Scoprite come BMW riuscirà ad accelerare la produzione dei veicoli autonomi

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Iniziato nel 2000, il progetto della guida autonoma BMW sta subendo una nuova spinta. Oltre al lancio del progetto Vision iNEXT previsto per il 2021, il primo modello del marchio ad offrire un sistema di guida autonomo di livello 3, il produttore bavarese ha annunciato che inizierà a testare una flotta di veicoli di livello 4 alla fine del 2021, ovvero quelli che non necessitano del conducente.

Una strategia in più fasi

All'interno del suo campus dedicato ai veicoli autonomi, inaugurato nell'aprile 2018 a Unterschleißheim vicino alla sede centrale di Monaco di Baviera, BMW ci ha fornito maggiori dettagli sulla sua strategia relativa alla guida autonoma. Indubbiamente sospettoso dello sviluppo e del successo di Tesla, il costruttore ha deciso di mettere il turbo per offrire il proprio veicolo autonomo nel più breve tempo possibile. I timori sono giustificati perché il mondo dell'automobile sta subendo profondi sconvolgimenti che potrebbero far crollare produttori rinomati.

La prima tappa sarà senza sorprese il progetto iNEXT, di cui abbiamo parlato lo scorso anno. BMW ha colto l'occasione per chiarire che permetterà ai conducenti di guidare in modalità autopilota per lunghi periodi di tempo in autostrada a velocità fino a 130 km/h.

Per raggiungere tali obiettivi, BMW ha dovuto fare un passo indietro, in particolare creando una nuova piattaforma chiamata BMW Group High Performance D3. "D3" prende il nome dalla nuova piattaforma IT ed è sinonimo di Data-Driven Development e serve come base per lo sviluppo e la convalida di funzioni di guida autonoma. BMW parte dal presupposto che l'unico modo per mappare (e quindi elaborare) la complessità e la varietà delle situazioni di traffico incontrate in ogni continente è quello di raccogliere grandi quantità di dati. Ciò significa che gli algoritmi e il funzionamento complessivo della guida autonoma devono essere convalidati utilizzando un ampio pool di dati.

Il produttore prevede quindi di aumentare la propria flotta di veicoli di prova della serie 7 da 80 a 140 in Germania, Stati Uniti, Israele e Cina per testare la guida autonoma di livello 4 e raccogliere circa 5 milioni di chilometri di dati di guida. Da questi, condurrà anche numerose simulazioni per raccogliere altri 240 milioni di chilometri virtuali di scenari di guida e fornire così un'esperienza di guida autonoma finale perfettamente affidabile.

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BMW testa la guida autonoma delle sue prossime auto con questo tipo di veicoli. / © NextPit

Elaborazione di dati giganteschi

Secondo il marchio, questa rielaborazione richiede una potente piattaforma dati con più di 230PB (petabyte) di capacità di storage e la potenza di calcolo di oltre 100000 core e più di 200 GPU. Un veicolo di prova genera 8TB di dati all'ora, di cui l'80% per le registrazioni video.

Pertanto, è necessario un collegamento di 96 dispositivi da 100 Gbit/s tra la piattaforma BMW Group High Performance D3 e le stazioni Hardware-in-the-Loop (HiL) situate sul BMW Group Autonomous Driving Campus a pochi chilometri di distanza. La velocità netta di trasmissione dei dati utilizzabili è quindi di circa 3,75 Terabit/s. Per darvi un'idea, una larghezza di banda di 3,75 Tbit/s è sufficiente per trasmettere un milione di programmi HDTV contemporaneamente o per permettere a un milione di famiglie di guardare un programma TV HD contemporaneamente.

BMW ha collaborato con DXC Technology per sviluppare questa piattaforma per raccogliere, memorizzare e gestire i dati dei sensori del veicolo. Tali dati possono essere raccolti su scala globale, ma possono essere monitorati centralmente in modo che il produttore elabori i dati localmente e non utilizzi fornitori terzi come Amazon AWS o Microsoft Azure per l'elaborazione.

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Tutti i sensori raccolgono i preziosi dati che vengono poi trasferiti al centro dati. / © NextPit

Una nuova organizzazione del lavoro

Infine, la casa automobilistica ha cambiato il focus. L'obiettivo, per quanto paradossale possa sembrare, è quello di diventare un gigante della tecnologia e non più dell'industria automobilistica. Oltre ai nuovi uffici open space di questo campus autonomo senza auto, è stata introdotta una nuova cultura del management. Come le startup, l'obiettivo è quello di reagire e fornire rapidamente nuove funzionalità, ma soprattutto di attrarre nuovi talenti più tentati di lavorare per i giganti del web che per le case automobilistiche.

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Pierre Vitré

Pierre Vitré
Caporedattore

Pierre nutre una grande passione per le nuove tecnologie mobile fin dai suoi primi tempi trascorsi con il suo StarTac. Utente Android dal 2011, Pierre non può più fare a meno del robottino verde ed è questo uno dei motivi principali che lo ha spinto ad unirsi al team di AndroidPIT per diventare Caporedattore del team editoriale francese. Non abbandona mai il suo smartphone e smartwatch ed è ancora convinto che Google Glass sarà un successone.

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