Ecco le vere ragioni per cui cambiate il vostro smartphone
Normalmente si cambia il proprio smartphone ogni circa 2 anni. Ma quest'affermazione rispecchia davvero la verità e, soprattutto, nasce da un'esigenza personale o è imposta dal mercato in seguito a tecniche scorrette? Vediamo cosa si cela dietro la vostra scelta, conscia o inconscia che sia.
Perché si cambia uno smartphone?
Ovvio: perché quello che abbiamo non soddisfa più le nostre aspettative. Quella che sembra una semplice risposta, tuttavia, presenta molteplici sfaccettature che potremmo suddividere in due considerazioni:
- Il mio attuale smartphone non mi soddisfa perché non funziona più bene
- Il mio attuale smartphone non mi soddisfa perché non ha le caratteristiche di quelli più recenti
Entrambi i casi sono una naturale conseguenza dell’usura e del progresso tecnologico, ma non solo. Quello che sembra il semplice corso degli eventi potrebbe essere – o forse più realisticamente, è – il risultato di un minuzioso intervento da parte dei produttori che ci invoglia - e costringe - a comprare nuovi prodotti. Senza questa azione le cose, senza dubbio, andrebbero in modo decisamente diverso.
Obsolescenza programmata
Per rispondere a chi crede di cambiare smartphone a causa dell’inefficienza di un prodotto arrivato al termine del suo ciclo vitale, vi dico che questo pensiero, in un certo senso, è programmato. Far pensare a un utente che il proprio smartphone sia ormai desueto è esattamente l’obiettivo di alcuni produttori del settore (e non solo naturalmente). Se un dispositivo non fa più il proprio dovere, qual è l’unica opzione possibile? Acquistarne uno nuovo.
Se questo stato deriva da una cattiva manutenzione o da un degrado inevitabile, ma non "forzato", è giusto così. Purtroppo le cose cambiano quando l’usura dei componenti diventa premeditata dai costruttori. Alcuni di questi ultimi studiando appositamente la progettazione in modo che questa si guasti il prima possibile o comunque in appena due anni, proprio quando la garanzia smette di essere valida.
Un emblematico esempio storico è quello del cartello mondiale Phoebus di quasi un secolo fa. In quel caso i principali produttori di lampadine fecero un accordo per standardizzarne la produzione delle lampadine affinché queste dovessero durare solo 1000 ore (a fronte delle 2500 garantite in precedenza), impegnando i progettisti (europei e statunitensi) a renderle meno efficienti e durature.
Obsolescenza percepita
Chi motiva l'acquisto di un nuovo smartphone perché crede che il proprio non sia equipaggiato delle ultime chicche tecnologiche vuol dre che è vittima di un'altra tecnica, senza alcun dubbio meno "scorretta", ma altrettanto valida e direi più subdola. In questo caso il bisogno di cambiare device (o qualsiasi altro prodotto, naturalmente) non nasce dalla progettazione che ne causa una morte prematura, bensì da un bombardamento mediatico e produttivo che ci convince dell’invalidità/inadeguatezza del nostro dispositivo.
Checché se ne dica, se oggi acquisto uno smartphone appena uscito, tra due anni questo rimane uno strumento validissimo (malfunzionamenti più o meno casuali esclusi). Tuttavia ogni mese esce un nuovo dispositivo, che differisce di poco o nulla, aggiungendo funzioni non essenziali, ma che ci conquista perché il nome si presenta con un numero più alto del precedente modello.
- erché gli smartphone cinesi costano così poco?
Anziché creare prodotti di "scarsa qualità", si mettono in commercio prodotti sempre nuovi, con nuovi design e nuove funzioni, ma senza uno stravolgimento o miglioramento degno di chiamarsi tale. Il prodotto viene così idealizzato e acquista un valore quasi simbolico: si cambia/compra perché è nuovo, perché va di moda, perché appare desiderabile e non perché davvero offra qualcosa di superiore a ciò che abbiamo già.
