I tempi in cui si possiede un veicolo stanno per volgere al termine
Autonomia è una parola che sentiamo spesso in riferimento alle auto che sono in grado di guidare da sole. La libertà, d'altra parte, è qualcosa che siamo abituati a vedere nella pubblicità delle auto. Ma cosa significa realmente questa parola al giorno d'oggi? È possibile che ci troviamo già nel periodo in cui non conviene essere proprietari di un'automobile?
Internet può essere stata una rivoluzione nelle comunicazioni, ma sta anche cambiando inesorabilmente il nostro rapporto con la proprietà dei beni mobili (quelli registrati soprattutto), poiché beni e servizi diventano cose a cui si accede tramite app o, addirittura, con un breve comando impartito ad un assistente vocale in seguito allo sviluppo del cloud computing. Ma questa convenienza, che può anche essere più economica e accessibile in termini di denaro, ha un costo che ricade sulla nostra libertà.
Siamo infatti sempre meno proprietari di quello che paghiamo. Moltissimi utenti ascoltano musica attraverso Spotify, si godono un film attraverso Netflix, o si divertono con i videogiochi attraverso Steam. In pratica, è possibile ottenere delle "licenze" per accedere all'intrattenimento, ma non siamo assolutamente i reali proprietari dei servizi utilizzati.
Ciò non vale solo per la multimedialità, ma anche per altre cose più tradizionalmente tangibili ed essenziali, ormai anch'esse influenzate da questa tendenza. Abbiamo visto, ad esempio, come AirBnB ha efficacemente incentivato i proprietari a sfruttare le aree urbane disponibili per affittarle ai turisti, piuttosto che sfruttarle in modo sbagliato.
E così sarà anche con i trasporti. La domanda è: quanto tempo ci vorrà? E fino a che punto potrà diffondersi questo trend?
Convenienza contro la cultura dell'auto
Il progresso delle auto che guidano da sole va di pari passo con le società di ride-sharing. Uber, Lyft, Waymo e co. stanno tutti sviluppando taxi autoguidati, ma non si fermeranno qui. Flotte di veicoli autonomi si occuperanno del trasporto merci e serviranno anche come hotel mobili e persino come bordelli. Secondo uno studio del 2017 di Rethinkx, la proprietà di un'auto privata negli Stati Uniti calerà dell'80% entro il 2030.
Questa linea di pensiero giustifica il fatto che, man mano che le flotte di veicoli autonomi si sviluppano e diventano sempre più accessibili e convenienti, molte persone abbandonano del tutto la proprietà dell'auto. Dopo tutto, perché finanziare un'auto o noleggiarla, quando un servizio in abbonamento ben più economico può mettere a disposizione un'auto con un semplice tocco?
Ci sono alcuni ovvi vantaggi. Per cominciare, sarebbe molto meno dispendioso. In media, le auto vendute negli Stati Uniti sono parcheggiate per oltre il 95% del tempo, occupando solo spazio, ma un'auto che si guida da sola passerebbe all'utente successivo invece di stare ferma da qualche parte. Questa efficienza e la necessità di un minor numero complessivo di auto sarebbe positiva per l'ambiente e potrebbe modificare in meglio la pianificazione urbana, senza contare il fatto che lo spazio riservato alle corsie stradali e ai parcheggi potrebbe essere utilizzato in modo diverso. San Francisco e Pittsburgh stanno già adeguando la loro pianificazione urbana per tenere conto dei veicoli dotati di guida autonoma.
- L’Intelligenza Artificiale determinerà la fine della responsabilità personale?
- Sei auto elettriche che non vi costeranno una fortuna
Se non aspettate altro che un futuro in cui non sarà più necessaria la proprietà di un'auto, allora uno dei principali ostacoli sarà proprio quello di estendere il servizio. La mercificazione delle auto va contro il modo in cui ci è stato insegnato a pensare ai veicoli per anni. Le auto sono state commercializzate per decenni come status symbol e oggetti infusi di un potente simbolismo. Lo scherzo del cliché di un'auto costosa come compensazione per una carenza di mascolinità non ha bisogno di essere menzionato, ma resta il fatto che le auto vengono ancora vendute con la promessa di dare potere, libertà e popolarità all'acquirente.
Il finanziamento delle auto per la proprietà personale è una realtà grande e radicata, che non si fermerà di punto in bianco senza lanciare un contrattacco verso la condivisione.
Saranno i millennials ad uccidere la proprietà dell'auto?
No, certo che no. Come di consueto in questi casi, i millennials stanno semplicemente reagendo alle circostanze che l'economia ha posto su di loro. Uno studio della Wharton University of Pennsylvania rileva che, nonostante i millennials abbiano un tasso di proprietà di auto inferiore rispetto alle generazioni precedenti, questo potrebbe avere più a che fare con il crollo finanziario del 2008. I giovani attuali possono volere comprare le loro auto, proprio come vogliono comprare case, ma alla fine, non possono permettersi di farlo. Sempre secondo lo stesso studio, se avessero abbastanza soldi, i millennials comprerebbero ancora automobili.
Nonostante io sia una persona che disprezza personalmente le auto, non posso dire che accolgo con favore la visione utopica di veicoli autoguidati su richiesta che sostituiscono la proprietà. Sempre più spesso, stiamo iniziando a riconoscere che la convenienza e i risparmi promessi dalle grandi tecnologie come Facebook e AirBnB hanno dei lati negativi nascosti che tendono a rivelarsi solo più in basso.
Nel caso dei veicoli dotati di guida autonoma, lo scenario da incubo sta cedendo troppo controllo sui nostri movimenti a società private non responsabili, diventando dipendenti da un'entità che potrebbe sbarazzarsi di un servizio quando vuole e che si sviluppa "disturbando" più velocemente di quanto la regolamentazione governativa possa tenere il passo.
Pensate che la proprietà delle auto sia destinata a fallire molto presto?
Contenuti editoriali consigliati
Con il vostro consenso, qui vengono caricati contenuti esterni.
Facendo clic sul pulsante qui sopra, l'utente accetta che vengano visualizzati contenuti esterni. I dati personali possono essere trasmessi a fornitori terzi. Per ulteriori informazioni al riguardo, consultare il nostro sito Informativa sulla privacy.