24 ore senza smartphone: è possibile sopravvivere?
L'abbiamo detto e ripetuto mille volte: gli smartphone sono una delle invenzioni più rivoluzionarie della nostra era. Così piccoli nelle dimensioni (Nexus 6 esclusi) riescono a fare davvero di tutto, caffè compreso. Ci pensate che fino a dieci anni fa non erano così popolari e riuscivamo comunque a condurre la nostra vita senza problemi?
Adesso uscire di casa senza smartphone è per me impensabile! Riuscite ad immaginare come sarebbe una giornata tipo senza lo smartphone a disposizione? Ho deciso di sacrificarmi per voi, di mettermi alla prova spegnendo e chiudendo a chiave in un cassetto il mio Android per 24 ore e di provare a me stessa che posso tranquillamente vivere senza. Ecco cos'è successo!
Ore 07:30
Tutto tace. Io continuo a dormire indisturbata avvolta nel mio piumone comprato all'IKEA, sognando spiagge tropicali (la stessa dove Lin Bin mette alla prova la fotocamera dello Xiaomi Mi5) e gustosi cocktail alla frutta quando...la sveglia! Non ha suonato! In realtà una sveglia sul comodino non ce l'ho proprio: non appena ho messo in tasca il mio primo smartphone, mi sono subito liberata di quel piccolo soprammobile che puntualmente (in senso letterale) mandava in fumo i miei sogni. Senza smartphone non ho neppure idea di che ore siano: mi alzo dal letto, vado in cucina dove l'orologio appeso alla parete segna le 7:30. Sono in ritardo!
Ore 08:30
Niente colazione: doccia veloce e mi preparo per uscire. Sono praticamente pronta, afferro borsa e cappotto ma mi manca qualcosa. La tasca dei miei jeans, quella dove solitamente tengo lo smartphone è vuota. E così deve stare per le prossime 24 ore. Ho tutto ciò che mi serve quindi, chiudo la porta di casa e corro alla fermata dell'autobus.
Ore 08:45
Sono 5 minuti che aspetto l'autobus ma nulla, non arriva. Il display alla fermata è spento, probabilmente non funziona. Metto automaticamente la mano in tasca per controllare su internet a che ora passerà il prossimo autobus. Niente da fare, oggi devo cavarmela da sola. Come facevo dieci anni fa quando non potevo accedere ad internet dallo smartphone?? Aspettavo ... e così ho fatto.
Ore 09:10
Sono finalmente sull'autobus anche se, a quest'ora, dovrei già essere in ufficio pronta per il primo meeting della giornata, quello dove decidiamo quali articoli scrivere. Devo assolutamente avvisare il mio capo del mio ritardo, ma non posso chiamarlo (e poi dove trovo il numero? L'ho salvato nella rubrica del mio telefono e ricordo a memoria solo quello di casa, dei miei genitori e di alcuni amici di vecchia data), né contattarlo via WhatsApp e neppure mandargli una mail. Dannazione! Nel mentre l'unica cosa che posso fare è leggere dal mio lettore ebook.
Ore 10:00
Ce l'ho fatta, sono in ufficio. Il mio capo torna dalla riunione e mi riprende per non averlo informato del mio ritardo. Gli spiego il perchè ma pensa lo stia prendendo in giro probabilmente e cambia argomento, ricordandomi di rispondere all'email che mi ha mandato un'ora fa. Le email: generalmente riesco a leggerle dallo smartphone mentre faccio colazione a casa o sull'autobus, solo dopo aver dato un'occhiata veloce alle notifiche Facebook più importanti. Ora mi tocca passarle subito in rassegna, senza neppure avere il tempo di mettere qualcosa nello stomaco.
Ore 13:00
Ho pensato: ora sono in ufficio sono salva. Sul mio pc ho tutto ciò che mi serve a disposizione, ma mi sbagliavo. Sono abituata a ricevere le notifiche di riunioni ed impegni di lavoro direttamente sullo smartphone che sta di fronte a me sulla scrivania, piazzato tra i due display, e che si illumina 10 minuti prima di ogni nuovo impegno. Apro il calendario sul pc, segno su un bel post-it tutti gli impegni di oggi e lo piazzo sullo schermo. La pausa pranzo è finalmente arrivata!
