Google è ancora una startup in materia di hardware

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© nextpit by Irina Efremova

Google è un'azienda di software e soluzioni per il web, che però investe tanto anche in hardware. Cinque anni fa ha annunciato l'uscita di una serie di dispositivi, tra i quali la nuova versione dei Google Glass. Lo sviluppo degli occhiali per la realtà aumentata da parte del gigante della ricerca può essere in una fase di stallo, però molti altri dispositivi sono arrivati sul mercato in questi ultimi anni e servono come piattaforma per i servizi di Google.

Google è una filiale dell'impresa madre Alphabet, fondata nell'ottobre 2015, che comprende anche altre ditte come Calico, DeepMind, X, Google Fiber e Nest Labs. Detto questo, in quest'articolo non voglio parlare del Progetto Loon o delle fotocamere di sicurezza, ne dei termostati o rilevatori di fumo di Nest, ma dei prodotti di Google.

Secondo Wikipedia, per definizione, Google è un'azienda di software e hardware:

Google Inc. è una impresa multinazionale specializzata in servizi e prodotti per il web. Questo include tecnologie di pubblicità online, ricerca, cloud computing, software e hardware.

Questa definizione è chiaramente confermata sulla pagina web ufficiale dell'azienda tramite la sua lista di prodotti. Tra Google Allo e Duo, Google Foto, Maps, Chrome e Google App, abbiamo una sezione dedicata ai dispositivi di Google: Pixel, Home, Daydream View, e Wifi. Per questo Google è anche una compagnia di hardware.

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Google è anche una compagnia di hardware. / © NextPit

Tuttavia, considerando gli investimenti del gruppo Google nel software e nelle soluzioni web, il progetto più conosciuto dell'impresa è di sicuro il motore di ricerca, per quanto concerne il titolo di azienda di hardware la cosa non è così ovvia. Per molto tempo il gigante delle ricerche è rimasto dietro ad altre aziende come Samsung, HTC, LG e Huawei, per esempio, in ambiti quali la costruzione di smartphone Nexus o i portatili conosciuti come i Chromebook.

Però lo scorso anno, con l'annuncio dei telefoni Pixel chiamati dagli esecutivi della compagnia "i primi smartphone di Google", le cose si sono iniziate a chiarire. Tuttavia, abbiamo dovuto assistere a vari capitoli della saga per arrivare alla conclusione che Google è in realtà una startup in materia di hardware.

Acquisto e vendita di Motorola

Nel 2012, Google acquisì Motorola Mobility per 12,5 milioni di dollari. Questo acquisto fu seguito da grandi aspettative, già che non si trattava solamente dell'acquisto di un'impresa ma di tutto il settore abilitato alla costruzione di dispositivi mobili.

Tuttavia nel 2014 lo sviluppatore di Android annunciò la vendita di alcune unità di telefonini Motorola a Lenovo. L'accordo fu chiuso a 3 mila milioni di dollari, il che dimostra l'interesse di Google per i brevetti Motorola più che la vera intenzione di produrre dispositivi propri.

Con l'acquisto di Motorola, Google ha acquistato anche i diritti su i 17,000 brevetti che l'impresa aveva. Di questi, solo 2000 sono stati trasferiti a Lenovo. Tenete anche presente che in quel moment, l'intenzione era quella di rafforzare il sistema operativo Android e non avere problemi con i processori o altre questioni legali dovute all'uso di determinate tecnologie.

L'arrivo di Chromecast

Nel 2010, in collaborazione con i principali produttori di telefoni sul mercato, Google ha sviluppato il Nexus One e così ha istituito la propria serie di smartphone che eseguivano la versione più pura del suo sistema operativo, Android. Fu però con l'annuncio di Chromecast che abbiamo visto il gigante delle ricerche assegnare, distribuire e commercializzare un suo prodotto: Chromecast di Google.

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Chromecast è uno dei dispositivi più popolari di Google. / © NextPit

Il successo di Chromecast poteva essere previsto, dopo tutto Google ha messo sul mercato un device super economico (in confronto a qualunque altra smart TV), che funzionava come fosse una pen drive e permetteva di convertire qualunque televisore con un entrata HDMI in un televisore connesso. 

Prima, con Google TV in seguito chiamata Android TV, c'era una associazione con produttori come Sony che materialmente fabbricavano l'hardware e firmavano il progetto. Con Chromecast abbiamo qualcosa in più della sola marca Google sul dispositivo: il design, la creazione e la distribuzione logistica, così come le vendite sono effettuate dall'azienda.

