Android o iOS: non abbiamo altre alternative
Con Ubuntu Mobile si assiste all'ennesimo tentativo fallimentare di impedire il duopolio di OS e Android. Anche se le quote di mercato di entrambi i sistemi operativi mobili si sommano quasi al 100%, il mercato ha bisogno di alternative concrete.
Secondo Net Marketshare, la quota combinata dei sistemi operativi mobili Android e iOS ammonta al 96,33%. Windows Phone è l'unico che riesce ancora a raggiungere qualcosa di più dell'1%. A quegli idealisti che allora hanno concesso una possibilità a Firefox OS o Ubuntu Phone va tutta la nostra stima. Ma facciamo un salto nel passato.
Ubuntu Mobile: grazie a BQ nei negozi europei
Ubuntu Mobile è stato fatto fuori. Il produttore spagnolo di device BQ possedeva nel suo catalogo una serie di smartphone e tablet che avrebbero dovuto promuovere la crescita congiunta di desktop e hardware mobile tramite le vaste feature di sincronizzazione. Ma in realtà non si è mai arrivati a questo punto.
La lista dei dispositivi con Ubuntu Mobile era molto corta. BQ e Meizu si erano detti interessati ma erano pur sempre i soli. La diffusione sul mercato è un'altra cosa. Dal punto di vista dell'utente i dispositivi creavano meno valore aggiunto in confronto a quelli economici Android. Arrivavano con la stessa dotazione e in più alcuni erano persino disponibili in una variante Android. Direi che di fronte a questa scelta opteremmo tutti verso il dispositivo su cui si possono installare le nostre app preferite.
Cyanogen OS: molti piccoli partner come WileyFox che adesso si sentono persi
La storia di Cyanogen OS è stata una delle più avvincenti tra tutte le alternative Android discusse negli ultimi anni. Ciò è dovuto anche al controverso Presidente del progetto, Kirt McMaster, il quale voleva "mettere una pallottola in testa" a Google. Attraverso una maggiore modificabilità del sistema, Cyanogen Inc. voleva accaparrarsi più sviluppatori software e hardware di quanto riuscisse a fare Google con Android.
Tuttavia il sistema doveva rimanere compatibile con il robottino verde affinché non si verificassero i problemi riscontrati con le app Ubuntu. Ma siccome molte trattative non si sono concluse come sperato e gli accordi con McMaster e Nintendo sono saltati, il progetto è lentamente scomparso e il software è andato a farsi benedire.
Restano a bocca asciutta i piccoli produttori di smartphone come WileyFox che si ritrovano adesso a sviluppare da soli la prossima versione del proprio software. L'aggiornamento a Nougat promesso per il primo trimestre dell'anno non è ancora arrivato sui nostri dispositivi di prova ed il CEO e fondatore Nick Muir nel frattempo se l'è data a gambe, cosa che sicuramente non mette in buona luce la piccola azienda.
Firefox OS: conveniente, traballante, fallimentare
Firefox è stato inaugurato con un'idea fantastica: invece di app appartenenti ad un sistema operativo, il tutto sarebbe stato sviluppato come un sito web, in HTML, basandosi sugli standard web del W3C. Ma la parte migliore era questa: Firefox avrebbe girato su browser e sistemi operativi di qualsiasi tipo. Purtroppo, anche qui, i conti non sono tornati e il progetto è stato sospeso.
Gli unici produttori di smartphone rinomati che hanno investito molto nel sistema sono stati ZTE e Alcatel. Anche uno smartphone Huawei aveva in groppa Firefox OS come anche tante televisioni Panasonic. Ma si trattava di dispositivi di fascia bassa che quindi offrivano, complessivamente, prestazioni scarse. L'esperienza utente finiva per essere negativa e quindi il sistema operativo, nella sua breve vita, aveva una cattiva reputazione.
Windows Phone: da anni in stato vegetativo
Microsoft ha molti soldi con cui da anni dovrebbe finanziare il suo rampollo mobile. La distribuzione sul mercato del sistema operativo (che qualcosa di buono ha) è ancora ridicola. Tuttavia la labilità dei confini tra sistema operativo mobile e desktop presenta una possibilità unica che si pone di fronte al gigante dei software (tuttora lo si può considerare tale).
