Apple Vs Samsung: dubbi sul lavoro della giuria
Come sappiamo, sabato la giuria del processo che vedeva contrapposte Apple e Samsung ha emesso la sua decisione: il produttore sudcoreano dovrà alla Mela un risarcimento quantificato in oltre un miliardo di dollari. Se non si può essere sorpresi del verdetto – ci si poteva aspettare ogni tipo di conclusione – lo si può essere per la velocità con cui questo è arrivato. Siamo certi che la giuria abbia fatto un buon lavoro?
Un verdetto veloce
I maggiori esperti di diritto brevettuale prevedevano che alla giuria sarebbero state necessarie 2-3 settimane per arrivare a un verdetto unanime. Il caso infatti si presentava come uno dei più complessi capitati nel campo dei brevetti e ai giurati era stato messo a disposizione un manuale di istruzioni per arrivare alla decisione finale di ben cento pagine. Inutile dire che quando è arrivata la notizia che il verdetto era stato emesso in soli tre giorni, cioè in 21 ore di lavoro, la sorpresa è stata generale, tanto sul blog americano di diritto About the Law si sono chiesti se per decidere i giurati avessero lanciato una monetina.
Il lavoro dei giurati consisteva nel rispondere a circa 700 domande riguardanti l'eventuale violazione di diversi brevetti su diversi dispositivi e nello stabilire un risarcimento per ognuno di questi. Si trattava insomma di una mole di lavoro enorme, che è difficile credere possa essere portate a termine in un paio di giorni da un team specializzato, figuriamoci da una giuria di cittadini che teoricamente avrebbe anche dovuto discutere per arrivare a una decisione comune.
Incongruenze nei risarcimenti
Il poco tempo impiegato per arrivare al verdetto non è però il solo aspetto dubbio. Alcune delle decisioni riguardo i singoli dispositivi copiati lasciano infatti sorpresi. Il Galaxy Tab 10.1, che è obiettivamente molto simile all'iPad, non è stato considerato uno dei dispositivi per cui Apple avrebbe dovuto essere risarcita, al contrario l'Epic 4G, che è dotato di tastiera fisica a scomparsa, quattro bottoni fisici, uno speaker ben riconoscibile e la ben visibile scritta Samsung, è stato considerato copiato dall'iPhone di Apple.
Giurati incompetenti
Altre ombre sul verdetto arrivano dalle dichiarazioni dei giurati arrivate dopo la fine del processo. Un giurato afferma che un altro aveva già chiara la colpevolezza di Samsung dal primo giorno di riunione, cosa abbastanza curiosa se si considera che proprio il dibattito tra i giurati avrebbe dovuto portare a una decisione, mentre il portavoce della giuria sostiene che un ruolo importate nel processo l'abbia giocato l'email dove Google chiedeva a Samsung di cambiare il design di alcuni dispositivi perché simili a quelli Apple, piuttosto che la disamina dei dispositivi in sé.
Ancora un altro giurato, parlando del risarcimento, afferma che la giuria ha voluto punire la casa sudcoreana, senza però che la somma da pagare fosse irragionevole, dimostrando così di non sapere che in realtà il risarcimento sarebbe dovuto essere una mera compensazione per i dispositivi non venduti da Apple e non un punizione per Samsung, come anche il manuale di istruzioni per la giuria specificava chiaramente.
E c'è ancora di peggio. A quanto pare, uno dei brevetti che secondo Samsung sarebbe stato copiato da Apple, e che avrebbe potuto cambiare di molto il verdetto finale, non sarebbe stato considerato, secondo quanto dichiarato da un giurato, perché la giuria stava perdendo troppo tempo su quella singola decisione e il "saltarlo" avrebbe consentito di procedere più velocemente.
In attesa dell'appello
Non c'è dubbio che gli avvocati di Samsung stiano prendendo scrupolosamente nota di tutte le dichiarazioni rilasciate dai giurati dopo la fine del processo e che queste saranno usate abbondantemente nel già annunciato appello. Intanto, in un altro processo si dovrà stabilire se le violazioni dei brevetti di Apple da parte di Samsung siano state volontarie. In caso affermativo, il miliardo di dollari da risarcire triplicherà.
Fonte: Groklaw
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