Ore 16:00
Il pomeriggio procede tranquillo, del resto a lavoro non ho veramente bisogno del mio Android. Ogni tanto però mi sembra che mi manchi qualcosa, mi viene spontaneo cercare lo smartphone per dare un'occhiata veloce ai messaggi WhatsApp o alle notifiche Facebook e mi sembra di avvertire delle vibrazioni provenire dalla tasca. Mera immaginazione meglio nota come sindrome della notifica fantasma. Tutto sommato oggi ho una distrazione in meno, anche se mi sento fuori dal mondo.
Ore 19:30
Esco dall'ufficio con un'ora di ritardo e mi preparo per raggiungere degli amici a cena. Non posso avvisarli del mio ritardo, ma non dovrebbe essere un problema se non fosse che...in ufficio mi sono scordata di controllare come raggiungere il ristorante. Ricordo l'indirizzo (è già qualcosa), ed il nome del ristorante (sto facendo progressi), ma non ho idea di come arrivarci: senza Google Maps e GPS sono persa. Lo ammetto! Chiedo ad un passante per strada che fortunatamente mi fornisce le indicazioni stradali di cui ho bisogno.
Ore 20:45
Sono finalmente al ristorante con i miei amici che non hanno fatto altro che lamentarsi dei messaggi e delle chiamate alle quali non hanno ricevuto risposta (al mio ritardo ci sono abituati, stavolta quantomeno avevo la scusa dello smartphone). Ed ecco arrivare a tavola un appetitoso piatto di rigatoni all'amatriciana che avrei tanto voluto postare su Instagram per fare venire l'acquolina in bocca a tutti, ma niente, Instagram per oggi farà a meno di me, dei miei piatti e delle facce dei miei amici. La cena va avanti a suon di cibo, bicchieri di vino e piacevoli chiacchierate non interrote, nel mio caso, da sbirciate improvvise al cellulare (cosa che non posso dire dei miei amici ma, del resto, al loro posto avrei fatto lo stesso).
Ore 23:30
Sono finalmente a casa. Dopo una rilassante doccia mi impigiamo e mi metto a letto. D'istinto mi giro vero il comodino per afferrare lo smartphone, dare un'occhiata agli ultimi post su Facebook, alle foto postate dagli amici su Instagram e scambiare qualche messaggio su WhatsApp prima di addormentarmi. Niente smartphone sul comodino, afferro Fight Club, il libro che sto leggendo al momento, e mi butto a capofitto nelle avventure di Tyler Durden, consapevole che tra mezz'ora potrò riaprire il cassetto, tirare fuori lo smartphone e ritrovarmi chissà quanti messaggi, chiamate e notifiche ad aspettarmi.
È possibile vivere senza smartphone, ma bisogna adattarsi a tempi più lunghi, ad una relativa lentezza a cui non siamo più abituati e che forse non sempre possiamo concederci durante la settimana. In vacanza la vita senza smartphone potrebbe essere più semplice da gestire, ma per il semplice motivo che con meno stress e più tempo a disposizione si riesce a trovare soluzioni alternative, le stesse alle quali eravamo soliti affidarci prima della diffusione degli smartphone.
Lo smartphone influenza le mie abitudini giornaliere, ora ne ho una prova concreta, e talvolta mi porta ad essere più pigra. Un aspetto che non tanto amo. Durante questa giornata atipica mi sono resa conto di non conoscere i numeri di telefono del mio capo o di alcuni amici che sono solita frequentare, faccio più fatica ad orientarmi e non mi sforzo di memorizzare i miei impegni perchè so che a farlo c'è il mio smartphone. Allo stesso stempo, in queste 24 ore senza il mio Android, mi sono dedicata maggiormente alla lettura di un libro, tempo che spesso impiego per leggere news sul web, post sui social network o messaggi su WhatsApp, ed ho avuto meno distrazioni a lavoro o a tavola.
Come immaginate la vostra giornata senza smartphone? Quali problemi incontrereste?
