6 mesi con il Google Home Mini: un habitué imperfetto
Sono passati sei mesi dal suo rilascio. In Italia il Google Home Mini è ancora una new entry ma io ho avuto modo di conviverci per sei mesi, sotto lo stesso tetto, spesso nella stessa stanza. Come tutti anche il piccolo speaker intelligente di Google ha pregi e difetti, ed è proprio di questi che voglio parlarvi.
La giornata inizia con lui: sveglia e news
Questo è ciò in cui si è trasformato il mio Google Home Mini. Ogni mattina è lui a farmi alzare dal letto all'ora stabilita (con una richiesta vocale, ovviamente) e con una delle mie playlist su Spotify. Ed è sempre lui a tenermi aggiornata al mattino con le ultime notizie. Per i primi mesi solo ed unicamente in inglese, ora anche in italiano, anche se le fonti a disposizione sono ancora limitate.
Un servizio che trovo molto utile anche se vi è un aspetto che Google dovrebbe ottimizzare: il passaggio da una fonte all'altra comporta anche delle notevoli variazioni nel volume. Ciò significa che se il livello del volume è ad esempio adeguato quando vi legge le notizie di Sky TG24, quando passa a TGcom24 potreste fare un balzo dal divano o non sentire nulla. Potrete chiedergli di alzare il volume o abbassarlo, ma dovrete impartire un comando dedicato: il Google Home Mini non è in grado di farlo da solo.
Uno speaker Bluetooth sempre a disposizione (in casa)
Se non avete particolari pretese per quanto riguarda l'esperienza audio, con il Google Home Mini non avrete bisogno di altri speaker. Personalmente è a lui che da sei mesi a questa parte mi affido per riprodurre le mie tracce audio preferite su Spotify.
Non ho grosse esigenze da questo punto di vista e trovo comodo poter chiedere a Google Home Mini di riprodurre una canzone specifica, una playlist in particolare o semplicemente un certo tipo di musica a seconda dell'umore. Il suono risulta limpido e senza distorsioni ed i brani vengono riprodotti senza problemi. Google Home Mini e Spotify insieme per me sono ormai due fedeli compagni che mi accompagnano ogni giorno.
Sempre in ascolto (o quasi)
Uno degli aspetti che mi ha sorpreso di più del Google Home Mini e la sua capacità di rilevamento della voce. Anche da una stanza all'altra, il piccolo speaker è in grado di sentire le vostre richieste d'aiuto. Vi è un solo ma: le sue capacità di ascolto risultano limitate (fortemente limitate) quando state utilizzando lo speaker per riprodurre musica ad alto volume. In quel caso dovrete avvicinarvi allo speaker ed alzare la voce.
Ho notato che con i comandi in italiano il Google Home Mini fa più fatica a capire e ad agire rispetto all'inglese. Anche se non state ascoltando musica. Alcune volte è necessario ripetere il comando. Bisognerà dargli un po' più di tempo... Ricordate però che se preferite un po' di privacy, il piccolo tasto arancione sul lato vi permette di disattivare i microfoni e mettere a dormire lo speaker.
La domotica sotto controllo, ma solo in inglese
Se la funzione che più vi interessa del Google Home Mini è il controllo dei vostri dispositivi Smart Home potreste rimanere delusi. Non parlo della funzionalità del dispositivo: in questi mesi non ha avuto problemi nel chiedere al mio Google Home Mini di accendere e spegnere le luci (ho installato le Philips Hue) in salotto o camera da letto. Però ho dovuto farlo in inglese.
Ed anche se ora Assistant parla italiano anche sugli speaker smart di Google, il controllo della domotica è ancora limitato. Per accendere la luce dovrete alzarvi o impostare Assistant in inglese. In italiano sembra non riesca a capire i comandi nel modo corretto.