L'arrivo dei dispositivi Pixel e la divisione hardware

La linea Nexus è stata rimpiazzata dalla serie Pixel nel 2016. Così facendo Google ha creato una divisione hardware diretta da una vecchia conoscenza: Rick Osterloch, ex presidente esecutivo di Motorola nel momento in cui il produttore era ancora sotto l'ala protettrice di Google.

Anche se Google Pixel e Pixel XL sono stati lavori a due mani (vale a dire con la collaborazione di HTC). L'unico logo che si trova impresso sul dispositivo è la "G" di Google. Come detto prima, nello scenario della presentazione ufficiale, il Pixel è stato descritto come "il primo smartphone di Google".

Questo ha chiarito definitivamente che il gigante delle ricerche può anche essere considerato un'azienda di hardware. Come Apple, che sviluppa software e hardware dell'iPhone, e che però realizza il montaggio in collaborazione con altre ditte come Foxconn. Il caso di Google non è molto diverso però su scala più piccola, dato che Apple segue ancora molto da vicino la produzione della propria CPU, per esempio, mentre il gigante della ricerca utilizza il processore di Qualcomm per i suoi smartphone.

La distanza aumenta anche di più se paragoniamo Google con produttori come Samsung o Huawei. In confronto a queste due aziende, Google può essere considerata una startup nell'area dell' hardware (tenendo in conto lo sviluppo dei dispositivi Google senza contare la costruzione dei server).

Google sta investendo nell'hardware?

Non c'è dubbio che i prodotti Google stiano diventando parte integrante della nostra vita quotidiana. Che sia la posta elettronica, il motore di ricerca, navigazione e localizzazione, il sistema operativo che da vita ai vostri smartphone o televisori. La parola Google è diventata sinonimo di ricerca. E adesso dobbiamo abituarci all'idea che Google sia anche un'azienda di hardware. Cosa che può passare inosservata soprattutto nelle regioni dove Pixel, Home e Wifi non sono disponibili.

Guardando un po' indietro, nel 2012, l'allora direttore finanziario di Google, Patrick Pichette, disse che l'impresa era probabilmente una delle compagnie di hardware più grandi al mondo. In una intervista a Wired, Pichette affermò che "c'è il mito per cui Google non sappia nulla di hardware", però l'azienda è uno dei più grandi giocatori in quest'area:

Siamo grandi nell'hardware. Google costruisce server in una fabbrica che, di sicuro, fa sì che sia uno dei più grandi produttori di hardware del mondo. Ne sappiamo di hardware. Ne sappiamo tanto di tecnologia flash. Ne sappiamo di attrezzatura. Conosciamo la catena di fornitura.

Sì, il gigante di internet ne sa di hardware, e parecchio. Con gli investimenti nei settori della Intelligenza Artificiale (IA), della Realtà Virtuale (RV) e della Realtà Aumentata (RA), sempre più piattaforme utilizzano internet in modi diversi, e siccome la strategia di Google si basa sulla rete, è inevitabile che l'azienda inizi a radicarsi nella costruzione di quelli che vengono chiamati "dispositivi di Google".

Per diffondere Google Assistant gli ingegneri svilupparono Google Home. Per standardizzare la realtà virtuale, abbiamo degli occhiali "democratici", i DayDream View. Per ottimizzare l'esperienza con questi e altri servizi dipendenti da internet, abbiamo Google Wifi. Per mantenere l'essenza di Android, abbiamo Google Pixel.

L'investimento in hardware è presente nell'agenda di Google, su questo non ci sono dubbi. La grande domanda è legata ai problemi di distribuzione. Gli smartphone Pixel sono disponibili in pochissimi Paesi, e lo stesso discorso vale per Google Home, DayDream View e Google Wifi. 

Quindi non fatevi ingannare dall'incompetenza logistica o dal disinteresse quando si parla di competere apertamente con i propri partner. Google è anche un'azienda di hardware, ma è ancora in fase di startup. Voi come la vedete?

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Camila Rinaldi

Camila Rinaldi
Head of Editorial

Con oltre un decennio di esperienza nella valutazione della tecnologia, di recente mi sono immerso nel mondo dei wearables e ho sviluppato una passione per le innovazioni nella salute digitale. Sebbene ora sia profondamente integrato nell'ecosistema Apple, il mio entusiasmo per Android rimane forte. In passato, sono stato caporedattore di AndroidPIT e Canaltech in Brasile, e ora condivido le mie analisi con il pubblico statunitense di nextpit. Oltre alla tecnologia, apprezzo molto la mia collezione di vinili e credo che il modo migliore per conoscere un luogo sia attraverso la sua cucina. Unisciti a me mentre esploro la fusione tra tecnologia e cultura nella nostra vita quotidiana.

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