Nel frattempo è stato reso noto che vi sono più dispositivi che girano sia con Android che con Windows, perlomeno secondo la statistica Statcounter. E di questo passo Android diventerà ancora più pericoloso nei confronti di Microsoft perché potrebbe conquistare anche il mondo desktop. Samsung ha dato un primo assaggio di questo scenario con l'introduzione della dock DeX distribuita insieme al Galaxy S8. Una cosa è certa: presto Android sarà adattato anche per le versioni desktop. Le modalità multi-window e picture in picture e il supporto multi schermo sono degli importanti passi in avanti.
Tizen: non libero e insicuro
Samsung, con Tizen, si sta tirando la zappa sui piedi da solo. Questo è un sistema operativo libero al quale però, a parte Samsung, nessuno è interessato. La qualità dei codici sono infatti al di sotto della concorrenza e quindi, secondo il giudizio degli esperti sulla sicurezza, per il momento almeno in Europa, Tizen non equipaggerà gli smartphone, come d'altronde avevamo già immaginato in questo articolo:
"È come se avessero lasciato programmare il software a uno studente". Questo è il giudizio del giovane esperto sulla sicurezza Amihai Neiderman espresso nel corso del Kaspersky Labs Security Analyst Summit. Potrebbero sembrarvi solamente parole dure appartenenti a una sola persona ma la reputazione di Neiderman dà maggiore peso a questa tesi. Per ora Tizen, per evitare di mettere in pericolo la sicurezza dei nostri smartpone, può quindi solamente rimanere sui nostri polsi equipaggando i nostri smartwatch o i frigoriferi che occupano le nostre cucine.
In realtà rimane solo Sailfish OS
Il fornitore software finlandese Jolla ha appena firmato un accordo in Cina che gli consente di respirare una bella boccata d'aria fresca. Il sistema operativo mobile altamente scalabile e basato su Unix può girare su orologi, smartphone, televisioni e altri device.
Jolla percorre una strada diversa da Google e lascia che siano i Paesi a concedere la licenza all'intera piattaforma del sistema operativo. Il marchio Sailfish non compare più e i clienti hanno la possibilità di sostituire o tralasciare interi componenti della struttura del sistema. In questo modo avranno la stessa flessibilità di un sistema completamente separato che richiede però molto meno sforzo nell'attuazione poiché la struttura di base è ancora in fase di sviluppo, miglioramento e messa in sicurezza in forma di progetto open source assieme a Jolla e altri suoi clienti.
Tramite la concessione della licenza Jolla è un'alternativa che rimane in ombra rispetto a iOS e ad Android ma non è da sottovalutare come sistema avversario. È altamente probabile che riuscirà ad assumere grande importanza in ogni mercato partner, espandendosi in Occidente e, un giorno, intromettendosi nel duopolio Android/iOS.
Conclusioni
Mentre sono in corso numerosi attacchi sul mercato dei sistemi operativi mobili, solo due sono veramente riusciti ad avere successo. Con iOS, Apple ha combinato le tecnologie di controllo touch a quelle della telefonia mobile con ottimi risultati e ponendo così degli standard per il controllo di uno smartphone.
Android, prendendo spunto da queste idee, ha creato un sistema di successo open source. La formula vincente sta nel fatto che Google, mantenendo aperto tale sistema, sia riuscito ad attrarre i grandi produttori hardware tanto che col tempo centinaia di brand sono arrivati a basarsi su Android. Ma un Googlecentrismo non fa bene al mercato.
La ricerca di concorrenti altrettanto forti continuerà perché, di fatto, attualmente ci troviamo davanti ad un duopolio dei sistemi operativi per smartphone. Dobbiamo virare lo sguardo verso Cina e Russia dove vengono sviluppate e provate alternative possibili. Forse questi Paesi saranno la nostra ancora di speranza per un ritorno alla varietà.
Contenuti editoriali consigliati
Con il vostro consenso, qui vengono caricati contenuti esterni.
Facendo clic sul pulsante qui sopra, l'utente accetta che vengano visualizzati contenuti esterni. I dati personali possono essere trasmessi a fornitori terzi. Per ulteriori informazioni al riguardo, consultare il nostro sito Informativa sulla privacy.