5 cose che sono mancate al keynote della Google I/O
Il Google I/O 2017 è stato pieno di novità. Ma già all'inizio del keynote i miei sogni si sono infranti tanto che in chiusura la speranza che rimaneva si è trasformata in delusione. Ciò che mi chiedo è questo: perché Google non ha annunciato queste 5 piccole cose?
Attenzione: di seguito leggerete diverse frasi ironiche.
Assistant per tutti, altrimenti sono guai brutti
Assistant, Assistant, Assistant. Chi non ha sentito pronunciare costantemente questa parola i giorni dopo il keynote forse non l'ha seguito veramente. La cosa che fa arrabbiare è che molti utenti non possono utilizzarlo.
Sembra che Google Assistant funzioni su molti smartphone che rispettano determinati requisiti ma non è vero. Presto il maggiordomo di Google riuscirà a parlare anche l'italiano ma per ora tutte le novità che arrivano non ci riguardano. Dunque perché non annunciare una cosa quando è già pronta all'uso invece che anticiparla senza avere nulla in mano?
Alphabet con X, non così Xtraordinario?!
Google X, il laboratorio per i moonshot, vale a dire il posto in cui vengono sfornate le idee più incredibili di Mountain View, nel passato aveva presentato progetti spettacolari (come per esempio Google Glass o Project Loon). Dove sono andate a finire le idee eccezionali con cui Google apriva di solito i keynote? Stavolta mi sono mancati i progetti visionari di Big G. Ad esempio è un peccato che non ci siano stati aggiornamenti sulle auto con pilota automatico proprio adesso che queste sono collegate a Waymo (società controllata da Alphabet). Anche nell'ambito della medicina Mountain View è molto attiva e sarebbe stato bello vedere come Google guarda al futuro in questo campo. Il keynote, anche qui, non è stato molto esaustivo.
Google Hardware
La Google I/O è una conferenza per sviluppatori, su questo siamo tutti d’accordo. Gli sviluppatori delle app però non hanno solo bisogno di API ma anche di hardware su cui le app possono girare. Il primo campo incappato in questa situazione è Android TV: chi volesse sviluppare app e supportare le nuove feature deve utilizzare attualmente il Nexus Player. Ma già da un anno a questa parte non c'è più nulla da acquistare. La cosa divertente è che il device presentato da Google nell'ottobre 2014 rappresenta probabilmente il dispositivo più a lungo supportato nella storia di Big G. Direi che è giunto il tempo per un successore ma Google la pensa diversamente.
La seconda piattaforma che ha bisogno di un hardware migliorato è Android Wear. Gli smartwatch che girano con Wear 2.0 non sono male ma sono ancora massicci e poco eleganti. Per la maggior parte degli utenti è come avere una torre al polso. Gli sviluppatori delle WearApp non sono molto entusiasti del fatto che gli orologi intelligenti possano essere dei device straordinari; peccato che nessuno li compri perché non ve ne sono di davvero convincenti. Un bell’orologio compatto con un ottimo display avrebbe dato una spinta alla piattaforma dedicata agli indossabili.
Google+ ha un successore! Ma manca qualcosa…
Oramai sono rimaste solo le briciole del vecchio concorrente di Facebook, Google+. Una rete sociale, in parte integrata nella ricerca Google, con una piacevole UI e, grazie alle cerchie, con la facile opzione di scelta dei destinatari di un post.
Ma purtroppo l'idea non ha funzionato. Google+ è un deserto, zero interazione. Morto. I fan di lunga data ovviamente cambiano discorso: "You're using it wrong", lo stai usando nella maniera sbagliata e potrebbe anche essere vero. E forse lo è anche per le altre 7,5 miliardi di persone sulla Terra.
Guardando le offerte della concorrenza vediamo che i social network non sono più così in voga. Quasi ogni azienda ha accettato l'egemonia di Facebook, a parte Snap Inc., ma di questo parleremo dopo. Apple l’ha riconosciuto, Microsoft anche. Tuttavia le entrate di Google assomigliano a livello strutturale a Facebook, sia in termini di modello di mercato che di ambizioni. Elementi sociali per un marketing mirato sono importanti.
Come punto a suo favore possiamo dire che Google+ ha un successore: Google Foto. Foto ha successo, è utile e non ha concorrenti (o quasi). Tutti gli utenti riversano le loro foto nel server utile per il machine learning. Google Foto dovrebbe essere rinnovato affinché diventi una vera alternativa ad Instagram. Solo così Google+ potrebbe arrivare dove dovrebbe essere da tempo: nel bidone della spazzatura. Ma c'è ancora qualcosa che manca a Google Foto. Facebook direbbe: date agli utenti quello che vogliono veramente! Con questo si intende dire che i filtri alla Snapchat sono sempre una buona cosa da implementare!
La realtà aumentata non si usa solo nei filtri dei selfie
Filtri a parte, per Google realtà aumentata significa Tango. È da un po' che Big G prende lezioni di ballo e le demo sono straordinariamente affascinanti. Ma ha bisogno di speciali sensori per permettere una valutazione dello spazio precisa.
Facebook, nel corso dell'F8, ha mostrato a tutti che è possibile farlo anche senza. Dalle normali foto la piattaforma della fotocamera AR calcola le informazioni della profondità, introduce oggetti nell'ambiente e orna le teste con cappelli buffi affinché gli utenti possano condividere qualcosa di interessante della loro noiosa vita, come riferito da Facebook senza inibizioni.
A che punto sono le API di Google per gli utilizzi AR? Il Visual Positioning System è un inizio ma non è abbastanza. Chi, se non Google, può assumere in questo senso un ruolo pionieristico e mandare in fumo tutte le ambizioni AR di Facebook?
Cosa vi ha deluso del keynote? Oppure la conferenza di apertura vi ha entusiasmati? Fatecelo sapere nei commenti.