Ottimo articolo! A me è successa la stessa cosa durante un viaggio di lavoro e la mia ragazza pensava mi avesse rapito gli alieni. Dopo averla rassicurata, devo dire che un po' mi son goduto la mancanza dello smartphone e la mia dipendenza dalla tecnologia si è un po ridimensionata.... per una settimana, poi sono tornato a essere il tossico di prima :)
Ciao Jessica, dopo aver letto quello che hai scritto non posso fare a meno di farti partecipe delle mie osservazioni. Iniziamo col dire che hai messo in evidenza un aspetto molto veritiero della nostra realtà attuale e cioè quello che senza smartphone si può vivere ma l'abitudine tende a loro. Ancora una volta mi trovo a ricordare e condividere una frase di Steve Jobs che diceva che la gente non sa quello di cui ha bisogno finché non glielo fai vedere. Inoltre c'era una teoria sull'evoluzione industriale che mi fecero studiare, credo alle scuole medie. In pratica si diceva che quando si avverte un bisogno lo si soddisfa, il problema poi è che quel bisogno, adesso lo si percepisce come qualcosa di indispensabile, ma quando si sapeva che non era possibile soddisfarlo, non lo si percepiva nemmeno come un bisogno essenziale. Andiamo per ordine nella tua giornata. Alle 7:30 avrebbe dovuto suonare la sveglia e purtroppo non sei più munita ne di radiosveglie digitali ne di sveglie analogiche, cosa che quando eravamo piccoli erano all'ordine del giorno, ma adesso, soprattutto le sveglie analogiche, sono pezzi da museo. Mio nonno, circa 80 anni fa, si svegliava semplicemente ascoltando un gallo o con i bagliori dell'alba, poi è venuta la generazione dei miei genitori con sveglie grandi, poi quando noi eravamo piccoli, sveglie analogiche un po' più piccole e poi eventualmente le radiosveglie. Ad ogni modo devi fare sempre una buona colazione, mi raccomando riguardati :). Alle 8:30 hai cercato di prendere l'autobus, noto con piacere, che se la cosa è avvenuta in Germania, la precisione non manca solo a noi in Italia :). Insomma stimo molti tedeschi, sono stato li e molte cose mi piacciono, ma hanno una specie di presunzione quando parlano di precisione, soprattutto rispetto a noi italiani, ironicamente, mi verrebbe da dire che non hanno mai perdonato l'Italia per le sconfitte calcistiche che puntualmente beccano :). Proseguiamo, hai fatto la cosa che avrei fatto io, attendere, oppure chiedere alla polizia municipale. Se non ricordo male a Berlino il traffico è diretto stesso dalla polizia, quindi avrei cercato di chiedere a qualche agente, che li raramente mancano, se aveva informazioni sulla prossima corsa.
Sei arrivata in ritardo in ufficio. Va bene, giustamente il capo ti riprende, mi raccomando, se il capo è Daria mi associo nella richiesta di clemenza, se poi non è lei, andrebbe usata clemenza lo stesso per te, primo perché sono sicuro che sei sempre puntuale e secondo perché il ritardo era dovuto ad un lavoro che stavi facendo per il bene della redazione. A questo punto sorge il problema dei numeri di telefono. Io dico che gli smartphone hanno fatto perdere un po' a tutti l'abitudine di imparare i numeri di telefono a memoria, io penso che una persona debba godere delle proprie comodità ma non dovrebbe mai perdere le buone abitudini. Certo è difficile, dico che è difficile perché chi diffonde queste tecnologie, a volte lo fa proprio perché oltre all'interesse economico, ha l'interesse di poter usare armi di distrazione di massa. Per la cronaca, mia mamma che non sa usare bene lo smartphone, usa una piccola rubrica cartacea. Al lavoro, forse è meglio quello che hai fatto, cioè stare senza smartphone, meno distrazioni e più produttività, il mio professore di matematica delle scuole superiori, uomo davvero ammirevole, usava tenere un agenda cartacea. Certo se gli impegni sono pochi e vicini nel tempo sarebbe bene ricordarli a memoria ma se sono numerosi e variegati, ci vorrebbe una piccola agenda cartacea, se non altro per prevenire eventuali crash irreparabili o furti dello smartphone. Alla sera, io sono di quelli che non usano mai il gps, quindi ho mantenuto un certo senso per orientarmi e per chiedere alle persone di passaggio, insomma tutto come si faceva una volta :). I tuoi amici poi, e se tra questi c'erano gli altri ragazzi della redazione, faccio appello al valore dell'amicizia, è bello rivedere un'amica, soprattutto dopo una giornata di lavoro e quando le proprie famiglie sono molto lontano. Quindi anche se ti hanno chiamata ed hai fatto un po' tardi, sono sicuro che la gioia di rivederti è stata sicuramente maggiore della rabbia per il ritardo e per le mancate risposte. Un fatto assolutamente buono è stato che non hai potuto fotografare i rigatoni, sicuramente li hai gustati di più :).
