Sì, la realtà virtuale entrerà anche nel mondo del cinema
Il 15 novembre scorso siamo stati al convegno sulla realtà virtuale a Potsdam per assistere a diverse conferenze su queste nuove tecnologie. Uno degli elementi principali è quello che dimentichiamo di più: la realtà virtuale non si rivolge esclusivamente ai videogiochi. Nella pratica le cose sembrano essere così ma nell’ombra la VR si spiana la strada.
Voi direte probabilmente “ancora un articolo che elogia i meriti della realtà virtuale quando non interessa a nessuno”. Ed è vero, dal punto di vista dell’utente. Da altre prospettive, invece, le cose sono diverse. Per l’utente, o più esattamente il consumatore perché bisogna procurarsi prima di tutto un dispositivo, con realtà virtuale si sottintende investimento e tecnologia non ancora messa punto. Ma questi sono i videogiochi.
Nell’ombra, numerosi settori cercano di utilizzare la tecnologia a loro vantaggio. I vantaggi più concreti sono evidenti (in particolare nell’ambito della medicina), ma è il settore dell’intrattenimento che intravede un grande potenziale. Diversi ospiti venuti da Hollywood e National Geographic si sono espressi sull’argomento.
La tecnologia implica qualche costrizione ma si evolve lentamente
La tecnologia dovrà ancora maturare prima di poter vedere film in VR? Assolutamente sì, ma le telecamere a 360° propongono risultati interessanti. Un professore incontrato sul posto mi ha confessato che creare un ambiente non è complicato, il problema è far interagire gli elementi al suo interno. Tuttavia la tecnologia si evolve a questo livello ed i risultati iniziano a vedersi sempre di più. Quindi dove sta il problema?
Come al solito, il problema principale sta a livello di investimenti. Siamo in un vicolo cieco: senza il capitale la tecnologia non può diventare popolare e se non diventa popolare non può generare capitale. L’altro problema, che questa volta coinvolge il settore cinematografico, è importante poiché implica numerosi cambiamenti: l’utilizzo di questa nuova tecnologia implicherebbe una recitazione diversa da parte degli attori, la presenza di un nuovo tipo di tecnici sul luogo delle riprese, una migliore comunicazione tra il regista e la sua équipe per poter preparare le scene tecnologicamente parlando, ecc.
Le cose si evolvono poco a poco, confidano gli ospiti, che sono convinti che i problemi si risolveranno col tempo. Ma perché le tecnologie multimediali interessano tanto alla televisione, al cinema e persino ad Hollywood?
Come sempre il problema principale è a livello di investimenti
La libertà non è la terra promessa ma il futuro si annuncia radioso
Spesso si associa la realtà virtuale alla libertà di visione, persino di movimento. Nel contesto di film e documentari, questa nozione deve essere attenuata. Prendiamo per esempio un documentario sull’oceano: nuotando assieme ai pesci e con una prospettiva a 360° potete vedere tutto quello che succede attorno a voi. In altre parole, se uno squalo si avvicina a voi di lato o da dietro, lo vedrete sicuramente. Se vedrete il pericolo avvicinarsi, la vostra emozione non sarà forte e se la scena non vi segna, rischia di influenzare la vostra opinione su tutto il documentario. Quindi, per proporre un’esperienza utente più interessante per tutti, bisogna limitarla.
Alcuni film e documentari puntano molto sulla psicologia. La VR è veramente adatta ai soggetti psicologicamente o emozionalmente complicati? I video in VR si differenziano dagli altri tipi di video per il fatto che la connessione tra lo spettatore e il soggetto è più forte. Alcune tecniche sono utilizzate per metterli in collegamento, per esempio tramite uno sguardo profondo e diretto, la condivisione dell’intimità, la scoperta dei veri pericoli in una situazione, ecc.
Questa tecnologia potrebbe sicuramente avere senso a livello di storia. Immaginate per esempio di “incarnare” un soldato che ha vissuto un’esperienza talmente forte che, per una ragione o l’altra, non si ricorda chi si trovava alla sua sinistra durante il combattimento. Nello scenario complessivo ciò potrebbe spiegarsi come un’amnesia.
Con la VR potrete vedere ciò che accade davanti a voi o alla vostra destra ma alla vostra sinistra vedrete tutto sfocato, proprio come il personaggio nella storia. O al contrario, è possibile mostrare ciò che il soldato non vede, per effetto di stile.
Questa non è un’idea futuristica né utopica. Molti progetti stanno nascendo e ne abbiamo potuto avere un assaggio, presto potete farlo anche voi. In pratica le cose si evolvono lentamente ma sicuramente molto presto potremo apprezzare documentari o film in VR / 360.
Pensate che saprà dare un valore aggiunto ai film?