48 ore con Reno 10x Zoom: OPPO non ha più niente da invidiare
Mentre la concorrenza lancia le diverse varianti dei suoi smartphone con suffissi praticamente tutti identici (Pro, Plus, etc.) OPPO ha deciso di prendere una direzione diversa chiamando il suo nuovo dispositivo di punta OPPO Reno 10x Zoom. Come avrete intuito, lo zoom 10x è la particolarità di questo smartphone, motivo per cui il produttore ha deciso di concentrare questo aspetto direttamente nel nome.
Premessa: lo smartphone in nostro possesso non è quello che arriverà sul mercato europeo nei primi giorni del mese di giugno, ma si tratta della controparte cinese con a bordo un software non definitivo. Questa precisazione verrà ripetuta più volte all'interno di questa analisi, soprattutto quando verranno evidenziate le lacune riscontrate.
Design moderno, elegante e originale
In termini di design, OPPO ci ha ormai abituati a smartphone con un incredibile rapporto schermo/corpo, un processo reso possibile tramite l'adozione di curiosi e particolari sistemi motorizzati in grado di nascondere la fotocamera anteriore (come in questo caso), posteriore o addirittura entrambi.
Reno 10x Zoom non fa alcuno strappo alla regola e gode di una superficie frontale occupata dal display per il 93,1% e di un nuovo slider meccanico a forma di pinna di squalo che il produttore ha deciso di chiamare Pivot Rising Camera.
La parte posteriore possiede un design molto originale ed elegante, mettendo in bella mostra il potente reparto fotografico dotato di tre sensori in grado di decuplicare lo zoom senza perdita di dettaglio. Nella parte inferiore è impossibile non notare l’assenza del jack audio, ma, a parte questo, il dispositivo offre un audio stereo grazie al secondo altoparlante nascosto nello slider meccanico.
Quest’ultimo si nasconde benissimo nella parte superiore e ha funzionato sempre in maniera impeccabile ogni volta che ho provato a giocarci un po’ (sì, è impossibile non giocarci). L’ho fatto salire e scendere ripetutamente almeno una cinquantina di volte consecutivamente e niente è andato storto.
L’esperienza di OPPO in questo campo si vede eccome e il produttore ha dichiarato che il sistema è in grado di resistere fino a 200 mila cicli senza subire alcun danno, equivalente a 100 volte al giorno per cinque anni. Sembrano tanti, ma in realtà se scegliete di utilizzare lo sblocco facciale, non sarà difficile raggiungere tali cifre.
Sistemi biometrici ultra veloci
Al contrario, con lo sblocco tramite impronta digitale non soffrirete di questo problema. Quest'ultimo si è dimostrato incredibilmente affidabile. Pur essendo di tipo ottico e non ultrasonico mi ha letteralmente scioccato per la sua velocità, sia in fase di registrazione dell'impronta che in quella di riconoscimento e sblocco del dispositivo. Inoltre ho apprezzato il fatto che OPPO offra anche la possibilità di cambiare l'animazione di sblocco con cinque diverse animazioni, una buona idea dedicata agli amanti della personalizzazione.
Lo zoom 10x è davvero incredibile
Nonostante il suo nome preveda la sigla 10x Zoom, questo smartphone riesce in realtà ad ottenere uno zoom digitale fino a 20x. Tuttavia in questo caso si perderanno numerosi dettagli, infatti il nome si riferisce a quanto sia possibile avvicinarsi otticamente ad un soggetto mantenendo la qualità dell'immagine.
Negli scatti effettuati di giorno non ho notato particolari problemi e la fotocamera si è comportata molto bene, merito soprattutto del sensore Sony IMX586 da 48 megapixel. Tuttavia, in condizioni di luce scarsa, il sensore sembra non raccogliere gli stessi dettagli del P30 Pro di Huawei. In ogni caso è doveroso precisare ancora una volta che l’unità che stiamo testando in questo momento non è quella dedicata al mercato europeo e, soprattutto, il software a bordo non è quello definitivo.
