Come funziona lo scanner dell'iride?
Lo scanner dell'iride è una tecnologia che è stata con noi fin dagli anni' 90, anche se l'idea di riconoscere le persone dal loro modello dell'iride risale ai primi anni del XX secolo. Oggi possiamo vedere questa tecnologia nei controlli di sicurezza di alcuni aeroporti del Regno Unito e anche sugli smartphone. Il primo della serie è stato il Samsung Galaxy Note 7. Vediamo come funziona questa tecnologia.
Come funziona lo scanner dell'iride
Questa tecnologia, in breve, si basa sulla trasformazione della mappatura della vostra iride in una serie di numeri. L'iride è l'area colorata intorno alla pupilla (la zona nera che lascia passare la luce all'interno dell'occhio). In questa mappa le coordinate polari di ogni irregolarità vengono calcolate fissandole in cerchi concentrici che utilizzano la pupilla come centro. Le coordinate delle diverse irregolarità sono uniche e diverse per ciascuna persona.
Per poter trasformare questa parte colorata dell'occhio in una mappa, si utilizza solitamente una tonalità specifica (mappa monocromatica). Nel Note 7, per esempio, viene utilizzato un LED infrarossi invisibile all'occhio umano. Grazie a questa mappa a infrarossi tale smartphone è in grado di riconoscere una persona attraverso circa 200 punti caratteristici rispetto ai 40-60 punti solitamente riconosciuti in un'impronta digitale.
Il riconoscimento della scansione dell'iride è circa 10 volte più sicuro dello scanner per impronte digitali. Come siamo stati in grado di leggere più volte, le impronte digitali possono essere copiate ma l'iride del nostro occhio è un po' più complicata da imitare, quindi molto più sicura.
Non dobbiamo confondere questa tecnologia con lo scanner della retina, in cui dobbiamo portare l'occhio molto vicino allo scanner. Lo scanner dell'iride funziona con il dispositivo a diversi centimetri dal viso in una posizione molto più naturale, anche se è necessario farlo senza occhiali e in alcuni casi senza lenti a contatto, soprattutto quelle colorate.
Su Note 7, Note 8, S8 e S8+ (tutti dotati di questa tecnologia) lo scanner sembra funzionare abbastanza bene e in maniera sufficientemente veloce. Basta premere il pulsante di accensione, posizionare gli nei cerchi che vengono mostrati a schermo e il dispositivo si sblocca. In breve basta guardare lo smartphone per sbloccarlo, anche se occorre essere abbastanza precisi sull'angolo di inclinazione rispetto al volto.
Dispositivi che disponevano di questa tecnologia o simile in passato
Lo scanner dell'iride rappresenta la svolta nella sicurezza biometrica ed è decollata nel 2016, anche se c'erano già stati alcuni timidi tentativi in precedenza.
Il Lumia 950 XL (lanciato nell'ottobre 2015), lo smartphone con l'anima da PC e dalla grande fotocamera, includeva uno scanner dell'iride. Poteva non essere veloce come quello di Samsung, ma lo scanner dell'iride riconosceva l'utente anche di notte o con gli occhiali da sole.
Nel 2015, un po' prima della Lumia 950 XL, in Asia è apparso il Fujitsu Arrows NX F-04G con Android Lollipop. Questo è stato il primo vero smartphone a montare uno scanner dell'iride. Il dispositivo purtroppo non ha mai lasciato le isole giapponesi.
Prima c'erano alcuni terminali con sblocco basato su EyeVerify. Non si trattava però di uno scanner dell'iride vero e proprio. Questa tecnologia si basava sul riconoscimento facciale dell'area in cui gli occhi si trovano misurando la distanza tra loro e la posizione delle sopracciglia. Un esempio di EyeVerify lo possiamo trovare sull'Alcatel Idol 3, anche se lo sblocco con questo metodo non è mai stato buono ed risulta arretrato in termini di efficacia rispetto allo scanner integrato nei flagship di Samsung.
Voi utilizzate questa tecnologia? Vorreste vederla implementata sul vostro prossimo smartphone?