Scanner di impronte, per sbloccare non basta un dito... solo
Abbiamo già parlato del lettore di impronte digitali montato sull'iPhone 5S di Apple, nel descriverne il funzionamento però abbiamo evitato di citare uno dei rischi più truculenti che uno scanner biometrico di questo tipo può far correre: che qualcuno per sbloccare l'iPhone usi il nostro dito, non necessariamente ancora attaccato alla mano.
Lo scenario, più che da film horrror, è da film di spionaggio, ma se ci si pensa bene forse non sarebbero così pochi quelli che per carpire segreti industriali o militari nascosti su uno smartphone sarebbero disposti a effettuare tale operazione chirurgica.
Ovviamente si tratta di una possibilità che si applica a pochissimi personaggi, custodi di segreti dall'alto valore economico o politico, ma il basso numero di interessati non basta a escludere l'ipotesi. Devono aver pensato lo stesso a Cupertino - e si spera lo farà anche HTC se includerà uno scanner di impronte sull'HTC One Max – e così il lettore biometrico dell'iPhone non si accontenta di un dito da solo, lo vuole proprio attaccato al resto del corpo.
Il lettore infatti usa due diversi sensori, uno che legge l'impronta vera e propria e la confronta con quella del proprietario e un altro che rileva la frequenze radio emessa dal corpo umano... quando è vivo e tutto intero. Insomma un dito da solo non potrebbe ingannare un moderno scanner di impronte digitali, né potrebbe farlo un corpo ormai “trapassato”.
Chi ha un iPhone 5S che contiene informazioni di valore potrebbe voler stampare questo post per mostrarlo a chi di dovere al momento giusto.
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