Conclusioni
Con questo non voglio dire che tutti i produttori di smartphone seguano queste tecniche scorrette ma, in un mondo in cui l’economia è prevalentemente basata su questi principi, è ingenuo non farci un pensierino. Personalmente ritengo che entrambe le politiche non siano così distanti dal mondo della telefonia, anzi.
Sebbene si possa pensare che l’obsolescenza programmata e quella percepita possano essere due tecniche grazie alle quali favorire l’economia ed il conseguente benessere generale, penso che in entrambi i casi gli svantaggi superino ampiamente questo aspetto. In primo luogo perché scorretto nei confronti dei consumatori e in secondo luogo in quanto nocivo all’ambiente, a seguito dell’aumento esponenziale degli scarti, in particolar modo per la sconcertante azione che ha l’obsolescenza percepita sullo stato d’animo delle persone, rendendole insoddisfatte e tristi per ciò che hanno e, soprattutto, per ciò che sono.
Voi che cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti ma prima rispondete a questo sondaggio:
Articolo inzialmente scritto da Mattia Mercato. Alcuni commenti appartengono alla prima pubblicazione.
Grazie per questo articolo che, secondo me, evidenzia molto bene le due principali cause per le quali si cambia uno smartphone.
L'Obsolescenza Programmata è a dir poco disgustosa: si progetta qualcosa, e lo si costruisce, in maniera che, proprio nei punti nevralgici, sia facile che si presentino rotture.
Come diceva anche un amico, l'obsolescenza programmata è tale per cui non si manifesta subito, ma dopo un po' di tempo. Infatti, inizialmente, la persona deve "abituarsi" a quel prodotto, in maniera che, quando questo viene a mancare, se ne senta la mancanza, e se ne prenda uno simile.
E' la vecchia storia: se non si ha qualcosa, non se ne sente la mancanza, se si ha e la si perde, questa poi manca.
E' lo stesso meccanismo per cui anche altre strutture danno "pacchetti" omaggio, a livello televisivo, per qualche tempo. In tal modo la persona si "abitua" ad averli per un tempo sufficientemente lungo, tanto da ritenerli parte della sua vita: così, quando questi si disattivano, magari invogliato da offerte che verranno strategicamente fatte in quel momento, la persona deciderà di confermare quelle visioni televisive, naturalmente a pagamento.
Lo stesso per lo Smartphone: si romperà quando la persona si sarà molto abituato a lui, al punto da considerarlo "compagno di vita". Abituato anche a quella marca, che verrà riconfermata.
A tal senso volevo anche evidenziare un problema: quello delle batterie non più rimovibili.
La batteria rimovibile era, in molti casi, la salvezza: quando qualcosa non andava, spesso, togliere e rimettere la batteria era quell'operazione che permetteva quel "reset" che faceva tornare tutto a posto, almeno in molti casi.
Ora, tutto questo non esiste più: la batteria è fissa, in una scocca unica. In tal modo, se qualcosa non funziona, quello stratagemma non è più attuabile. E, almeno, occorre rivolgersi all'assistenza, che farà di tutto per dirti che non ne vale la pena di ripararlo, che conviene cambiarlo e così via.
Inoltre, la batteria non rimovibile è anche un modo per non poterla sostituire quando questa dovesse cominciare a dare segni di cedimento. Anche in questo senso potrebbe essere stato previsto che il cambio batteria avverrebbe dopo quello dello smartphone.
In questo, devo elogiare i vari negozi Cinesi che troviamo in giro. Quando, nel luglio 2016, mi sono rivolto ad uno di questi per sostituire la Presa Micro Usb, questa mi è stata sostituita in circa 20 minuti con una spesa di 25 euro. E, quando ho detto che, secondo me, ormai quel modello, un Samsung Galaxy S4, era superato, la persona che era al banco, con fare gentile ma deciso, mi ha detto: "S4 va benissimo!".
Voglio però dire anche che, in questo cambiare lo Smartphone, c'è anche il fatto che, a causa del continuo "crescere di peso" delle varie applicazioni, uno smartphone diviene presto obsoleto.
Io ho avuto il mio primo smartphone nel marzo 2011: un samsung Galaxy Mini, avuto con i punti Vodafone.
