Miglior fotocamera smartphone: chi c'è dietro i punteggi DxOMark?
Se seguite regolarmente le novità tech il nome DxOMark vi è certamente familiare. Eppure in pochi sanno cosa si cela dietro queste classifiche, prese molto sul serio sia dal pubblico che dai produttori del settore. Approfittando della presenza di DxOMark all'MWC ho capito meglio su cosa vengano basate recensioni, confronti e giudizi del noto sito web.
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Citato regolarmente dalla stampa, i punteggi di DxOMark servono come criterio di scelta per molti utenti che vogliono comprare un nuovo device con comparto fotografico al top. Dietro a questi test in realtà si nasconde DxO, una società francese lanciata nel 2003 con sede nella regione di Parigi che basa il proprio core business nella qualità delle immagini. Tuttavia la sua attività non si limita ai punteggi DxOMark noti al grande pubblico.
Più che semplici punteggi
L'azienda offre parecchie soluzioni software per i fotografi professionisti e con una lunga esperienza. Per molte società questo sito è semplicemente uno dei migliori punti di riferimento in termini di qualità dell'immagine. Ma il suo campo d'azione non è solo questo. DxO offre infatti anche servizi di consulenza a diversi brand per aiutarli nella progettazione dei loro prodotti e per migliorare la qualità delle loro immagini. Da settembre 2015 la società francese ha anche lanciato una propria telecamera esterna (499 euro) per smartphone, chiamata DxO ONE.
Il punteggio relativo a ogni telefono è il risultato di 7 giorni di lavoro basato su oltre 400 scatti e 30 registrazioni video
DxOMark, per DxO, è dunque una vetrina che mostra la conoscenza e la padronanza dell'argomento costruita per il pubblico per avvicinarlo ai propri prodotti. DxO verifica la qualità delle immagini di fotocamere, obiettivi e smartphone. Per i primi due settori il brand esegue una misurazione oggettiva chiamata Labo (da file RAW) per dare un'idea delle potenzialità dei dispositivi. Per gli smartphone la situazione è leggermente diversa. DxO effettua una combinazione di misurazioni oggettive in laboratorio e percettive (da JPEG e MPEG). Il punteggio relativo a ogni telefono è il risultato di un lavoro di 7 giorni basato su oltre 400 scatti e 30 registrazioni video.
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Un giudizio oggettivo?
Tra i suoi clienti, ovviamente, ci sono diversi produttori di smartphone. L'esperienza fotografica offerta dai nuovi terminali, ad oggi, è infatti uno degli elementi che più differenziano il mercato del mobile. Durante il Mobile World Congress 2017 ne abbiamo avuto un'ulteriore conferma: Huawei ha evidenziato la propria collaborazione con Leica in occasione della presentazione del nuovo Huawei P10, LG ha esaltato il nuovo sensore del G6 con doppia fotocamera e Sony ha introdotto il suo Xperia XZ Premium con triplo sensore Exmor RS.
I punteggi DxOMark sono utilizzati anche da alcuni produttori al momento del lancio dei loro prodotti. HTC, e più recentemente anche Google, si sono congratulati con DxOMark per gli eccellenti punteggi conquistati. Wiko ha fatto lo stesso in occasione della presentazione del nuovo WIM/Lite e di recente ha anche invitato un rappresentante di DxO per parlare di una eventuale collaborazione. E così siamo arrivati a porci delle domande circa l'obiettività dei punteggi dati DxOMark.
Se DxO dà dei consigli alle aziende riesce anche ad essere perfettamente obiettivo nel giudicare ciò che in ultima analisi è il risultato del suo consiglio? Si può essere al tempo stesso giudice e giudicato? Il dubbio è comprensibile, soprattutto nei punteggi relativi agli smartphone perché in parte sono soggettivi. Questa relazione confusa, soprattutto tra produttori e DxO, non porta verso conclusioni ottimististiche, soprattutto per i complottisti.
Tuttavia l'anzianità e la reputazione del marchio nel campo della qualità delle immagini sono argomentazioni forti per dimostrare la sua buona fede. All'MWC di Barcellona ho avuto modo di guardare un test campione completo. Il minimo che mi sento di dire è che la società prende le cose molto seriamente. In definitiva, quindi, la credibilità dei punteggi di DxOMark permettono di comprovare le competenze di DxO. Non avrebbe senso cercare di "barare" con risultati falsi.
I test effettuati dalla stampa confermano sistematicamente i punteggi di DxOMark. Quando quest'ultimo ha quotato il Google Pixel con il punteggio più alto mai ottenuto da uno smartphone, in molti erano scettici perché mancava uno stabilizzatore ottico e il sensore per la doppia fotocamera. I risultati finali hanno però dimostrato che si trattava effettivamente di una delle migliori fotocamere smartphone sul mercato.
Uno strumento, niente di più niente di meno
Alla fine è tutto una questione di prospettiva e di analisi. Qualsiasi tipo di classifica o di punteggio ottenuto dovrebbe essere preso con le pinze. E' il confronto tra diversi risultati e sensazioni che dà davvero l'idea del potenziale generale di un dispositivo.
I punteggi DxOMark sono uno strumento preciso (e affidabile) per analizzare alcune prestazioni (tra cui la qualità delle immagini) ma non dovrebbe essere l'unico elemento per giudicare l'esperienza fotografica di un device. (DxOMark, per esempio, non giudica l'app della fotocamera).
Avevate sentito parlare prima dei punteggi DxOmark? Avete mai usato degli indicatoti quando volevate comprare un nuovo dispositivo?