La sera alle 23:30 stavi per andare a dormire ma volevi controllare prima lo smartphone. Insomma vedo che tutti abbiamo l'abitudine di fare un po' eccessivamente tardi la sera, deve essere un'abitudine della nostra generazione, o forse di quelli che sono ancora giovani. Hai fatto bene a dedicarti alla lettura in alternativa, meno onde elettromagnetiche ed anche meno disturbi per la vista :). In conclusione è vero che a volte serve la necessità di comunicare, se non altro anche per la propria sicurezza, ma per questo può andare bene anche un telefono cellulare, del tipo di quelli a tastiera e senza possibilità di usare internet, insomma, in caso di guasto all'automobile, di un ritardo o di una necessità, è utile poter comunicare. Devo dire che io sono stato per scelta, una volta, per una settimana con lo smartphone spento. Una cosa molto bella che ho voluto fare. Sinceramente non ho sentito la mancanza di nulla, ma per essere sicuro che in caso di necessità avrei potuto tempestivamente comunicare con chi di dovere, non so, ad esempio le forze dell'ordine, personale sanitario, assistenza stradale, per essere sicuro di poterlo fare, quando uscivo in macchina, dato che devo fare 35 Km, portavo comunque lo smartphone con me perché questo mi faceva sentire più sicuro. Infine io credo che hai detto bene, non siamo più abituati ed aggiungo, nemmeno organizzati, per una vita senza smartphone, se proprio volessimo dovremmo usare di nuovo agende e rubriche cartacee, tutto sommato sarebbe meglio e ci terrebbe anche più in attività, almeno dal punto di vista dell'uso del cervello, ma questa è una cosa che contrasta con la cultura delle armi di distrazione di massa. Hai sperimentato benissimo che a volte con un po' di tecnologia in meno, si può benissimo stare più vicino alle persone, ma hai fatto una cosa da vera cronista, esponendoti in prima persona.
Tutto sommato io credo che se volessimo tornare indietro innanzitutto ci vorrebbe la nostra volontà e successivamente e conseguentemente una certa organizzazione :). Se Dio vorrà vedremo in futuro :)
Ciao Dommy! Era da un po' che non trovavo uno dei tuoi lunghi commenti :)
Come hai detto tu, è possibile vivere senza smartphone e riabituarsi ad una vita senza questi dispositivi sempre a disposizione ma siamo davvero dispositi ed interessati a mettere da parte questo aspetto della tecnologia? Anche tu sei stato una settimana senza smartphone ma, alla fine, hai ricominciato ad utilizzarlo: perchè?
Ciao Jessica, mi fa piacere che tu mi abbia risposto, c'è ancora qualcuno che ha la voglia di leggere tutto quello che scrivo :). Ad ogni modo la domanda che mi poni è in stile Enzo Biagi, Indro Montanelli, nel senso che tende ad andare al nocciolo della questione in maniera diretta, arte possibile ai grandi cronisti :). Vergine da servo encomio, davvero complimenti e veniamo alle risposte. Io penso che potremmo rinunciare allo smartphone ma ci sono delle specifiche situazioni in cui lo smartphone da maggiore competitività, ad esempio nel tuo lavoro potrebbe essere necessario disporre di internet per delle comunicazioni, se i redattori di altri siti potessero connettersi ad internet con maggiore rapidità di te, sicuramente avrebbero una competitività maggiore, con il conseguente aumento della competitività delle loro redazioni rispetto a quella di androidpit. Io penso che se da un lato ci sono servizi che potrebbero essere necessari noi ne abusiamo un po', ad esempio abusiamo di internet e delle applicazioni di IM, non le usiamo solo per necessità ma anche per svago, ed a quello potremmo benissimo rinunciare, a patto di avere una buona organizzazione ed una minore dipendenza psicologica. Potremmo rinunciare anche al gps soprattutto quando non ci allontaniamo troppo da casa e quando si ha il tempo di chiedere informazioni o cercare sulle cartine geografiche. Insomma la vita frenetica, che tende sempre ad una maggiore frenesia, oltre a farci