Allora, ormai quasi sette anni fa, le applicazioni, in download, erano mediamente di 600-700 Kb. Le più "grosse" arrivavano a 2-3 Mb.
Oggi, le applicazioni più piccole comportano download di 5-56 Mb, mentre quelle più pesanti superano abbondantemente i 50 Mb.
Lo spazio occupato sul dispositivo è di conseguenza.
Naturalmente, queste applicazioni sono sempre più "avide" di risorse, e lo Smartphone comincerà a rallentare moltissimo.
Io ho tenuto il mio Galaxy S4 sino a pochi giorni fa. Poi mi hanno regalato un Huawei Mate 10 Lite.
L'avrei cambiato subito dopo Capodanno, comunque: l'S4 non andava più: la memoria era sempre piena, era diventato lentissimo, si bloccava in continuazione e così via.
C'è qualcosa di programmato in questo? Forse. Molte volte, infatti, gli aggiornamenti delle applicazioni, che avvengono a rotta continua, portano spesso solo miglioramenti di poco conto. Ma ciononostante le aggiorniamo, anche perché, in alcuni casi, quelle "vecchie" non funzioneranno più. Io, personalmente, aggiorno tutto appena si presenta un modello nuovo.
Comunque, questi aggiornamenti sono più "pesanti", come detto, rendendo obsoleto il vecchio prodotto.
Qui, però, c'è anche una considerazione da fare: alcune applicazioni, infatti, non sono installabili su scheda Micro Sd. Quali Whatsapp. Quindi, la memoria del dispositivo, con applicazioni dal "peso" sempre maggiore, si saturerà molto, molto presto.
Tuttavia, questa obsolescenza ha i suoi vantaggi: la ricerca e l'evoluzione possono essere così veloci proprio perché la gente cambia. Nessuno svilupperebbe nuovi modelli se nessuno li comprasse. Quindi, il fatto che la gente sia, forse, indotta a cambiare, permette ai produttori di immettere sul mercato modelli sempre migliori.
Poi, tra tante migliorie di basso livello, ci sono anche quelle di alto livello! Se confronto il mio vecchio Samsung Galaxy S4 con il nuovo Huawei Mate 10 Lite non c'è confronto.
Anche il prezzo ha la sua importanza: io, nell'agosto 2014, avevo pagato il Samsung Galaxy S4, trovato grazie a trovaprezzi.it, 319 euro. Il mio attuale smartphone ha un costo inferiore, e prestazioni molto, molto superiori (inclusa una memoria interna quattro volte maggiore).
E consideriamo, ad esempio, che un Huawei Y6 Pro 2017 si trova a 139 euro, quindi meno della metà di quanto allora avevo pagati l'S4, ed ha prestazioni molto migliori.
Questo ci dice che, comunque, anche il fatto che la gente cambi spesso potrebbe avere qualche vantaggio! E, nel palmo della nostra mano, questi vantaggi sono piuttosto evidenti!
Secondo me quella che viene definita "obsolescenza programmata" è più un effetto che una volontà. Effetto dovuto a tecnologie che avanzano e a soluzioni che sono sempre parziali: perché la perfezione mal si combina con budget e tempi. Io la chiamerei durata delle attuali soluzione tecnologiche (e a mio parere vanno tranquillamente oltre i 2 anni).
Personalmente i miei telefoni sono durati mediamente 3,5 anni. Ho dovuto ripararne delle parti dovuti a rotture per usura/incidenti durante il ciclo di vita utile.
Sopporto abbastanza bene mal funzionamenti secondari o piccoli danni estetici, non sento l'esigenza dell'ultima caratteristica sul mercato (es. impronta digitale, schermo curvo, ecc.).
