Perché alcuni irriducibili non vogliono saperne di Google Assistant?

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© nextpit by Irina Efremova

Impossibile non averne sentito parlare: Google Assistant ha da poco raggiunto diversi dispositivi nelle recenti settimane. Nonostante questa funzione software di Google sembri attirare l'attenzione di massa, ci sono ancora alcuni utenti che si dimostrano riluttanti all'intelligenza artificiale di Google. Perché non optare per una tecnologia più moderna e più completa?

Spesso il cambiamento è qualcosa di difficile. Ciò che è nuovo fa paura perché crea in noi quel senso di incertezza, e sebbene al giorno d'oggi il cambiamento sia generalmente sinonimo di progresso e miglioramento, alcune persone ancora si dimostrano reticenti. Google Assistant non è l'eccezione alla regola: nonostante le prodezze tecnologiche e il suo grande potenziale, non riesce ancora a convincere le folle all'unanimità. Perché?

Un potenziale considerato inutile

A cosa serve Google Assistant? A molte cose, e Google le ha messe tutte in lista sul suo sito. Per farla breve, voi conversate con l'Assistant facendogli delle domande o dandogli degli ordini: si va dalla semplice ricerca di informazioni al controllo del software (per esempio un'azione all'interno di un'applicazione) passando per la vostra vita privata per esservi sempre più utile.

In breve, sa fare molte cose. La maggior parte delle azioni utili (sveglia, ricerche internet, ecc.) sono possibili alla vecchia maniera, ovvero aprendo da soli l'applicazione e digitando il testo al posto di chiedere all'Assistant che lo faccia per voi. Certo, è solo questione di abitudine, ma quando si è soliti fare le cose in una certa maniera non è sempre facile (né utile) cambiare. Basta prenderci la mano e il resto vien da sé.

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Come una spia, Google Home sa essere discreto. © Google

Personalmente condivido in parte questo punto di vista ma vorrei aggiungere che Google Assistant mi sembra interessante in termini di connessione con altri oggetti, specialmente con Google Home che permette di gestire altri elementi. Probabilmente l'idea di parlare al telefono è semplicemente difficile da accettare, ci vuole senza dubbio una fase di adattamento.

Una gestione non appropriata dei dati privati?

Questo argomento ritorna spesso e devo riconoscere che è abbastanza complicato. Sono il primo a essere scettico nei confronti delle tecnologie dei giganti dell'Internet: seguono una strategia basata sullo sfruttamento dei dati privati a fini pubblicitari, un modello di business che siamo costretti ad accettare per utilizzare i loro servizi. Detto ciò, con Google Assistant la storia è un tantino diversa.

Uno dei ruoli di Google Assistant è, giustamente, quello di entrare nella nostra vita privata per renderla più semplice. Non so in che misura Google riesca ad accedere alle informazioni registrate, è molto probabile che utilizzi i dati raccolti qua e là a fini pubblicitari, ma dal momento che svolge il ruolo di assistente personale, sorge la necessità di condividere le proprie informazioni altrimenti non ha senso.

Per esempio, se non gli consentite l'accesso alla vostra agenda, non potrà dirvi quando avete un appuntamento. Detto in altre parole, non potete avere un assistente che non sa nulla di voi, non ha senso. Non voler condividere le proprie informazioni con Google è un problema collegato, ma non c'è Assistant senza Google.

Il piano B: Google Now/Now on Tap

Se fate parte della cerchia degli scettici sarete contenti di sapere che è possibile sostituire Google Assistant col caro vecchio Google Now (sì sì, persino sul Pixel). Contrariamente a quello che si potrebbe credere, non bisogna smanettare troppo, basta andare tra le opzioni e configurare la lingua del dispositivo su un'area in cui Google Assistant non è disponibile. Se volete il vostro dispositivo in inglese ma non volete Google Assistant, basta trovare un'area in cui non è ancora disponibile, per esempio un'isola.

Questa soluzione è probabilmente temporanea perciò non gioite troppo presto.

Utilizzereste Google Assistant o vi è completamente indifferente?

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Benoit Pepicq

Benoit Pepicq
Redattore

Benoit è un appassionato di nuove tecnologie e di tutto ciò che riguarda l'informatica. Grande fan di Android dal 2011, Benoit si è aggiunto al team di AndroidPIT per condividere le sue passioni e le sue esperienze Android con i lettori.

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2 Commenti
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  • Alfio Perego 10
    Alfio Perego 17 mar 2017 Link al commento

    Non mi va che se non sono solo, altri percepiscano quello che sta cercando, " privacy " ????


  • Silvio G. 17
    Silvio G. 17 mar 2017 Link al commento

    intelligenza artificiale? no grazie!
    nn bastasse, tutti i dati personali che hanno tutte queste società, in più diamo modo anche di sviluppare la AI e siamo apposto. La tecnologia è bellissima, ora la stanno facendo diventare troppo troppo invadente, questo nn può mai essere un bene.