Ecco perché potrei innamorarmi di un Chromebook
La mia avversione nei confronti della strategia aziendale di Microsoft e del suo sistema operativo, diventato una vera e propria baraonda, mi ha spinto a rivolgermi alla concorrenza più di 10 anni fa. Fan Linux, utente MacOS, sono riuscito a trovare la mia felicità altrove. Tuttavia c'è un altro sistema, meno popolare, che merita uno sguardo, soprattutto oggi: ChromeOS dei Chromebook. Ecco perché questi computer portatili con il sistema operativo di Google mi fanno l’occhiolino.
Un mercato che ha tutto ciò che può piacere ma è difficile da penetrare
Ogni dispositivo ha il proprio utilizzo, ogni persona le proprie abitudini, ma c'è una costante che si ritrova sia su smartphone che su computer e vale per la stragrande maggioranza degli utenti: Internet. In media trascorriamo 4 ore 48 minuti al giorno sul web per la comunicazione (soprattutto mobile), l'intrattenimento (soprattutto dopo l'esplosione dello streaming online), il lavoro (con l'uso di molti strumenti burotici) e molto altro.
È in questo scenario dell'Internet onnipresente che fa la sua comparsa il Chromebook: un computer destinato alle generazioni nate sotto il segno di Internet. Mentre è riuscito a guadagnare popolarità negli Stati Uniti (anche se in maniera moderata), in particolare nel settore dell'istruzione, lotta per affermarsi in Europa in un mercato in cui il mondo dei PC (dove Windows è di gran lunga il sistema più utilizzato) fa fatica a imporsi.
È buffo pensare che la situazione del mobile sia esattamente opposta a quella dei computer: nel settore mobile Google è il re e Microsoft soccombe al suo potere, nel mercato dei PC Microsoft occupa il trono e Google lotta con le unghie e con i denti per conquistarlo.
Il Chromebook: un computer per tutti?
Forse siete tra i tanti utenti che fanno un uso semplice del computer: burotica (scrivere/compilare documenti), navigare sul web, guardare video e ascoltare musica... In breve, un uso di base, cioè il tipo di clienti a cui i Chromebook si rivolgono.
Se questo tipo di utenti rappresenta la maggioranza (stima semplice, non mi baso su statistiche precise), ce ne sono altri per i quali il Chromebook non è raccomandato: gamer incalliti che vogliono giocare a veri giochi per PC o esperti di grafica e video che necessitano di tanta RAM, spazio di archiviazione e prestazioni (molto) alte. Queste categorie di persone possono scendere a compromessi con l'aiuto di applicazioni Android, ma generalmente non sono all'altezza delle loro aspettative.
Il sistema, ChromeOS, è senza dubbio il più grande vantaggio del Chromebook. Non vi piace Windows, non potete/volete investire in MacOS e non avete voglia/interesse di passare a Linux? Ecco che avete a disposizione un'alternativa ad un prezzo abbastanza contenuto (a seconda del modello, naturalmente), che vi consente anche di accedere alle applicazioni Android. Se possedete uno smartphone Android potete quindi mantenere le vostre abitudini.
Tecnologie più originali rispetto ai MacBook
Il vantaggio del Chromebook (e degli smartphone Android) è che ogni produttore può produrli. Come mi ha spiegato il responsabile Marketing e Communication di Acer, i produttori non possono fare proprio ciò che vogliono e devono rispettare alcune regole (soprattutto in termini di design). Detto questo, possono prendersi certe libertà in termini di feature, per la gioia dei fan. Acer offre ad esempio Chromebook che possono essere ruotati di 360 gradi, con lo schermo sensibile al tatto, in modo che il dispositivo possa essere utilizzato come un tablet.
Certo, sarebbe interessante vedere Chromebook estremamente sottili (come le novità attuali nel mondo PC), ma è comunque più interessante di ciò che sta accadendo tra i MacBook dove negli anni non abbiamo visto grandi cambiamenti se non nell'evoluzione delle caratteristiche tecniche e nella comparsa della porta USB di Tipo C.
Troppo Google?
L'unico punto che mi fa ancora esitare è l'onnipresenza di Google. Questa azienda mi dà fastidio sotto molti aspetti. Da un lato è un'azienda esperta in comunicazione (manipolazione potrebbe essere una parola più appropriata). L'esempio più noto è il fatto che Android è gratuito perché Google si arricchisce con i nostri dati privati. L’azienda di Mountain View sta guadagnando enormi somme di denaro sfruttando tutti i dati che raccoglie su di noi.
L'unico punto che mi fa ancora esitare è l'onnipresenza di Google
Come la maggior parte delle aziende tecnologiche, il gigante del web ama farsi passare per eroe, e come molti altri, fa di tutto per inglobare le persone nel suo ecosistema e renderle dipendenti dai suoi servizi, avvisando poi gli utenti quando ci trascorrono troppo tempo. In breve, la classica ipocrisia delle aziende tecnologiche.
Per diversi mesi ho cercato di boicottare i servizi del gigante americano: utilizzando un motore di ricerca alternativo, abbandonando l'indirizzo Gmail e utilizzando un indirizzo personale con il proprio nome di dominio, archiviando file su periferiche private, boicottando YouTube, ecc... Se all'inizio pensiamo che non sia così complicato, col tempo diventa impossibile e come molti altri mi sono arreso e sono tornato ai servizi di Google perché, sia nella vita personale che professionale, tutto è più facile.
Quindi scegliere un Chromebook non è un po' come vendere l’anima al diavolo? Sì, certo, ma è un compromesso tra praticità e utilizzo. Qualche anno fa ero ancora sotto Arch e non lasciavo i servizi Open Source, oggi è chiaramente diventato impossibile e penso che molti utenti siano nella mia stessa situazione.
Potreste lasciarvi anche voi tentare da un Chromebook?