Facebook condivide i vostri dati con gli OEM da almeno 10 anni
Quando lo scandalo Cambridge Analytica sembrava ormai lontano, una nuova bufera travolge Facebook. Un'inchiesta del New York Times rivela come il social di Mark Zuckerberg condivida alcuni dati sensibili degli utenti con grandi aziende produttrici di smartphone nonostante abbia dichiarato di non farlo. Semplice dimenticanza?
Lo scandalo Cambridge Analytica si è appena concluso e gli utenti del social più usato al mondo stavano lentamente tornando alla normalità dimenticandosi dei torti che Facebook gli aveva fatto. Un nuovo report, questa volta in arrivo dal New York Times, sta riportando alla luce i problemi di privacy dei dati degli utenti di Facebook. Mark Zuckerberg deve temere questa nuova tempesta in arrivo?
Facebook non condivide i vostri dati con terze parti
Nel 2011 la FTC (Federal Trade Commission) ha costretto Facebook a sottostare ad un decreto secondo il quale non avrebbe mai dovuto condividere i dati degli utenti con terze parti se non dopo l'autorizzazione degli utenti stessi. Teoricamente le cose sono andate esattamente in questo modo, il social ha cercato di escludere informazioni come religione, orientamento politico e altri dati personali dai dati condivisi con molte delle aziende di terze parti che si appoggiano al social.
Il problema sta nella definizione di "terze parti". Secondo il report della testata giornalistica americana, infatti, le aziende produttrici di dispositivi (OEM) come Samsung, Apple, Microsoft, BlackBerry e molte altre sono considerate partner di Facebook e quindi avrebbero avuto accesso ai dati da molto tempo. Si parla di un periodo di più di dieci anni.
Sono più di 60 i partner con accesso ai vostri dati. Tra i tanti spiccano Samsung, Apple, Amazon, Microsoft e BlackBerry.
Facebook: "Non abbiamo violato nessun accordo"
Un rappresentante dell'azienda durante un intervista ha difeso la posizione dell'azienda. Secondo questa persona Facebook non avrebbe violato le sue policy per la privacy, il decreto FTC o altri accordi con gli utenti. Le partnership sarebbero infatti regolate da dei contratti precisi riguardo l'uso di questi dati, persino quelli archiviati nei server dei partner.
La compagnia vede i suoi partner produttori di dispositivi come estensioni di Facebook, al servizio dei suoi quasi 2 miliardi di utenti
Questi partner, ha affermato Ime Archibong, lavorano in maniera diversa rispetto agli sviluppatori di app per la piattaforma social. A differenza degli sviluppatori di app, gli OEM hanno accesso a questi dati per sviluppare versioni diverse della Facebook Experience ed integrare i servizi social nel proprio software.
Quali dati le aziende partner possono ottenere?
Queste aziende partner di Facebook possono ottenere dati come stato sentimentale, religione, orientamento politico, eventi e molti altri dati. Il fatto che Facebook tratti i propri partner come estensioni dei propri servizi e non collaboratori esterni permette agli OEM di accedere perfino ai dati degli amici dell'utente che utilizza i loro servizi, anche se questi utenti hanno vietato la condivisione di tali dati con aziende di terze parti.
È come avere installato un lucchetto alla porta di casa per sentirsi più sicuri per poi scoprire che il fabbro ha dato una copia della chiave a tutti i suoi amici per permettergli di rovistare tra le vostre cose anche senza permesso - Ashkan Soltani, FTC chief technologist
Un esempio pratico sconvolgente
Il reporter americano Michael LaForgia ha deciso di indagare sulla questione utilizzando un vecchio BlackBerry Z10, accedendo a Facebook con il suo profilo personale tramite BlackBerry Hub.
L'Hub è stato subito in grado di ottenere dati dettagliati riguardo 556 amici di LaForgia, inclusi eventi a cui questi amici vogliono partecipare, stato sentimentale e orientamento politico. Facebook aveva dichiarato nel 2015 di aver escluso tali informazioni personali da qualsiasi condivisione con terze parti. Ovviamente BlackBerry non viene considerata un'azienda esterna dal social americano.
Come se il fatto descritto non fosse abbastanza grave, l'applicazione è stata in grado di ottenere informazioni (compresi identificatori unici) di ben 294258 amici degli amici del reporter.
"Era stato segnalato internamente come un problema di privacy" ha affermato Sansy Parakilas riferendosi al 2012, anno in cui ha lasciato l'azienda. "È sconvolgente come questa pratica stia continuando sei anni più tardi, inoltre sembra andare in piena contraddizione con quanto testimoniato da Facebook di fronte al Congresso"
Per farvi un'idea più approfondita del caso vi rimando alla pagina del New York Times in cui parlano della questione, entrando in dettagli piuttosto spinosi.
Voi utilizzate ancora Facebook? Utilizzate anche i servizi collegati al social dei vari produttori? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.
Fonte: New York Times