Aggiornamenti Android: la situazione non accenna a migliorare
Le cifre attuali mettono il dito nella piaga più profonda di Google: la frammentazione di Android. Il sistema operativo, che gira sulla stragrande maggioranza di smartphone e tablet nel mondo, viene distribuito sempre più lentamente nella versione attuale. È giunto il momento di dire addio ad Android e cercare un nuovo sistema?
I numeri sono chiari e per niente positivi. Secondo uno studio recente di Computerworld e Android Intelligence, il rollout di Android 5.0 Lollipop è stato più rapido per tutti i produttori noti dopo il lancio di Google rispetto alle versioni successive. Con ogni nuova versione di Android, le aziende si prendono più tempo per l'aggiornamento dei propri dispositivi all'ultima versione. Anche se ci sono lodevoli eccezioni con Oreo: pensate a Sony, il primo a distribuire Oreo sugli smartphone, sebbene un po’ incompleto. Tuttavia la tendenza generale sta chiaramente andando nella direzione sbagliata.
Android Oreo, se si prendono in considerazione le due versioni 8.0 e 8.1 sommate, otto mesi dopo il lancio rappresenta solo l'1,1% della quota di mercato. Esatto, davvero poco, soprattutto perché tra qualche mese la prossima versione di Android sarà già ai blocchi di partenza. Solo per fare un confronto: Android 4.4 Kitkat è stato lanciato nel 2013 e continua a girare sul 12% dei dispositivi Android.
Non è solo la velocità che dovrebbe farvi pensare. Anche la qualità degli aggiornamenti, che i produttori mettono a disposizione dei loro clienti, lascia molto a desiderare. Samsung, da anni il pesce più grosso nel mare degli smartphone, ha bisogno di tre tentativi per fornire un aggiornamento senza errori sul Galaxy S8. A volte non resta che scuotere la testa.
Con i fatti falliscono i buoni propositi
Ora, Google ha riconosciuto il problema. Il gigante di Internet sta cercando su molti fronti di adottare misure correttive, non da ultimo con Project Treble. Questo meccanismo per gli aggiornamenti diretti modulari di Google diventa obbligatorio con Android Oreo, ma quasi nessun produttore supporta Treble anche come aggiornamento dei modelli meno recenti. A quanto pare Project Treble, che richiede un po' più di lavoro da parte del produttore all’inizio, ma in seguito meno, è anche un motivo per cui vengono ancora presentati smartphone con Android 7 Nougat, un sistema vecchio di un anno e mezzo. L'approccio di Google alla soluzione è solo parte del problema perché i produttori non partecipano.
La situazione è simile con Android One, Android Go e il programma Enterprise. Tutti questi pilastri della strategia di versione di Google possono reggere il sistema solo se i produttori intraprendono i nuovi percorsi di Google su loro spontanea iniziativa, per costrizione o con la prospettiva di benefici monetari. Potrebbe anche aiutare il fatto che una prospettiva di aggiornamenti puntuali sta diventando sempre più un argomento importante tra la clientela al momento dell'acquisto di un nuovo smartphone.
Una cosa dovrebbe essere chiara: Google non può continuare così su questo fronte. Qualcosa deve accadere nel panorama Android, con questo s’intende forse anche un taglio netto con un sistema completamente nuovo. Che il nome "Android" per Google non sia necessariamente indispensabile, lo dimostra la ridenominazione del sistema operativo Android Wear a Wear OS. Forse dovremo davvero dire addio ad Android e ricominciare da capo.
Pensate che Google, insieme ai produttori, possa risolvere la questione della frammentazione di Android?
Fonte: Computerworld, Android Intelligence
Bene! E allora, perché AndroidPIT non si fa promotore di una raccolta firme in tal senso? Se poi riusciste ad aggregare per la raccolta gli altri network del settore, anche internazionali, si potrebbe raggiungere un'elevata partecipazione che forse riuscirebbe a smuovere qualcosa.
Dài
Qui tutti si preoccupano giustamente dei mancati aggiornamenti, ma c'è un problema ben più grave... La batteria non removibile! Io spero che incomincino ad obbligare i produttori a tornare alle batterie removibili, altrimenti è chiaro che il limite di vita di uno smartphone non potrà mai superare i 2 anni!
È inutile continuare a sperare che la situazione migliori. L'interesse dei produttori è solamente quello di sfornare continuamente nuovi telefoni. E d'altra parte, se il consumatore compra un nuovo telefono ogni 1/2 anni, a cosa servono gli aggiornamenti dell'OS?
Quindi... lasciamo perdere
Certo per i produttori è così, se Google li obbligasse ad aggiornare sarebbe diverso però. Tanto Google guadagna sui servizi utilizzati non direttamente dalla vendita di uno smartphone :)
Bene! E allora, perché AndroidPIT non si fa promotore di una raccolta firme in tal senso? Se poi riusciste ad aggregare per la raccolta gli altri network del settore, anche internazionali, si potrebbe raggiungere un'elevata partecipazione che forse riuscirebbe a smuovere qualcosa.
Dài
Posso fartela semplice semplice? Secondo me in tutti questi anni, se la cosa doveva migliorare era migliorata, invece non è mai cambiato niente. Credo convenga rassegnarsi.
Mai rassegnarsi, bisogna far sentire la propria voce! :)