del male psicofisico, ci rende impossibile liberarci completamente dalla tecnologia. Per secoli, gli esploratori si sono fatti strada con sestante e bussola, anche in mezzo al mare. Al giorno d'oggi solo pochi matematici o militari sanno usare strumenti di questo tipo. Insomma la frenesia della vita contemporanea ci impedisce di poter rinunciare totalmente allo smartphone, insomma è compromessa la nostra capacità di adattamento e la propensione al sacrificio. Questo avviene anche per la necessità di essere competitivi in certe attività, ma gli esseri umani hanno il vizio di esagerare e di abusare di ciò che dovrebbe solo essere una comodità. Per quanto riguarda il perché ho ripreso, ti dirò la verità. Io mi ero prefissato il traguardo di una settimana e l'ho raggiunto. A me lo smartphone piace, così come le macchine sportive, non ne possiedo una ma so che se l'avessi dovrei rispettare i limiti di velocità, certo se venissi in Germania in determinate ore, mi pare di ricordare che non ci sono limiti in autostrada, ma questo è un altro discorso. Io mi ero proposto una settimana e poi ho ricominciato. Anch'io sono un essere umano consapevole ed orgoglioso dei propri limiti, soprattutto del limite umano, per questo cerco di fare il possibile per non acquisire dipendenza e perché la tecnologia per quanto importante possa restare solo uno strumento a disposizione dell'essere umano, senza controllarlo :)
Bell'articolo! Hai fatto l'esperienza e ti sei resa conto di quanto prima fossimo, senza smartphone, più attivi nel ricercare informazioni per uno spostamento, come ci si dava appuntamento in un luogo senza avvisare di eventuale ritardo... La regola era "aspettare". Tempi più lunghi, ma capacità maggiori di problem solving per certi versi! Mi hai dato spunto per un'eventuale prova da fare con gli adolesceti: un giorno senza smartphone chissà come se la caveranno?? Loro, che sono nativi digitali, al contrario della nostra generazione, non hanno esperienza di quotidianità senza uno smartphone!
Mi vergogno un po a dirlo ma io sarei in seria difficoltà senza il mio s6 edge. Anche perché ci lavoro . . . Neanche so che farei senza smartphone. Tempi moderni !
Ottimo articolo!!! Io ho "qualche" annetto in più della media degli utilizzatori di smartphone odierni.
Mi viene da sorridere se penso che ci sono giovani che non sanno cosa voglia dire darsi appuntamento da qualche parte telefonandosi da un fisso e poi vedersi esclusivamente sul luogo dell'appuntamento senza essersi nel frattempo inviati 1000 whatsapp tipo "dove siete?" "a che ora arrivate?" o inviandosi foto o altre diavolerie.
Nonostante questo viva la tecnologia e viva gli smartphone con tutto quello che ne consegue.
Ciao gcmpp! Capisco benissimo quello che dici, anche perchè io stessa ero abituata ad incontrarmi con gli amici semplicemente fissando in anticipo posto e orario. Ora mi sembra quasi impossibile!
Hahaha complimenti👍 io ho dovuto restare senza il mio fantastico (?!) galaxy ace del 2012 per tre giorni perché dopo 3 anni mi ha lasciato... È stata un'esperienza assurda, ogni due secondi toccavo tutte le tasche in cerca dello smartphone... Poi finalmente è arrivato il mio lg g3s e mi ha salvato...
Cavolo...proprio un bell'articolo. Complimenti...soprattutto per il tuo sforzo di nn guardare lo smartphone per 24h =-O =-O =-O =-O
Credo che incorrerei più o meno nei tuoi stessi problemi, tranne al lavoro visto che nell'azienda dove lavoro è severamente vietato portarsi dietro lo smartphone, per cui per certi versi sono abituato a stare otto ore senza averlo a portata di mano. E spesso è un gran bene per il non consumo della.batteria. :-)
Amicocatopleba quando sei a lavoro tieni lo smartphone spento o lo tieni comunque acceso in modalità aereo?
Lo tengo acceso in modalità aereo, dentro l'armadietto, come fanno tutti, del resto. Aggiungo che gli armadietti sono controllati, altrimenti, se così non fosse, lo lascerei a casa.