Ne ho cambiati molti di cell in 14 anni alcuni rotti uno rubato e uno perso non da me. In totale ho speso 1000 euro circa. Pensare che c è gente che si avvicina a questa cifra con un solo. Nokia 3310 nokia n gage panasonic. Nokia 6630 nokia 5230 huawei p8 lite e xiaomi mi 4. Il piu costoso è stato il p8 lite dal costo di 180.resto tutti dai 120 ai 140
Io ho abbandonato Nexus 4 dopo 3 anni.. Praticamente a fine vita utile dato che, nonostante sulla carta restava un telefono "potente" (al pari della fascia media dell'epoca), aveva batteria completamente sput*anata (30min di SoT), una riga di touch non funzionante (sembra niente ma nell'uso di tutti i giorni fa innervosire parecchio!) e porta USB rovinata (che a parte il trasferimento di dati pregiudica la ricarica, avevo "risolto" con la ricarica wireless che però è mooolto lenta!). Alla fine sono passato a OnePlus2 (ma Nexus4 sempre nell cuore!) PS: Con 10/15€ ho cambiato batteria e la scheda con la porta USB ma la riga di touch che non va (esattamente dove il 99% della App ti chiede la pass per il login) è davvero insopportabile!
Bellissimo l'articolo ed anche la descrizione dei cartelli e del mercato, finalmente qualcosa di interessante e critico al di la della tecnologia. era tempo che non leggevo cose di questo tipo sul sito. Però vedo che quasi nessuno si è soffermato sull'aspetto dell'obsolescenza programmata nei commenti. Complimenti Sveva :)
Dunque, iniziamo col dire che manco da parecchio tempo sul sito ed era parecchio tempo che non mi dedicavo alla lettura di qualche articolo, un po' per questioni di impegni che ho avuto, un altro po' perché a volte, dando un'occhiata veloce non ho visto nessun titolo che abbia catturato la mia attenzione. Premesso questo devo fare i complimenti a quella che per me è una nuova collaboratrice di Androidpit, dato che l'ultima volta che ci sono stato non mi sembra fossero presenti articoli a sua firma. Come prima cosa cara Sveva, mi sembra un'ottima citazione la parte in cui fai riferimento al cartello Phoebus, davvero uno dei primi esempi di cui si ha notizia, della pratica della globalizzazione, che come possiamo vedere, è iniziata molto prima del 2000 ed ha radici ideologiche ancora più antiche e profonde. Scusami se mi dilungo un po' su questo argomento ma se leggi alcuni miei commenti a precedenti articoli potrai vedere che Jessica e Daria una volta mi hanno addirittura, in modo scherzoso, dato del ricercato a causa della lunghezza dei miei commenti che spesso riportano citazioni storiche, quindi, adesso vedere in un articolo una citazione di questo tipo, diciamo che mi ha spinto a pensare parecchio. L'argomento della obsolescenza programmata potrebbe essere addirittura separato dal fenomeno della rottura di un componente dopo un certo tempo di utilizzo, infatti, come mi pare che peraltro abbia messo in evidenza anche tu nell'articolo, l'obsolescenza potrebbe essere programmata anche nel senso di avere già vari prodotti innovativi ma rilasciandoli a piccole dosi, lentamente, nel giro di mesi o anni, o comunque in un periodo inferiore alla durata della vita media un componente. Oggi la cosa è più semplice perché con i microprocessori, unità programmabili, è possibile stabilire se e quanto dovrà verificarsi un crash. Nel caso che hai citato i microprocessori non c'erano e non c'era nemmeno una forte e rapida innovazione, salvo poi quella generata dalle guerre mondiali che ha dato forti impulsi alle tecnologie ed alla ricerca, tuttavia ritengo che in nome del profitto si possa anche evitare di farsi la guerra tra aziende e quindi costituire un cartello per la concorrenza sleale a favore del guadagno e sicuramente a spese degli utenti. Insomma, la pace è una cosa giusta ma deve essere accompagnata anche da altro come ad esempio, nel nostro caso, dal rispetto per i clienti di una determinata azienda. Secondo il mo punto di vista che è un parere personale, attualmente l'obsolescenza programmata è una cosa assolutamente possibile in più modi in primis programmando davvero l'unità programmabile, la CPU, magari con istruzioni all'interno dello stesso sistema operativo, delle subrutine che vanno in funzione solo