Qual è il prossimo passo per Magic Leap? Imparare a giocare insieme
La realtà, così come la percepiamo, è in fase di aggiornamento. In primo luogo attraverso le fotocamere dei nostri smartphone oppure i parabrezza delle nostre auto. Tutto questo si sta lentamente fondendo e Magic Leap One vuole essere pronta a tale rivoluzione, ma non può farlo da sola. Abbiamo provato l'ultima applicazione per i pionieristici occhiali e abbiamo parlato con gli sviluppatori per farci spiegare rivelare cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
Lo scorso anno abbiamo avuto il nostro primo incontro con il Magic Leap One. Siamo rimasti colpiti dalle capacità degli occhiali olografici e abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con lo staff di Nomtek, un'azienda che si occupa di media digitali che si è distinta per essere gli unici sviluppatori di questo dispositivo. Per quanto il dispositivo sia delizioso come novità, spetta agli sviluppatori e ai creatori di contenuti fare in modo che la magia possa davvero concretizzarsi. A tal fine, ci siamo riuniti con Nomtek per provare la loro prima applicazione dedicata ai loro occhiali: B-All One.
Un piccolo rimbalzo per Magic Leap
Nel nostro precedente incontro con Magic Leap, ho indossato gli occhiali e mi sono posizionato al centro della standa per far saltare in aria i robot di Dr. Grordborts Invaders. Rispetto alla precedente esperienza, B-All One di Nomtek sembra quasi minimalista. Dopo aver indossato gli occhiali aver permesso la scansione della stanza, la mia realtà è aumentata con due semplici oggetti digitali, una racchetta olografica nella mia mano destra e una palla che si libra davanti a me in attesa del servizio.
Grazie a B-All One, ho finalmente potuto realizzare il mio sogno di giocare a squash indoor senza distruggere i mobili, colpendo la palla che rimbalza sulle reali pareti intorno a me. A seconda della difficoltà, sono permessi diversi rimbalzi prima di finire la partita ed è possibile visualizzare i risultati su un tabellone virtuale.
Lo confesso, mi sono esibito abissalmente ma mi sono molto divertito a vedere quante volte sarei riuscito a far rimbalzare la palle sui muri. Tuttavia, ci sono anche alcune parti frustranti che evidenziano i limiti di Magic Leap. Se si colpisce la palla al di fuori del campo visivo, i suoi rimbalzi invisibili contano come punto contro. Inoltre, senza un feedback tattile è difficile giudicare la forza e la velocità delle mosse che si eseguono. Ma la "magia", quell'interazione di oggetti digitali e reali, era comunque affascinante come l'ultima volta, se non di più.
Da semplici giochi ad un Cloud AR
B-All One si erge come un divertente diversivo, ma è ancora piuttosto limitato e non sono sicuro di quanto a lungo possa durare il gioco di far rimbalzare una palla digitale tra le pareti di casa. Come quasi tutto quello che riguarda Magic Leap al momento, si tratta più che altro di una vetrina per mostrare le capacità di questa tecnologia, non solo l'hardware ma anche il software. Questo gioco è la prima applicazione realizzata nativamente grazie all'utilizzo dell'SDK LuminOS di Magic Leap. Quelli di Nomtek sono ansiosi di confrontare B-All One con Pong, un gioco molto simile che, nonostante la sua natura di base, è stato uno dei grandi protagonisti nel mondo dell'informatica.
"Volevamo superare le barriere del dispositivo creando un ambiente dinamico in rapido movimento e dimostrare che si possono effettivamente distribuire i prodotti in tempi brevi. Non è necessario spendere 2 o 3 anni". Il portavoce è stato orgoglioso di affermare che Nomtek ha impiegato poco meno di 4 mesi per portare B-All One da una semplice idea ad una Beta.
Piotr sottolinea che l'app store Magic Leap è ancora nella sua fase iniziale, ma che "la nostra missione era di fornire abbastanza bontà, abbastanza gameplay in modo che la massa critica del divertimento possa vedere cosa siamo in grado di fare". Rispetto ai precedenti giochi destinati a Magic Leap, questo è il più impegnativo fisicamente e offre la più ampia gamma di movimenti. È infatti possibile stancarsi giocando a B-all One, rendendolo uno sport virtuale efficace.
"In futuro credo che i dispositivi si fonderanno insieme per creare un'esperienza multiplayer. Ciò che guida l'utilità di tutti questi dispositivi è la connessione che unisce le persone. L'AR Cloud offre la possibilità di avere un'esperienza persistente su più dispositivi nelle stesse posizioni, sia che si stia giocando nella vita reale che in quella virtuale. Insieme alle maggiori velocità di download disponibili tramite le nuove reti 5G, questo sarà il futuro della realtà aumentata".
Esistono già forme piuttosto limitate di Cloud AR. Pokémon Go, ad esempio, ne utilizza una. Ma questi sono ecosistemi relativamente chiusi e accessibili in modo molto limitato. Ero scettico sul fatto che gli sviluppatori AR sarebbero stati così desiderosi di abbracciare un mondo virtuale condiviso senza confini. Dopo tutto significa rinunciare al controllo e tutti vogliono un'esclusiva da offrire ai consumatori. Ma Piotr è convinto che anche i grandi giocatori non hanno nulla da guadagnare da questa strategia.
