5 aneddoti su Huawei di cui forse non avete mai sentito parlare
Nonostante la cattiva reputazione che gira intorno ai prodotti cinesi Huawei, con i suoi smartphone, si è affermato come uno dei migliori produttori nel mercato della telefonia. A differenza di altri concorrenti il gigante cinese è relativamente giovane (29 anni) ma andando a spulciare per bene abbiamo comunque trovato diversi aneddoti originali,perfino comici.
1. Il mistero del nome Huawei e della sua pronuncia
Huawei è un brand cinese e, come per tutte le case della terra del dragone, il suo nome originale è scritto in caratteri cinesi (华为) poi tradotti in caratteri latini. Il problema è che questi due simboli messi insieme non vogliono dire nulla per noi occidentali.
Il primo simbolo, infatti, in cinese ha duplici significati. Questo si riferisce prima di tutto al fiore (che peraltro è il logo del brand) ma anche al popolo cinese, evocando l'idea di magnificenza. Il secondo simbolo riprende l'idea del successo, del lavoro ben fatto, della conquista. Ma secondo la mia collega cinese potremmo ritrovare anche l'idea di un fiore che cresce, che si espande ed il logo potrebbe esserne la conferma.
Anche la pronuncia può risultare per noi problematica e leggermente ambigua. In Italiano la maggior parte delle persone dicono "uawèy" (lo so, è divertente, non sembra forse il nome di un peronaggio di un cartone animato?). Eppure chi mastica un po' di mandarino sa che questa pronuncia non è corretta. In cinese, infatti, il primo carattere "hua" va letto come "qua" diventando quindi "quawei". In cantonese la corretta proncuncia è semplicemente "wawei".
2. L'esperienza di questo marchio nel settore delle telecomunicazioni
Avrete probabilmente sentito parlare di ICT (Information Technology and Communication), settore che sta occupando una parte sempre più importante nella nostra economia e nel quale opera anche Huawei. Il brand cinese si occupa soprattutto dell'area delle telecomunicazioni nella quale eccelle per materiali ed infrastrutture, soprattutto in larga scala (con i propri smartphone) per le imprese e le compagnie telefoniche. E quindi sì, Huawei non produce solo smarthphone.
In Germania, per esempio, Huawei lavora con la Telekom per offrire una migliore rete 4G. Naturalmente Huawei vende anche dispositivi, come le chiavette internet 3G, usati da diversi operatori anche in Italia (ma forse non ve ne siete mai accorti perché il nome del brand non è sempre esplicitato dall'operatore).
Come altri giganti nel mondo degli smartphone, Huawei investe molto nella divisione di Ricerca e Sviluppo per rimanere sempre al top del progresso tecnologico. Sembra che circa la metà dei dipendenti lavori in quest'area, e parliamo di grandi numeri calcolando che il brand cinese conta 170 mila dipendenti. Ma il primo della classe per gli investimenti nel settore R&S rimane Samsung.
3. Buone società controllate in ottimi settori
Il nome Huawei è famoso ma dietro a questo ne troviamo di altri. Per raggiungere i propri obiettivi (e cioè superare Apple e Samsung nei prossimi 5 anni), la società deve necessariamente organizzarsi in maniera strategica. Mettendo in campo diverse società controllate (o sussidiarie), Huawei ha imboccato la giusta direzione. Tra le altre possiamo citare Hisilicon, al 100% sotto il controllo Huawei, famosa per i propri prodotti hardware (soprattutto per i processori Kirin). Cosa c'è di più pratico che creare prodotti in house per un costruttore di telefoni?
La controllata più conosciuta dal grande pubblico è Honor. Questo brand si è fatto spazio nel settore proponendo telefoni a un prezzo davvero vantaggioso. Basti pensare che Honor inizialmente vendesse telefoni solamente attraverso rivenditori online e invece ora si è evoluto e spostato anche nei negozi fisici. Detto questo ho l'impressione che Huawei e Honor stiano giocando su un terreno simile. Nova e Honor 8, ne sono la dimostrazione.
4. La battaglia con il governo americano
Fino a pochi anni fa molti Paesi avevano un atteggimaneto scettico nei confronti di Huawei e dei suoi dispositivi, in particolare gli Stati Uniti, dove alcuni rumor tuttora sostengono che l'utilizzo di questi telefoni contribuisca allo spionaggio cinese in Occidente. Il punto è che il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, ha lavorato presso l'esercito cinese e questo non ha fatto altro che accrescere le voci circa una cooperazione tra EPL (Esercito Popolare di Liberazione), costruttori e hacker.
Edward Snowden, ex impiegato della CIA e della NSA, ha fatto uscire allo scoperto diversi documenti che dimostrano come la NSA sia entrata (illegalmente) nei server e nei canali di comunicazione Huawei per accedere ad email e comunicazioni private (come per esempio quelle legate ai prodotti). L'operazione americana di spionaggio chiamata Shotgiant risale (sembrerebbe) al 2007 e, come sostiene la NSA, il proprio obiettivo non era quello di ottenere segreti commerciali ma di ricercare le prove del legame tra Huawei e l'esercito cinese. Secondo quanto riportano i documenti di Snowden però questo legame non è mai esistito.
5. Una particolare struttura della società
Huawei opera attraverso la partecipazione azionaria dei dipendenti alla gestione dell'impresa, sistema simile a quello delle cooperative ma con una prospettiva differente nel capitale finanziario. Ovviamente il fondatore Ren Zhengfei detiene una quota ( solo l'1.4%) e molti degli altri dipendenti possiedono la parte rimanente. Bisogna però tenere a mente che la legge cinese vieta agli stranieri la partecipaziona azionaria in aziende di questo genere.
Huawei non è quotata in borsa a causa di questa matrice cooperativa che, secondo Zhangfei, è causa del successo perché si poggia su una visione di lungo termine e non di profitto immediato.
Quale aneddoto vi ha colpito di più? Ne conoscete di altri? Scrivetecelo nei commenti!