Le principali app Android continuano a inviare dati a Facebook senza consenso
Pensavate che i vostri dati fossero al sicuro da Facebook perché non avete mai creato un profilo sul social network? Dovrete ricredervi! Una nuova indagine del Privacy International ha scoperto che molte delle principali applicazioni Android continuano a condividere i vostri dati personali con il social network senza alcun tipo di consenso.
Il primo studio condotto da Privacy International nel 2018, ha rilevato che almeno il 61% delle applicazioni tende a trasmettere automaticamente i dati degli utenti a Facebook nel momento in cui aprono l'app. Questo succede anche se non possedete un profilo Facebook o se fate logout dalla piattaforma. Alcune delle informazioni trasmesse ai social media sono risultate essere "incredibilmente dettagliate e, a volte, sensibili".
Questo trucchetto è possibile grazie al Facebook Software Development Kit (SDK). Si tratta di un sistema creato da Facebook che le varie app integrano nel loro codice sorgente ed è stato progettato, appunto, per trasmettere automaticamente i dati personali al social nel momento in cui un utente apre l'applicazione.
Dalla pubblicazione dei loro risultati, Privacy International ha testato nuovamente le stesse applicazioni, scoprendo che alcuni hanno smesso comportarsi in tal modo. Spotify, Skyscanner e KAYAK, ad esempio, hanno aggiornato le loro app in modo da non comunicare più senza un consenso da parte dei loro utenti. Tuttavia, questo non è il caso di molte altre principali applicazioni Android con milioni di utenti attivi.
Secondo Privacy International, Duolingo, una delle maggiori applicazioni per l'apprendimento delle lingue (oltre 100 milioni di installazioni su Google Play), mostra ancora questo comportamento. Lo stesso vale per Yelp e altre ancora.
Perché è un problema?
Lo studio afferma che i dati vengono inviati con un identificatore unico, il che rende facile tracciare un quadro solido degli interessi della persona, delle sue attività e così via. Non solo viola la loro privacy, ma offre a Facebook "una visione straordinariamente ampia", fornendo loro vantaggi competitivi.
Ciò ha indotto Privacy International a contattare il Comitato Europeo per la protezione dei dati e il Garante Europeo della protezione dei dati, chiedendo che entrambi tengano conto delle loro conclusioni e delle questioni giuridiche sollevate. Inoltre, il team ha anche contattato Facebook stessa, invitando il social a cambiare il Developer Kit.
Cosa ne pensate dell'indagine condotta da Privacy International? Siete sorpresi di ciò che hanno scoperto?
Fonte: Privacy International
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