Xiaomi: la rivoluzione continua e dovreste esserne felici
Xiaomi avanza. Mentre Apple prepara il lancio del suo nuovo iPhone ed il gruppo Huawei continua a discutere con la Casa Bianca, Xiaomi porta a casa un semestre più che positivo e allarga la sua sfera di influenza in Europa andando incontro agli utenti.
La colonizzazione europea avanza
Xiaomi con l'ultimo Mi 9T Pro sbarca ufficialmente in Germania ed allarga così la sua sfera di influenza nel continente europeo. Gli utenti tedeschi potevano già acquistare i dispositivi del brand importandoli, dalla Cina prima, da Spagna, Francia e Italia dopo. Ma ora Xiaomi ha deciso di essere presente fisicamente in Germania, per potersi assicurare degli introiti maggiori e chissà, conquistare una nuova community.
Risalgono a gennaio 2018 i primi Mi Store aperti ufficialmente in Spagna. In meno di due anni il produttore ha incrementato notevolmente il numero di shop non solo in Spagna ma anche in Francia e in Italia. E così, con dei negozi tangibili che fanno da vetrina a smartphone ed altri prodotti connessi, il produttore cinese si sta facendo conoscere anche da tutti quegli utenti che di Xiaomi, fino ad ora, non avevano ancora sentito parlare.
Smartphone + AIoT = successo di Xiaomi
E forse non è un caso che il brand cinese abbia deciso di farsi avanti anche in Germania proprio ora. HTC può essere considerata morta per quanto riguarda il mercato degli smartphone: chi di voi aspetta con ansia una nuova release del brand? Siate sinceri. Anche LG e Sony fanno fatica a tenere testa alla concorrenza, principalmente cinese, che riesce ad offrire validi dispositivi a prezzi inferiori.
Il mercato è cambiato e nonostante sia LG che Sony realizzino dispositivi di qualità, sicuri, performanti e la maggior parte delle volte caratterizzati da valori SAR inferiori rispetto ai rivali cinesi, a fine mese (ed anno) i conti non tornano. E poi c'è il gruppo Huawei, che comprende anche Honor, in difficoltà a causa del ban statunitense. Xiaomi sembra quindi voler sfruttare questo gap nel mercato per farsi apprezzare in nuovi mercati e aggredire ulteriormente quelli nei quali si è già fatta un nome. Xiaomi è presente in più di 80 Paesi ed il 40% del suo business si concentra sul mercato internazionale.
La strategia multi-brand e multi-product ripaga
I risultati fiscali del primo semestre del 2019 danno ragione a Xiaomi che registra un 20,2% di entrate in più rispetto all'anno precedente. Questa crescita si basa su una strategia multi prodotto e multi brand: sono gli smartphone affiancati ai dispositi AIoT a far crescere e monetizzare Xiaomi.
L'arrivo del brand Redmi ha contribuito all'aumento del margine lordo del 3,3% nel primo trimestre e dell'8,1% nel secondo
Il produttore cinese ha ottenuto il 4° posto in Europa per smartphone spediti nel secondo trimestre dell'anno. Nel 2019 il protagonista è stato lo Xiaomi Mi 9 (nelle sue svariate versioni, l'ultima delle quali è il Mi 9T Pro) affiancato dai dispositivi del brand Redmi. Arrivato nel mese di gennaio come sottobrand di Xiaomi, ha portato ad un aumento del margine lordo del 3,3% nel primo trimestre e dell'8,1% nel secondo trimestre. Con la linea Redmi Xiaomi allarga il suo portfolio e raggiunge anche il mercato degli entry level.
Per quanto riguarda i dispositivi connessi, sono le Smart TV a trainare il carro, seguite dagli indossabili con il più recente Mi Band 4. Nel complesso Xiaomi ha registrato in questo segmento un aumento delle entrate del 49,3% rispetto all'anno precedente. Nel report condiviso dal brand, si contano ben 3 milioni di utenti in possesso di più di 5 prodotti IoT firmati Xiaomi.
Innovazione a prezzi competitivi
L'innovazione è un altro fattore sul quale il brand vuole concetrarsi. Xiaomi ha presentato in occasione del Mobile World Congress di quest'anno la versione 5G di Mi Mix 3, utilizzando così un dispositivo che aveva già dato prova di sé, e affiancandolo ad un prezzo competitivo: 549 euro. Lei Jun, in una trasmissione televisiva cinese, ha confermato che un nuovo smartphone 5G è in arrivo (potrebbe trattarsi del Mi 9S, certificato dalla TENAA), anche se potrebbe fare riferimento solo al mercato cinese.
