Cosa c'è dietro il processore di casa Xiaomi
L'era in cui aziende e produttori collaboravano insieme sembra stare per finire. Delle volte la ragione può essere dovuta a strategie e politiche commerciali mentre altre volte è solo una questione di budget. Ma, qualunque sia il motivo, Xiaomi ha creato un proprio processore che gli permetterà di prendere le distanze da Qualcomm.
Non è un segreto che l'anno in corso è stato un po' difficile per la casa cinese Xiaomi e forse è proprio questo il motivo per cui la società ha deciso di creare un proprio processore così da non dover acquistarne da Qualcomm. Il nuovo arrivato nel mondo dei SoC è chiamato Surge S1. In inglese "surge" sta per "slancio" e quindi l'idea è probabilmente quella di proporre un processore veloce che si distingue dalla concorrenza.
Scendendo nei particolari si tratta di un 64-bit octa-core in grado di girare ad una frequenza massima di 2,2 GHz. Questo sarà integrato nel nuovo Xiaomi Mi5c, smartphone successore del E5, e dovrebbe migliorare la potenzialità del comparto fotografico e di quello della batteria.
Come altri produttori, Xiaomi vuole avere un maggiore controllo sui propri device per ottenere così una complementarietà migliore col software integrato. Questa strategia offre numerosi vantaggi: migliori performance e aggiornamenti più veloci, per citarne un paio. Riguardo quest'ultimo punto bisogna dire che l'interfaccia Xiaomi è lontana da quella Android e quindi gli aggiustamenti da fare al momento del rialscio di una nuova versione del software saranno comuqnue molti.
Xiaomi predenerà una decisione saggia? Pensate sia un pericolo questa mossa vista la situazione in cui riversa? Oppure ritenete sia meglio che tenti l'all-in?