Governi e FBI possono hackerare i nostri smartphone senza il permesso di Apple e Google
I governi, i nostri cari governi...cosa fanno a nostra insaputa? L'essere umano è per natura curioso, sente il bisogno di sapere tutto di tutti, e quando si parla di coloro che gestiscono i nostri Paesi, la curiosità non ha limite. Secondo alcune agenzie capaci di hackerare i nostri smartphone, a spingerli così lontano vi sono unicamente motivi investigativi. Fino a che punto ciò è vero? Se le agenzie segrete non me lo impediranno, cercherò di fornirvi qualche interessante dettaglio a riguardo!
Le forze dell'ordine possono accedere ai nostri smartphone (se vogliono)
In alcune rare occasioni i rappresentati delle forze di sicurezza ritengono che l'accesso agli smartphone dei sospettati sia necessario per risolvere un caso. Si tratta di una pratica che rigaurda qualsiasi Paese e che è resa possibile grazie ad un dispositivo denominato IP-Box, che costa solo 350 dollari e che permette accedere a smartphone Android e iOS.
C'è però un dettaglio importante che deve essere specificato, IP-Box è in grado di hackerare qualsiasi versione di iOS inferiore alla 9. L'ultima versione, rilasciata da Cupertino lo scorso settembre, chiude la falla nella sicurezza di cui IP-Box traeva vantaggio. Questa falla consisteva nel lasso di tempo dato all'utente dopo un certo numero di tentativi sbagliati nell'inserire la password di sblocco dello smartphone, secondi utilizzati dagli hacker per accedere al terminale.
Avrete probabilmente letto o sentito parlare del massacro di San Bernardino in California, verificatosi lo scorso mese di dicembre, nel quale 14 persone hanno perso la vita in una sparatoria. L'FBI aveva inizialmente chiesto aiuto ad Apple per riuscire ad accedere ai dati contenuti dall'iPhone 5C (con iOS 9 installato) usato dai due killer, provando successivamente con l'aiuto di un IP-Box e fallendo nell'intento.
Apple si è rifiutata di collaborare, per evitare di creare precedenti pericolosi e per proteggere la privacy dei propri utenti, ma nonostante ciò, grazie a metodi ancora non resi noti (e che probabilmente non ci verranno rivelati), gli agenti federali sono finalmente riusciti ad accedere ai dati contenuti nello smartphone.
Negli Stati Uniti si contanto circa 100 milioni di iPhone ma solo il 25% di questi gira una versione di iOS inferiore alla 9. Questo rende IP-Box, rilasciato nel 2014 e venduto come il pane nel corso del 2015, un dispositivo non più così interessante. Dall'altra parte però il 52% degli statunitensi possiede un dispositivo Android che, offrendo un sistema open source, risulta più facile da decifrare.
In quale misura governi e agenzie possono davvero accedere ai nostri dati?
Veniamo a conoscenza di ciò che accade nel mondo attraverso internet e la TV, ma le più importanti agenzie (ed in molti casi i governi stessi) hanno un grosso controllo sul flusso di informazioni che ci arriva e spesso sono proprio loro a decidere cosa rivelarci e cosa tenerci nascosto.
Secondo l'FBI la capacità di hackerare i nostri smartphone è limitata ed iOS 9, che è al momento il sistema più sicuro, ma come abbiamo visto, gli agenti federali non hanno impiegato molto tempo prima di trovare una falla e penetrare nell'iPhone 5C dei criminali di San Bernardino.
Come potete immaginare, tutto ciò è avvenuto senza che Google o Apple abbiano dato il proprio consenso a queste procedure. Se ci atteniamo alla leggi, per accedere a determinati dati è necessario un ordine del tribunale che i giudici rilasciano solo quando vi è il forte sospetto che una certa persona abbia commesso un determinato crimine. Ci sono però alcune forze dell'ordine o corpi speciali che, senza alcuna autorizzazione, passano direttamente all'azione.
Complessivamente, in tutto il mondo, la percentuale di utenti che utilizza Android rispetto a iOS è nettamente superiore e questo può essere un vantaggio per governi e forze dell'ordine che possono sfruttarne la natura open source per accedere a determinati dati.
Fino a che punto possiamo ritenerci al sicuro?
La maggior parte di noi custodisce sullo smartphone una serie di dati piuttosto superflui, per i quali governi e forze dell'ordine non spenderebbero neppure un minuto del loro tempo. Quando però si acquisisce una certa fama (non importa il motivo) o si commette un reato, la macchina viene subito messa in moto e gli enti investigativi potrebbero decidere di accedere a determinati dati presenti all'interno degli smartphone.