Accanto (o dovrei dire sotto) al sensore principale, è possibile trovare anche un ultra grandangolo da 8MP e un teleobiettivo periscopio da 13 MP. La modalità ultra-wide sembra davvero impressionante con l’ampio campo visivo di 120 gradi, ma non abbastanza eccezionale da sorprendere come il periscopio e la sua capacità di ottenere uno zoom 10x praticamente lossless.
OPPO ha anche dotato il Reno 10x Zoom di una modalità notturna chiamata Ultra Night Mode 2.0, che si comporta abbastanza bene, ma che offre risultati non ancora al livello del flagship di Huawei. Aspettiamo di ottenere il software definitivo e la versione internazionale dello smartphone prima di effettuare un confronto diretto tra i due.
La ColorOS è ancora molto personalizzata
Il sistema operativo a bordo è Android Pie, trasformato dalla ColorOS 6, la nuova versione dell’interfaccia personalizzata di OPPO. Tornare ad utilizzare questa interfaccia non è mai semplice, in quanto ho sempre bisogno di passare diversi minuti in sua compagnia prima di abituarmi ai suoi menu e impostazioni.
Non ho particolarmente apprezzato il design dei quick toggle, composta da enormi blocchi o il fatto che sia sempre necessario attivare la ricezione delle notifiche per ogni singola app.
Tuttavia, OPPO ha finalmente dotato il suo launcher proprietario di un app drawer che potrete facilmente attivare nelle impostazioni della schermata principale. Questo mi ha permesso di non installare un launcher di terze parti, cosa che, a parer mio, si è rivelata indispensabile sul Find X.
Un altro aspetto negativo è l'eccessiva presenza di bloatware e di annunci pubblicitari di cui però non dovrete preoccuparvi se deciderete di acquistare la versione europea.
Sul lato delle performance non c’è proprio niente da dire: questo smartphone è stato equipaggiato dal più recente SoC di Qualcomm, lo Snapdragon 855, 8GB di RAM e 256GB di memoria interna. Anche se la nostra unità di prova offre 2GB di RAM in meno poiché si tratta della variante cinese, è stato praticamente impossibile riuscire a portare questo smartphone al limite delle sue capacità.
I primi benchmark hanno mostrato tutta la sua potenza, che è risultata praticamente al pari di qualsiasi altro smartphone di punta presente attualmente sul mercato. Passare tra le varie app in background è davvero piacevole e rapido, così come giocare a titoli particolarmente esigenti in termini di grafica. Inoltre, grazie al nuovo sistema a tripla dissipazione, OPPO Reno 10x Zoom non surriscalda mai così tanto da doversi preoccupare.
Per quanto riguarda la batteria, OPPO Reno 10x Zoom vanta una capacità di 4065 mAh, abbastanza capiente e in linea con gli smartphone della sua categoria e che mi ha permesso tranquillamente di arrivare a sera con una carica residua di oltre il 50%. Purtroppo questo smartphone non gestisce la ricarica rapida Super VOOC di cui mi sono follemente innamorato con il Find X, ma OPPO ha deciso di optare per la tecnologia VOOC 3.0, pur sempre molto veloce ma non al pari del Super VOOC.
Pienamente soddisfatto
Dopo queste 48 ore passate insieme al nuovo OPPO Reno 10x Zoom, sono abbastanza sicuro che questo smartphone abbia numerose possibilità per affermarsi nel mercato. Il fulcro principale è senza dubbio il comparto fotografico, ma anche il nuovo sistema motorizzato a forma di pinna lo rende particolarmente curioso e interessante fin dal primo sguardo.
Ciò che mi da ancora delle insicurezze è per lo più il software: la versione internazionale non mostrerà poi così tante differenze rispetto a quella cinese e, in secondo luogo, è necessario capire quanto OPPO riuscirà a fare per tenerlo sempre aggiornato.
Sicuramente uno dei lati positivi è il prezzo, meno elevato rispetto agli smartphone della concorrenza, alcuni dei quali non sono nemmeno in grado di competere dal punto di vista del comparto fotografico.
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