MWC e Android Wear 2.0: da soli non possono salvare i waerable
Qualche anno fa, quando fu lanciato il primo hardware tracker di attività e fitness, crebbe l'interesse per il nuovo mercato dei wearable, i dispositivi indossabili, dando vita a nuove categorie di dispositivi che mai avremmo immaginato. Stiamo parlando proprio di loro, gli smart tracker Bluetooth per cani. Arrivati al 2017 sembra che la storia d'amore tra utenti e smartwatch/activity tracker sia in crisi.
Le tendenze attuali sono deludenti. Anche l'arrivo di Android Wear 2.0, che porta con sé nuove funzioni, sembra non accrescere l'interesse del pubblico nei confronti dei wearable. Ma i produttori, nel frattempo, non si arrendono; quindi ci aspettiamo di vedere comunque parecchio al Mobile World Congress.
Breve lezione sulla storia del mercato
I primi utenti non vedevano l'ora di averli e l'entusiasmo di una nuova categoria di device ha affascinato la stampa. Tra gli analisti e i rivenditori ciò ha probabilmente contribuito a creare delle aspettative più alte di quelle che sarebbero dovute essere per i prodotti nascenti.
Nel 2015, il mio quasi omonimo Ben Wood al CCS Insight annunciò che il mercato dei wearable sarebbe valso 25 miliardi di dollari in tutto il mondo entro il 2019. Tuttavia, poco più di un anno dopo, i rivenditori online hanno ridotto le previsioni di crescita del mercato complessivamente del 35%.
Ciò significa che ci si aspetta almeno il 25% di crescita, ma comunque ben lontana dal 60% previsto inizialmente. Ridurre le previsioni di crescita in modo così drastico qualche anno dopo l'entrata sul mercato di una nuova categoria suona come un campanello d'allarme. Una crescita lenta può portare presto a zero crescita.
Ridurre le previsioni di crescita in modo così drastico qualche anno dopo l'entrata sul mercato di una nuova categoria suona come un campanello d'allarme.
È un problema nato tra le società coinvolte: Fitbit ha tagliato il 6 per cento del suo personale dopo un periodo di vendite natalizie deludente. Ma non è la sola, anche Jawbone ha recentemente comunicato di abbandonare la strada dei wearable destinati ai consumatori per concentrarsi sul mercato sanitario B2B.
Stessa storia per gli smartwatch: il consumatore medio non riesce ancora a trovare una buona ragione per investirci i propri soldi. Infatti il prezzo più salato di uno smartwatch in confronto a un bracciale fitness tracker generico ha portato i primi più velocemente sull'orlo del baratro.
Secondo i dati IDC per il terzo trimestre del 2016 (un anno dopo il lancio dell'Apple Watch), si è verificato un calo del 51,6 % (perciò 2,7 milioni di device venduti) in confronto allo stesso periodo nel 2015. Giusto per un confronto, il mercato dei wearable, esclusi gli smartwatch, è cresciuto solo del tre percento nello stesso trimestre, sempre secondo IDC.
Basta dare i numeri!
Per vostra informazione io possiedo 2 fitness tracker (entrambi Jawbone) e da qualche parte a casa dovrei avere un Misfit Shine (e questo spiega tutto).
Ho anche due smartwatch (uno dei primi Moto 360 e un Samsung S2 Classic) e avevo anche un Samsung Galaxy Gear di prima generazione. Ricordate quelli che avevano una fotocamera assolutamente poco pratica (e alquanto inquietante) nel cinturino? Innovativo sì, ma anche ridicolo.
Dei quattro dispositivi che ho a disposizione ogni giorno sapete quanti ne indosso?
Esatto. Zero.
Infatti ci sono periodi in cui quasi mi dimentico che esistano: li vedo, li indosso per un giorno o due e poi li abbandono di nuovo. E questo è un problema per tutto il mercato: non sono essenziali nella vita quotidiana e soffrono dello stesso problema di batteria come i telefoni.
Le persone che comprano i tracker di attività fisica e ne rimangono delusi o disinteressati molto probabilmente non correranno ad acquistarne un altro. Per gli smartwatch la sfida è ancora più dura. Sono dei tracker di attività di tutto rispetto e possono fare delle cose utili, ma non sono indispensabili. Nelle funzioni che non riguardano il tracking, molte volte non sono tanto più comodi di un telefono.
Le persone che comprano i tracker di attività e ne rimangono delusi o disinteressati molto probabilmente non correranno ad acquistarne un altro. Per gli smartwatch la sfida è ancora più dura.
Non sto dicendo che non diventeranno mai indispensabili, ma che finora hanno fallito e che altre modalità di tracking di attività stanno iniziando a prendere piede. C'è ad esempio il Kenzen smart patch che può monitorare la vostra salute e quanto vi muovete.
Con il Mobile World Congress alle porte, per gli smartwatch e i tracker di attività è forse troppo presto per arrendersi nel 2017. Però se le feature del nuovo Android Wear 2.0 e i due smartwatch LG svelati durante l'evento non si riveleranno un granché, vuol dire che il feedback dei consumatori non è stato preso sul serio. Le due critiche maggiori mosse dagli utenti nei confronti di questi device sono la durata della batteria e l'inutilità nella vita quotidiana, a meno che non si parli di dispositivi medici che monitorano le condizioni di salute.
Finché questi problemi non saranno risolti, i mercati degli smartwatch e dei tracker di attività falliranno lentamente e diventeranno una meteora nel percorso verso "The Next Big Thing".
State pensando di comprare uno smartwatch o un tracker attività? Fatecelo sapere nei commenti.
Siamo spiacenti, l'offerta non è più disponibile. Ma controlla direttamente Amazon per le ultime offerte su LG Watch Sport.
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