Ma non importa perché prima o poi, con questo o un altro nome, raggiungerà anche l'Europa a prezzi sicuramente inferiori rispetto a quelli di rivali come LG, Samsung e Huawei. Darà così una possibilità a chi non possiede o semplicemente non ha intenzione di investire 1000 euro in uno smartphone 5G. Quello degli smartphone 5G è solo un esempio perché sappiamo bene come questa tecnologia non sia ancora egualmente diffusa in tutti i Paesi e/o città.
Si applica però anche ad altri dispositivi: il Mi Band è uno degli indossabili più apprezzati per il suo rapporto qualità/prezzo e gli ultimi flagship rilasciati hanno saputo convincere. È vero che dispositivi come Mi 9 o altri flagship del brand mancano di alcune feature che altri offrono (pensando al comparto fotografico mi viene in mente l'assenza della stabilizzazione ottica, ad esempio) ma si tratta di compromessi con i quali evidentemente alcuni gli utenti sono disposti ad accettare. Del resto la stessa fotocamera del Mi 9 anche secondo DxOMark non se la cava per niente male.
Ed a proposito di innovazione e diversificazione dei prodotti, Xiaomi già da tempo lavora su uno smartphone pieghevole, probabilmente non ancora maturo per il lancio, e distribuisce in sempre più Paesi i suoi monopattini elettrici dal design definito "visionario".
Un vantaggio da cogliere, da entrambe le parti
Xiaomi va a gonfie vele per ora e cercare di cogliere i gap presenti sul mercato non può essere una colpa. Soprattutto se va a vantaggio degli utenti che si ritrovano a disposizione più dispositivi tra cui scegliere in diverse fasce di prezzo ed in diverse categorie. Cosa possono perderci gli utenti?
Se la MIUI non piace, se la fotocamera dei flagship non offre tutte le feature che altri flagship hanno, se il Mi Band 4 è troppo basico per voi, potete sempre acquistare dei dispositivi che meglio si adattano alle vostre esigenze. Ma potete scegliere, senza oltrettutto dovervi affidare a siti di terze parti. E non è un vantaggio da poco.
Carpe diem quindi, sia per Xiaomi (riuscire a cogliere fino in fondo questa possibilità è una sfida non facile), che per noi utenti (mi ci metto anche io nel mezzo) perché nel mondo tech tutto può cambiare molto in fretta. Xiaomi potrebbe anch'essa cadere vittima degli Stati Uniti o potrebbe ad un certo punto decidere di allineare i prezzi a quelli della concorrenza (Huawei/Honor docet?).
Xiaomi vuole davvero competere con LG: il redmi K20 Pro (correggetemi se sbaglio) ha un DAC a 24 bit per migliorare l' audio in cuffia e, dunque, mira a competere con gli LG serie V!
Tutto molto bello. Peccato che io abbia appena comprato un redmi note 7, portato a casa, ha il problema di continui freeze e si riavvia da solo anche in loop, sempre in momenti casuali della giornata senza apparente ragione. Portato dopo 24 ore dall'acquisto al mi store locale, dove mi hanno rifiutato il cambio, motivo: "davanti a me non si sta riavviando." Consigliandomi di "se vuoi mandatelo in garanzia."
Pessimo brand. Pessimo store. Pessime politiche aziendali. Oltretutto su internet dicono che questo è un problema frequente sul redmi note 7, mentre sia l'assistenza ufficiale che in negozio "una cosa del genere mai vista. È impossibile. Devi portarmi le prove".
Ma se ne tornassero in cina, e lasciassero la colonizzazione a chi davvero se ne intende di espansione commerciale. Mi pento di aver tradito huawei/Honor
Non farne di un erba un fascio, non capisco perché devi generalizzare così tanto da prendertela con l'intero brand, ovvio che non si sono ben "collocati" in europa e devono ancora crescere, personalmente ho avuto 2 telefoni xiaomi (redmi note 5 e xiaomi go per lavoro/muletto) e non ho avuto ancora problemi. Mi dispiace per la tua esperienza ma credimi, è un brand che ne varrà la pena