Il duplice volto della realtà virtuale
La realtà virtuale (VR per gli addetti ai lavori) è probabilmente uno dei progressi tecnologici più entusiasmanti della nostra epoca. Nella settimana dell’IFA l’argomento è stato trattato approfonditamente da molti professionisti del settore, pronti a considerare il futuro di questa tecnologia dalle più diverse prospettive.
Tra gli stand dell’IFA troviamo anche il gigante high tech AMD, il cui responsabile tecnico Mark Papermaster ha preso la parola per spiegarci meglio la sua idea di realtà virtuale e i suoi probabili sviluppi futuri. Le loro proposte mi hanno tuttavia lasciato perplesso. Malgrado il mio enorme entusiasmo per la VR, le loro parole non hanno fatto altro che rinforzare i miei dubbi ed i miei interrogativi sulla questione.
Un’evoluzione graduale
Per molti di noi, la realtà virtuale sembra essere una tecnologia sbucata fuori dal nulla. Ad appena 10 anni dall’apparizione degli smartphone, ecco che già si parla di tuffarsi un altro tipo di realtà. È quindi forse il caso di dare un'idea del contesto.
Come prima cosa, AMD è ritornata sulla storia della tecnologia delle comunicazioni. Tutto è cominciato con il materiale audio, la radio per esattezza, che permette di sentire voci o suoni anche a lunghe distanze. Presto però siamo scivolati verso una prospettiva ancora differente: grazie alla televisione, al solo audio si è aggiunto il video. Ancora un salto in avanti ed i computer hanno reso interattiva la comunicazione audio/video, aprendo la via (tra le altre cose) ad un potenziale multimediale davvero promettente. Oggigiorno viviamo nell’era degli smartphone che, in mancanza di sostanziali innovazioni, riprendono un po’ tutti gli elementi precedenti condensando tutte le funzioni in un unico apparecchio.
Ora che abbiamo l’opportunità di essere connessi in qualunque momento e in molteplici modi alla nostra realtà, che la tecnologia ha reso (troppo?) classica, siamo in grado di muovere un ulteriore passo avanti e proiettarci insieme verso una nuova realtà.
Un enorme mercato con tanto da offrire...
Lo scopo principale della VR è trasportarci in un’altra realtà, un universo creato dagli sviluppatori di applicazioni e reso accessibile grazie agli appositi visori in grado di darci accesso a mondi meravigliosi. AMD usa il termine “Full presence environment” per descrivere la rappresentazione della realtà ottenibile tramite i nostri occhi, e spiega di volersi avvicinare a questa il più possibile, arrivando a far immergere completamente l’utente nell’ambiente virtuale.
L’utilizzo più ovvio della realtà virtuale è quindi a livello visivo. Chi di noi non ha mai sognato di essere davvero protagonista di un gioco e non semplice spettatore/attore dietro uno schermo? Con la realtà virtuale ora è possibile. Ma la VR troverà naturalmente tanti altri utilizzi, soprattutto per scopi professionali. Permetterà, per esempio, ad uno studente di medicina di simulare un’operazione chirurgica, così da poter testare le sue competenze sul campo.
Detto questo, per l’utente medio è soprattutto una maniera per visitare un altro paese senza doversi neppure muovere di casa. Checché ne dicano gli scettici, la VR è già tra noi. La sua industria è composta da persone che lavorano a componenti, caschi o applicazioni, e che costituiscono così l’universo proprio di questa tecnologia.
… Ma la strada è ancora lunga
AMD sogna una VR matura e accessibile a tutti. Sebbene l’intenzione sia lodevole (pur motivata dal profitto, ovviamente) siamo ancora ben lontani dal raggiungere tale livello di commercializzazione. Innanzitutto, la VR è per sua stessa natura una tecnologia relativamente complessa, che necessita di sofisticato materiale tecnologico per rendere il più rapidamente possibile le immagini. Benché sull’argomento i passi in avanti siano stati costanti, tanto da poterne già addirittura approfittare tramite visori e caschi avanzati (ci sono infatti già dei gran bei giochi in VR), per avere una tecnologia così come la vorremmo la strada è ancora lunga.
I videogiochi e (speriamo) il cinema dovranno aprire la strada alla popolarizzazione della realtà virtuale. Per attirare gli utenti, servono in primis i contenuti. Per creare dei contenuti, serve essere certi che gli utenti siano interessati. Nonostante l’infatuazione del pubblico, questo circolo vizioso rischia di frenare il cammino della VR. A ciò si aggiungono altri problemi: ad alcuni individui, la realtà virtuale sembra provocare forti emicranie. E che dire di chi porta gli occhiali? Non si possono certo indossare sotto il visore.
I possessori di smartphone non dovrebbero essere i soli a poter approfittare di questa tecnologia. AMD propone soluzioni che permettono di accedere alla VR direttamente dal proprio computer, al quale basterà collegare l’apposito casco. Entriamo così in un’altra dimensione, con l’aiuto di una scheda grafica costosa quanto un moderno computer e alla quale si devono aggiungere le spese del visore: siamo quindi ben lontani da un VR accessibile al grande pubblico.
Certo l’alta tecnologia ha sempre il suo prezzo, ma gli attuali livelli della realtà aumentata la indirizzano solamente ad una nicchia di utenti. Molti sono infatti quelli che preferiscono ignorare la realtà virtuale piuttosto che sborsare una tale somma.
Chi ha l’abitudine di leggermi sa che nei miei articoli tendo a coniugare la dimensione sociale a quella della tecnologia, e questo articolo non fa di sicuro eccezione. Sono il primo a meravigliarmi dei progressi tecnologici che siamo in grado di compiere, ma mi domando ancora perché sentiamo il bisogno (dato che sembra trattarsi davvero di un bisogno e non di un capriccio) di voler evadere verso un’altra realtà. “Perché possiamo e perché è figo”, mi risponderanno giustamente i più terra terra tra noi. Ma forse il problema è molto più profondo.
come gia detto gli smartphone ormai sono i nostri padroni e noi ne siamo prigionieri. I VR peggioreranno questa situazione?
É tutto previsto, l avvento di questa tecnologia ci porterà in uno stato apatico, già ora siamo ad un buon punto, per molti sarà un male incredibile, la realtà virtuale si insinuera' nelle nostre vite come in America a fatto la Meth