Google+: cronaca di una morte annunciata
Per Google+, social network dell'azienda di Mountain View, è stata una lunga agonia. La sua dipartita era attesa da tutti e verrà ricordato come il bel social che nessuno ha voluto usare, nemmeno se obbligato. Lascerà nei fan Google un grande vuoto. Personalmente sentirò la mancanza di quell'enorme widget che occupa parte della mia home dal lontano 2011 e che non ho mai voluto rimuovere anche se inutilizzato.
Un altro ottimo servizio abbandonato a se stesso
Ormai nessuno si stupisce più quando Google decide di chiudere uno dei propri servizi. La stessa storia l'abbiamo potuta osservare con Orkut, Friend Connect, Google Buzz e questi ultimi sono solo i social avviati e poi ritirati dall'azienda americana. Lo stesso destino crudele ha colpito anche Google Reader e Picasa in passato e raggiungerà Inbox nel prossimo futuro.
Ma cos'hanno in comune tutti questi servizi ormai dismessi da Big G? Se lo chiedete a me c'è solo un motivo per cui questi servizi hanno fallito: il mancato impegno di Google nel supportare la piattaforma a lungo termine.
Google+ è stata la culla di molte community tech
Parliamoci chiaro, io sono stato uno dei primi utilizzatori dell'ormai defunto social network. Ho preso parte con entusiasmo alla beta privata, ho invitato molti dei miei amici e per un certo periodo ho utilizzato Google+ come social principale. La formattazione del testo, l'idea delle cerchie di amici e la presenza di numerose community di appassionati di tecnologia di qualsiasi tipo, avevano reso Google+ la piattaforma ideale per un nerd come me che non ne poteva più degli stupidi post condivisi dal 90% delle persone con cui ero amico su Facebook.
Google+ mi permetteva di separare il nerd, blogger, developer che ero, da Facebook dove principalmente pubblicavo contenuti più personali
E per un po' Google+ è stato un ambiente produttivo e curato ma le cose sono presto cambiate. L'arrivo di migliaia di bot e profili falsi creati solo per fare dello spam ha degradato molto l'esperienza utente e gli aggiornamenti sempre meno frequenti alla piattaforma hanno preannunciato la sua dipartita. Gli utenti si sono fatti sempre più rari e le motivazioni per visitare il social sono presto venute meno.
Con l'addio a Google nell'aprile 2014 di Vic Gundotra, padre del social network, la situazione era ormai chiara: per Google+ non c'era futuro. Strano che Google ci abbia impiegato altri 4 anni per annunciare la sua chiusura...
Pochi alti e molti bassi
Google+ è cresciuto in maniera imprevedibile. Nel giro di due settimane dal lancio il social contava già 10 milioni di utenti e dopo un mese ha raggiunto il traguardo dei 25 milioni. Da giugno, momento del lancio, a ottobre 2011 la piattaforma era popolata da 40 milioni utenti e entro la fine dell'anno ha raggiunto i 90 milioni.
Persino Mark Zuckerberg ha dovuto, in più occasioni, rilasciare dichiarazioni riguardo la minaccia Google+, e Twitter non stava di certo passando il suo periodo migliore scivolando dal secondo al terzo posto nella classifica dei social più utilizzati al mondo come numero di utenti attivi.
Assieme a Google+ anche Hangouts stava vivendo il periodo più bello della sua esistenza. Cavalcando il successo l'azienda americana ha provato ad inserire il proprio social ovunque. Hangouts era legato a Google+, esattamente come Google Foto e successivamente persino YouTube. Questo forzare gli utenti ad iscriversi ad un social per poter utilizzare dei servizi base di Google ha fatto infuriare l'utenza scatenando più di qualche polemica.
- Hangouts: ciò che è morto non può morire due volte
Negli anni seguenti e con l'addio a Google di Vic Gundotra, l'azienda ha cominciato a ritornare sui suoi passi segnando la fine di quella che probabilmente è stata la più grande minaccia in tempi moderni al monopolio di Facebook. Hangouts è stato separato da Google+ per permettere l'accesso ad un maggior numero di utenti alla piattaforma di messaggistica, ora riservata ad un pubblico business e sostituita da Allo (che probabilmente vedremo sparire molto presto...).
Google Foto ha percorso gli stessi passi e anche YouTube è stato nuovamente separato da G+. Nel 2016 anche Google Play Games ed il Google Play Store sono stati liberati dall'influenza di Google+. Tutti questi dietrofront e i pochi sforzi fatti per migliorare e modernizzare la piattaforma hanno frustrato l'utenza che pian piano l'ha abbandonata al suo triste destino.
- Google+, Hangout e Google Glass: tutti i progetti falliti di Google
Ne sentiremo la mancanza?
Probabilmente no. Google non è stata in grado di cavalcare l'ondata di successo che ha seguito il lancio del proprio social. Lo scarso impegno nel promuovere il servizio e i grossi errori fatti nel forzare l'utenza ad iscriversi al social hanno praticamente condannato Google+. Come con molti altri progetti abbandonati dall'azienda americana, l'unico colpevole della fine di Google+ è Google stessa che non è stata in grado di ascoltare gli utenti allontanandoli una manciata alla volta, sbaglio dopo sbaglio.
C'è ancora un piccolo gruppo di superstiti che trova in Google+ la sua oasi di pace, lontano dai video virali e dai meme che circolano sugli altri social. Questo gruppo di reduci ha preparato una petizione che anche voi potete firmare se volete provare a salvare Google+ anche se difficilmente vedremo Big G tornare sulla sua decisione. È molto più probabile che venga lanciata l'ennesima nuova piattaforma social che ameremo e che verrà successivamente lasciata sola al suo destino.
Quale altro servizio ormai chiuso da Google avete utilizzato e siete stati costretti ad abbandonare?
Fonte: TechCrunch