Risposta rapida ma affermazioni molto banali per una situazione piuttosto preoccupante.
Possiamo ancora fidarci di Facebook?
Questa domanda sta cominciando finalmente ad acquisire importanza e alcuni giornali e riviste anche negli Stati Uniti stanno sottolineando il problema. Il mostro del Dr. Facebook sta cominciando a sfuggire al suo controllo. Il suo modello di business, adottato anche da altre aziende tecnologiche, è di per sé un problema: raccogliere dati personali, utilizzarli per indirizzare gli annunci (ci sarebbe molto da discutere su questo tipo di marketing, ma non è questo il luogo). Il contenuto è particolarmente difficile da moderare, tecnicamente e umanamente parlando, e le decisioni prese in questo settore sono talvolta discutibili. Naturalmente, i problemi tecnici si aggiungono all'elenco.
Spesso sentiamo dire che è normale per un'azienda delle dimensioni di Facebook avere così tanti problemi, soprattutto tecnici, perché il numero di utenti è enorme. Questo è vero in una certa misura: più un prodotto è popolare, più sarà soggetto a problemi, ma con il potere e le responsabilità che Facebook ha, dovrebbe essere in grado di controllare il mostro che ha creato.
Da quello che possiamo vedere finora, non è in grado di farlo e non è il suo "Hello" quando vi connettete ad esso che vi farà dimenticare le sue pericolose carenze.
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