dopo un certo numero di ore o dopo una certa data, la cosa dal punto di vista della programmazione, sia assembler, sia in alto livello, non è certo difficile da implementare on le attuali tecnologie. In secondo luogo è possibile programmare l'obsolescenza attraverso u progetto di marketing che preveda un rilascio graduale di tecnologie già scoperte, di aggiornamenti già collaudati ma non rilasciati subito, questo per affascinare il cliente e per convincerlo della necessità di quegli aggiornamenti e di quelle novità, che in realtà poi, differiscono in minima parte da quelle tecnologie che il cliente ha già in mano. L a prima tecnica sarebbe scorretta la seconda è sicuramente opinabile ma si tratta comunque di un rilascio graduale delle innovazioni che può avvenire a discrezione dell'azienda. Il problema nel caso della seconda tenica sorgerebbe se ad esempio una di queste aziende, per evitare che altre lancino le innovazioni per prime, andrebbe a proporre ai concorrenti di lanciare la stessa innovazione o innvazioni analoghe tutti insieme, o pressappoco nello stesso periodo in modo da mentenere invariate le stesse quote di mercato, ricordo che nel cartello Phoebus da te citato, l'antitrust ha poi sanzionato alcune delle aziende coinvolte per le pratiche commerciali scorrette. Nel primo caso quindi c'è una scorrettezza a prescindere, nel secondo ci sarebbe una scorrettezza solo se i giganti si accordassero per mantenere lo status quo. Ora qui ripeto a grandi linee un esempio che feci un commento ad un articlo di Daria, per chi non la dovesse ricordare la nostra Daria Lombardi :). Li ipotizzai uno scenario politico tra le aziende capace addirittura di alterare e manipolare i rapporti tra gli stati. Ecco, penso che se le grandi aziende si accordassero tra loro per garantirsi sempre le stesse quote di mercato o comunque per non pestarsi i piedi le une con le altre, la cosa non sarebbe poi tanto diversa da quello che fanno le maggiori potenze del mondo, litigano, si accordano, parlano, si ascoltano, si presentano agli altri e fanno propaganda ma alla fine non si scontrano direttamente tra loro, aggiungo grazie a Dio non si scontrano direttamente tra loro perché questo porterebbe poi alla fine della loro egemonia o almeno di alcuni di loro. Il discorso è molto ampio ma la morale della storia è che i grandi fanno quello che vogliono. Come controesempio si può citare il fatto che a volte alcuni colossi sono falliti o sono stati acquisiti o fagocitati da altri. E' vero, ma sono casi, nella maggior parte dei casi l'economia è sempre in trasformazione per fare restare poi le cose importanti vicino a dei punti fissi.
Insomma, per quanto auspichi la correttezza commerciale, morale ed economica delle aziende di cui ci fidiamo e dei governanti che amministrano questo pianeta, non posso omettere di dire che in nome del progresso economico, del guadagno, si può arrivare anche a delle pratiche commerciali, vittime delle quali, sono le stesse persone che hanno fiducia nei prodotti delle aziende che le applicano.
In conclusione voglio aggiungere che hai riportato circa 2 anni come tempo medio per la sostituzone di uno smartphone, ecco a prescindere dal prezzo a me sembra un tempo troppo breve e voglio aggiungere che nel fare questi acquisti bisogna avere rispetto della gente comune che spesso fa fatica ad arrivare alla fine del mese facendo solo le spese per i prodotti di prima necessità.
In ultimo voglio dire che dei siti di advertising rallentano terribilmente il sito, vertamedia, aspepenphp e ci sono siti anche meno affidabili, angsrv e brtll, insomma non so perché mentre scrivo il commento appaiono continui tentativi di connessione a questi siti che spesso non sono solo di advertising. Invito gli amministratori del dominio e non i moderatori o i caporedattori a fare accertamenti e prendere eventuali provvedimenti in tal senso, anche in questo caso ci potrebbero essere delle pratiche scorrette, magari all'insaputa di chi amministra Androidpit, ma proprio per questo, le stesse persone che hanno la responsabilità di amministrarlo hanno il dovere di verificare le motivazioni di questi continui caricamenti di pagina.