"La frammentazione nello spazio AR/realtà mista non serve a nessuno"
"La frammentazione nello spazio AR/realtà mista non serve a nessuno. Il Magic Leap è certamente magico e divertente, ma ha una lunga strada da percorrere prima di poter competere con lo smartphone".
L'esperienza persistente condivisa è già possibile. L'ultima beta dell'SDK di LuminOS permette a due possessori di Magic Leap di condividere l'ambiente AR. La funzione si trova ancora in una fase iniziale, ma sarà fondamentale per lo sviluppo della redditività aziendale e sarà un'ecosistema persistente per una varietà di dispositivi. In futuro, sarete in grado di giocare a B-All One con un vostro amico a molti chilometri di distanza, probabilmente anche con un realistico avatar 3D che lo rappresenta.
"Avere tutto questo in un unico luogo, accessibile da più dispositivi, allora si che tutto avrà un senso. Che voi possediate uno smartphone, Magic Leap, Hololens o un altro dispositivo, potrete interagire non solo non solo nel luogo in cui vi trovate, ma anche con altre persone lontane. Questo è il modo in cui vedo il futuro e verso il quale stiamo lavorando in Nomtek. Non sto parlando di giocare, ma di un ambiente collaborativo e multiutente. "Il fattore determinante di questo è la persistenza dell'esperienza".
Piotr prevede che il proprio livello di immersione nel Cloud AR dipenda dal proprio dispositivo: ad esempio, chi possiede uno smartphone è in grado di osservare passivamente attraverso le fotocamere l'ambiente di realtà aumentata in cui operano gli utenti Magic Leap, i quali saranno utenti attivi. Anche l'AR basata su smartphone si allontanerà dalla semplice proiezione sulle superfici, ma utilizzerà delle "magie 3D" per riuscire a nascondere un oggetto reale dietro a uno digitale. In questo modo, smartphone e dispositivi AR avanzati come Magic Leap saranno sempre più vicini alla convergenza e di navigare in un vero Cloud AR condiviso.
La prossima evoluzione dallo smartphone?
Questa connettività tra il termine AR/MR (Piotr usa spesso entrambi i termini, quindi forse è il momento di usare più spesso il termine XR per questi dispositivi ad ampio spettro) e gli smartphone ha senso se si considera che Nomtek ha anni di esperienza nello sviluppo di applicazioni mobili prima dell'XR. Nella sua presentazione ad un pubblico eterogeneo di neofiti interessati, egli paragona lo sviluppo dell'XR, o spatial computing, alla rivoluzione del touchscreen, quando abbiamo abbandonato i pulsanti nell'era degli smartphone. Il passo successivo sarà vedere le persone che si riuniscono per comunicare e creare all'interno del cosiddetto Internet dei luoghi.
"Non dimenticate gli smartphone. Gli smartphone hanno ancora dei superpoteri"
In un altro confronto con il mondo delle applicazioni per smartphone, Piotr ha citato le migliori applicazioni dell'App Store iOS nel 2008, che includeva alcuni titoli come Tap Tap Tap Revenge e Labyrinth Lite Edition, giochi veloci e applicazioni di utilità leggere che sperimentano le funzionalità dello smartphone. Ad esempio, Labyrinth Lite Edition permetteva di guidare una palla in un buco inclinando lo smartphone, ben in contrasto con le 5 applicazioni più importanti di oggi (Facebook, Messenger, Instagram, YouTube, Snapchat, etc) che dipendono fortemente dai contenuti generati dagli utenti.
È così che Piotr vede l'evoluzione dell'XR, dagli esperimenti di gimmick per giocatori singoli alle esperienze multiutente definite dall'effetto rete. Ogni nuovo utente che apporta più valore all'applicazione attira altri utenti, ma anche aziende. "Non dimenticate gli smartphone. Gli smartphone hanno ancora dei superpoteri. Se si vuole ottenere successo nell'XR, bisognerebbe costruire qualcosa che possa beneficiare sia dell'adozione di massa degli smartphone, sia della potenza di Magic Leap".
Credete nella magia?
Come abbiamo detto prima, sperimentare le capacità del Magic Leap suscitano sicuramente meraviglia, ma potreste anche aver ripreso una forte componente idealistica del nato nascosto dell'AR, tra cui l'attesa della connettività 5G, ma anche il problema di sorveglianza di questo nuovo mondo. Permetteremo di raccogliere informazioni non solo sulle cose che cerchiamo e sulle nostre immagini, ma anche sui nostri modelli 3D i nostri movimenti?
Tuttavia, se si guarda indietro all'evoluzione dello smartphone nell'ultimo decennio, non è difficile immaginare che molto possa cambiare. Nel giro di dieci anni, ciò che ora è fantastico potrà diventare normale. Per ora, siamo ancora nella fase sperimentale e stravagante dell'XR ed è possibile ricordare una fase simile anche per gli smartphone e Internet.
Siete interessati allo sviluppo di Magic Leap?