Divertente? Sì, ma solo le prime settimane
Appena installato in caso mi sono divertita a chiacchierare con Assistant. Barzellete, quiz, storie della buonanotte, canzoni, curiosità: ho trascorso le prime due settimane a mettere alla prova Assistant sul Google Home Mini. Cosa è successo poi? La curiosità iniziale è svanita.
Non ho più utilizzato lo speaker di Google come vera e propria forma di intrattenimento (musica esclusa). A distanza di tempo ho apprezzato sempre di più la sua praticità in poche e semplici feature ed è a queste che ho limitato il mio utilizzo. Questa è almeno la mia esperienza, ma non è detto che lo stesso accadrà anche voi. Potreste continuare ad apprezzare il suo senso dell'umorismo anche a distanza di tempo, ma ho i miei dubbi...
Un'interfaccia touch non completamente utilizzabile
Il Google Home Mini non risponde solo ai comandi vocali ma anche a quelli touch. Purtroppo però lo fa solo parzialmente. Basta un tap sui lati per alzate o abbassare il volume ma niente di più. Toccando lo speaker al centro, dovrebbe essere possibile attivare l'Assistant, ma ad oggi non potrete farlo.
Questo a causa del bug riscontrato e riportato da Russakovskii di Android Police. Un bug che manteneva attivo questo comando touch lasciando costantemente in ascolto il dispositivo. Un bug al quale Google non è riuscito a trovare una soluzione definitiva se non quella di disabilitare questa funzione touch. Ed è così che anche l'interfaccia touch del mio Google Home Mini "funziona a metà".
Vale la pena comprarlo?
Sì, soprattutto ora che "ve lo tirano dietro" con l'acquisto di altri dispositivi sia online che presso i più noti negozi di elettronica. Per fare un esempio, acquistando un Nokia 6.1 entro il 31 luglio 2018 lo riceverete in regalo registrandovi a questo sito. E Nokia non è l'unica ad abbinare il piccoletto di Google all'acquisto di altri dispositivi.
Per 59 euro vale comunque la pena comprarlo se non avete chissà quali aspettative in termini di esperienza audio, e se volete interagire con Assistant tra le pareti di casa. Google Home Mini può essere migliorato, ed il cavo che lo tiene collegato alla corrente ed uno dei suoi limiti. Considerando le sue dimensioni ridotte potrebbe essere uno speaker portatile perfetto. Chissà, magari Google ci penserà per la generazione successiva.
Assistant in italiano può e deve fare di più, in inglese fornisce un'esperienza decisamente più completa. Oltre al fatto che Google dovrebbe risolvere il fastidioso bug presentato alla nascita che limita il controllo touch del dispositivo. Come potete vedere Google Home Mini non è perfetto, ma dopo sei mesi di utilizzo, posso dirvi che lo acquisterei di nuovo, per quelle poche feature alle quali ogni giorno mi sono abituata.
E voi? Ne avete già uno in casa?
Ciao Jessica... guarda che pure io riesco a comandare le luci (4 lampade) di due marche diverse (quindi con 2 applicazioni diverse tra di loro) in ITALIANO.
Forse il problema sta che occorre scandire bene le parole, mentre se "ti parte" una parola in dialetto, allora, logicamente, non capisce cosa fare.
Non è assolutamente vero che non accetta comandi in italiano per la domotica. Anche io ho le lampade hue e sia home mini che il fratello maggiore capiscono perfettamente tutti i comandi in italiano, così come capiscono i comandi per la smart strip che uso, ad esempio, per accendere la macchina del caffè e i comandi per accendere, spegnere la TV, ecc...
Ciao Luigi! Utilizzando il Google Home Mini in inglese non ho problemi ad accendere e spegnere le luci ma in italiano sì: il comando non sempre viene percepito correttamente, alcune volte Assistant non capisce la richiesta, altre la mette in atto a metà (accende solo alcune delle luci, e non tutte, non riconosce tutte le luci collegate). Probabilmente dipende anche dal numero di dispositivi smart home collegati, non so.