Concludo dicendo, se Dio vorrà vedremo :)
Hai approfondito, complimenti
La ragione principale per cui io cambio smartphone è perchè non mi soddisfa come vorrei... Prima avevo un Samsung J5 da 200€ e ľho tirato per un anno e mezzo. Era diventato veramente lento e così ho preso un S7 Edge. Questo che offre molto di più mi deve durare almeno 2 anni e mezzo
Ho personalmente un Galaxy S3. Sono passati troppi anni (circa 5) da quando l'ho preso e il tempo di cambiare è arrivato. Un po perchè è fermo con gli aggiornamenti da troppo tempo (presenta android 4.3) e poi attualmente esistono prodotti molto più efficienti anche a prezzo contenuto. Quindi perchè non cambiare? ;)
Beh dopo 5 anni lo trovo più che lecito !!
Ma come hai fatto per tenerlo in vita così tanto ? Il mio Galaxy S3 dopo i 2 anni ha cominciato ad essere autodidatta 😁 e la batteria non si caricava più .
Curiosità : sai già che cosa prenderai ?
Eh tenerlo in vita non è stato semplice. Diciamo che ho un po smanettato (a livello di Rom) e poi in effetti la batteria dopo 3 anni l'ho cambiata e (pensa tu) nonostante l'avessi cambiata il cellulare non mantiene per molto. Secondo me è a livello di software (troppe rom e firmware stock 😂). Su cosa prendere: dato che non vorrei spendere moltissimo, avevo pensato a qualcosa nella media, tipo ad un bel A5 2017 o S7 flat se devo rimanere samsung, Xiaomi se devo proprio scommettere su qualcosa oppure l'Honor 8 della Huawei (che mi hanno detto esser davvero un bel prodotto).
Ah ecco l'hai aiutato insomma nella sopravvivenza 😀
Io ho cambiato da pochissimi giorni il Samsung S5 e mi sono lanciata su qualcosa di diverso e cioè il One Plus 3T 6gb di Ram e 128 Rom ..
Mi hanno detto anche qui che è un ottima scelta , io per ora non so ancora dare un giudizio ma penso che sia veramente tanta roba 😀
Eh si immagino. Con ben 6 Gb di Ram e le altre prestazioni che si ritrova, non dovresti trovar problemi. In tutto ciò, attendiamo tue recensioni 😊
Se lo hai trattato bene e e lo hai preso quando era top di gamma hai fatto quello che dovrebbero fare tutti. Dopo 5 anni si può cambiare ma se uno prende qualcosa che costa mezzo stipendio allora deve tenerlo un po' più di quanto dura la garanzia, soprattutto se lo compri con le formule a rate proposte oggi
Pure io ho avuto un galaxy s3 così vecchio, con più di 4 anni e l' ho cambiato perché aveva il tasto d'accensione K.O.
Bravissimo .. ottimo articolo che ci evidenzia la realtà dei fatti !!
Io personalmente ho tirato il mio Samsung S5 fino allo sfinimento ed al surriscaldamento incredibile rendendolo lento pari ad un bradipo😆
Se cio' non fosse accaduto cmq non avrei ancora acquistato un nuovo smartphone , l'ho fatto proprio perché era da cambiare .
Grazie .. un saluto 😀
Io ne ho ancora uno, forse quest' altr'anno lo cambio
Ciao Sveva e grazie per l ' articolo
non ho votato perche c ' erano
tutti i casi di specie ci sono diverse supposizioni tranne quella che eventualmente non cambio nulla
codesto è il mio caso se applichiamo
questo raggionamento alle altre cose
non credo che sarebbe un buon affare , ciò che potrebbe indurmi al canbiamento è se non funziona più
bisognerebbe aggiungere alla lista:
Non canbio di smart ,,diventerebbe più interessante
e poi posso essere uno chhe fà
collezione di smart , io ne ho tre ma non canbio aggiungo,
non potrei mai canbiare un asus zenfone3 deluxe , o un s6 edge +,
o un A5 2016 allora me li tengo
tutti e tre .
...Ciao . Isho
Completamente d'accordo
Una volta volevamo cambiare il Mondo, oggi vogliamo cambiare smartphone...potenza dei tempi.