La pirateria musicale ha i giorni contati

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La pirateria musicale ha i giorni contati, il download illegale di brani musicali è in ripida picchiata. Sarà tutto grazie ai nuovi servizi di streaming? I dati in Italia sono incoraggianti e mostrano come la strada intrapresa non solo nel nostro Paese sia quella giusta.

Al giorno d'oggi, la maggior parte dei nostri conoscenti sta ancora ascoltando in auto lo stesso CD rovinato che sta ascoltando da 20 anni, gli altri si sono mossi verso servizi di streaming legali come Spotify e Co. La pirateria sta vivendo giorni bui grazie alla concorrenza di questi servizi super economici o addirittura gratuiti in alcune proprie varianti.

Secondo un'indagine di Similarweb, condotta per IFPI e FIMI, in un solo anno la contraffazione digitale tramite web o in mobilità è scesa del 35% (dati confrontati con marzo 2018). Se si considerano i dati degli ultimi due anni, il calo è del 50%. Ciò significa che oggi ci sono la metà dei pirati musicali rispetto all'anno 2017, impressionante.

“Questo non significa che il fenomeno sia stato sconfitto, perché spesso la pirateria ha individuato innovative forme causando nuovi impatti sul settore, ma conferma che c’è stata una risposta mirata che ha generato dei risultati” - Luca Vespignani, Segretario generale di FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale)

Rispetto al 35% del 2018, la percentuale di pirateria rispetto alla totalità del mercato italiano si ferma sul 20%. Un valore comunque alto e che indica come il nemico non sia stato definitivamente sconfitto, tuttavia c'è da festeggiare. Sempre secondo la fonte, i download da YouTube e simili sono diminuiti del 41% in un solo anno (forse grazie all'arrivo di YouTube Music?) e il download via torrent sono scesi del 52,6%.

La chiave di questo declino è un mix di contrasto efficace: di buone leggi, costruite nel tempo, e di modelli di business appetibili”, ha commentato Enzo Mazza, CEO di FIMI.

spotify vs youtube music
YouTube Music e Spotify sono solo due dei tanti servizi di streaming musicale. / © NextPit

Le piattaforme di streaming legali come Apple Music o Deezer stanno riscuotendo un grande successo. A costi obiettivamente molto contenuti (meno del costo di un singolo CD fisico al mese) queste piattaforme stanno permettendo soprattutto ai più giovani di avere accesso ad un'infinità di contenuti musicali in maniera legale e in grado di supportare (anche se non come in passato N.d.R.) gli artisti stessi.

I modelli di business basati sulle pubblicità come quelli di YouTube Music e Spotify hanno di certo contribuito alla riduzione della pirateria anche se i "più furbi" hanno trovato modi ingegnosi di aggirare anche le limitazioni dei servizi gratuiti.

Voi acquistate la musica su servizi come iTunes, dischi fisici oppure vi affidate allo streaming?

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4 Commenti
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  • 3
    ZBear 15 lug 2019 Link al commento

    O forse è perchè la musica odierna è talmente oscena che i veri scariconi continuano a ascoltare la vecchia, e gli altri usano youtube e/o le app crackate .... niente di nuovo sotto il sole, come sempre.


  • Silvio G. 17
    Silvio G. 15 lug 2019 Link al commento

    al contrario secondo me è solo cambiata la pirateria. Prima si scaricava, ora si usano app crackate. La pirateria nn è diminuita ma si è semplicemente evoluta.


  • 12
    Federico B. 10 lug 2019 Link al commento

    L'unico contrasto alla pirateria è offrire servizi validi, pratici ed economici.
    Al momento lo streaming musicale e video hanno diminuito la pirateria perché più comodi a fronte di un esborso ragionevole, ma la gente non disinstallato eMule & Co., li ha solo messi in pausa...

    Francesco Nunnari


    • Simone Costi 21
      Simone Costi 13 lug 2019 Link al commento

      A dire la verità, non credo che verranno mai disinstallati: possono essere tenuti anche solo per la nostalgia verso gli anni 2000

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