Sui dispositivi mobili è possibile salvare qualsiasi tipo di informazione e da sempre esiste chi cerca di mettere mano ad alcuni dati per sfruttarli a proprio vantaggio. Mi riferisco ad alcuni noti casi in cui sono stati rubate foto o informazioni private ed intime per screditare la persona interessata pubblicamente, metterla a nudo o ricattarla.
Per rispondere alla domanda iniziale di questa sezione, non saremo mai sicuri al 100% che i nostri dati non finiranno nella mani di qualcun altro (alcuni di questi, per fare un esempio,vengono costantemente utilizzati dall'aziende), ma nel momento in cui non siamo considerati una minaccia per qualcuno, possiamo stare abbastanza tranquilli. La nostra privacy è, più che mai, vulnerabile.
Speriamo che questo non sia il mio ultimo articolo, se così fosse significa che la CIA mi ha catturato e interrogato per scoprire tutto quello che so in merito a questo argomento. Vi sentite al sicuro del possibile accesso ai vostri dati custoditi sullo smartphone da parte di governi e agenzie? Pensate sia davvero necessario per le forze dell'ordine accedere ai dispositivi mobili senza chiedere l'autorizzazione a Google o Apple?
E dunque io, che non ho acquisito nessuna fama e che non ho commesso mai alcun reato, se si eccettuano un paio di corse in autobus senza aver fatto il biglietto, una quindicina di anni fa, dovrei essere relativamente tranquillo. In ogni caso, una delle cose più compromettenti che potrebbero scoprire sarebbe una discussione più o meno così: "quando torni, ricordati di fermarti a prendere il pane e già che sei lì, anche un paio di etti di mortadella." Risposta: "ok." Roba da far sobbalzare il Mossad, insomma.
mmm la mortadella è sospetta in effetti...
Menomale che si possono prendere i dati.. I governi devono poterlo fare. È l'unico modo per poterci proteggere. Tanto che problema c'è se non si ha niente da nascondere??? Io spero proprio che Apple paghi molto pesantemente per aver protetto i terroristi... Che schifo
concordo
in linea di massima sono d'accordo quando è utilizzato per scopi come quello riportato nell'articolo. Ma quando il controllo sarà utilizzato in modo improprio. Oggi sarà per la sicurezza nazionale e domani? anche se nel caso specifico Apple ( anche Google e Facebook hanno appoggiato apple) possa aver utilizzato il pugno duro, dall'altra ha tutelato quello che è la libertà di ogni singolo cittadino.
Volevo intervenire ma la maggior parte delle cose l'ha detta Alessandro con il quale concordo. Se una persona fa stalking e la magistratura chiede alla compagnia telefonica il nominativo dell'intestatario, la compagnia lo fornisce senza invocare il diritto alla privacy, altrimenti sai che polemiche. A maggior ragione occorre che i governi, nella lotta al terrorismo non incontrino ostacoli assurdi. Che poi diciamo la verità, si è fatto rumore per nulla e la Apple, così come è notizia di oggi, Facebook, si impuntano su cose assurde. Se si mette a repentaglio l'incolumità degli utenti, non ci sarà più la loro privacy da tutelare. Ad ogni modo c'è un mio commento di alcune ore fa ad un altro articolo dove esprimo il mio punto di vista. Inoltre non penso che si debba chiedere il permesso delle case di software, si dovrebbe fare e basta. Infine io non parlerei di hackerare, almeno nel caso della lotta al terrorismo. Concordo sul fatto che se acquisissimo peso politico potremmo essere spiati a prescindere dall'importanza dei nostri dati. Auspico però che in futuro questo non sia più necessario, sperando che non ci siano più attentati e che non ci sia quindi la necessità di controllare telefoni e dispositivi simili. Se Dio vorrà vedremo :)
Il mio punto di vista è che un Governo ha il diritto/dovere di accedere ai dati del telefono di un soggetto per motivi di sicurezza o indagine. Ed in tal senso i vari Brand produttori dovrebbero essere obbligati a collaborare con essi. Se Apple avesse collaborato il Governo USA non avrebbe perso tempo (cosa che in qualche caso potrebbe essere di fondamentale importanza), non avrebbe nemmeno studiato come entrare nel software e, in definitiva, tutti gli utenti Apple onesti sarebbero ora più tranquilli.
Il vero problema è che ci dovrebbe essere un'autority per la privacy a controllare il perché di certe indagini e ciò a tutela del cittadino. In Italia tale Autority esiste anche se molti hanno dubbi sull'efficienza di queste organizzazioni che, secondo loro, esisterebbero solo per aver creato poltrone e posti di lavoro a figli di; questo in Italy.
Sempre secondo me, è la libera vendita di apparecchi come IP-box che dovrebbe essere permessa